Società

Harry, il piccolo principe che divide il Regno Unito (e i ticinesi)

Gli anglo-ticinesi giudicano Spare, il libro che sta facendo discutere mezzo mondo
©JASON O'BRIEN
Andrea Stern
Giorgia Cimma Sommaruga
15.01.2023 10:04

Tutti lo biasimano ma tutti lo leggono. O almeno lo sbirciano attraverso gli stralci pubblicati dai giornali o ripresi dalle tv. Spare, il libro del principe Harry che si appresta a diventare il più venduto dell’anno, se non del decennio, non può lasciare indifferenti nemmeno i sudditi di Sua Maestà che hanno lasciato il regno per stabilirsi in Ticino o, nel senso inverso, i ticinesi che si sono trasferiti oltre Manica.

«L’ho appena ordinato su Amazon, lo leggerò volentieri - esordisce Grant Benson, noto speaker radiofonico inglese che vive a Morcote -. All’inizio pensavo che fosse un po’ fumo negli occhi, un libricino che sarebbe nato e morto nel giro di poco tempo. Invece ho visto che ci sono rivelazioni abbastanza pesanti. Dallo scontro fisico con il fratello William alla furiosa lite tra Meghan e Kate».

Vicende familiari cui il principe Harry ha pensato opportuno affiancare racconti più piccanti, dalla perdita della verginità con una donna più grande di lui che lo trattò «come uno stallone», fino all’asserita uccisione di 25 talebani mentre prestava servizio militare come pilota di elicotteri in Afghanistan.

Uscite ad effetto

«Questa storia mi lascia un po’ perplesso - riprende Benson -. Non so, io non faccio parte della famiglia reale, ma mi risulta difficile credere che un personaggio di così alto profilo venga messo in prima linea nei combattimenti. Mi chiedo se non sia solo un’uscita ad effetto per crearsi un’immagine di macho».

È difficile da capire. «Ed è pure incoerente con la loro scelta di vita - afferma Emilie Martinoni Hoogenboom, dottoressa di Minusio che dal 2008 vive e lavora nella capitale inglese, dove presiede l’Unione ticinese di Londra -. Meghan e Harry si sono trasferiti all’estero per avere più privacy. Dicevano che volevano ripararsi dai media. Mi domando per quale motivo ora stiano facendo tutto questo».

Monopolizzando di fatto l’informazione britannica di queste settimane. «Vedere le notizie martellanti apparire su tutti i giornali qui in Inghilterra è fuori luogo - riprende Martinoni Hoogenboom -. Trovo che sia una pubblicità eccessiva per delle questioni che riguardano la vita privata di alcune persone. Che siano reali o no, restano sempre fatti privati».

Il libro? No, grazie

La dottoressa ticinese non intende quindi rientrare tra i milioni di lettori del libro di Harry. Le bastano le rivelazioni che, suo malgrado, si è sorbita attraverso i media.

Idem per Paul Currie, professore di economia britannico che vive sulla Collina d’Oro. «Trovo che sia un’operazione piuttosto volgare, se non squallida - afferma -. Io non difendo la famiglia reale, sono sicuro che in ogni diatriba la ragione non sia mai al 100% da una sola parte. Però Meghan e Harry fanno le vittime di professione. E poi da una parte dicono che non vogliono pubblicità mentre dall’altra cercano l’attenzione del pubblico. Mi sa che a loro interessa solo fare soldi».

Milioni e milioni

Milioni a palate che confluiscono nelle casse dei duchi di Sussex ma anche di Netflix, cui i coniugi hanno conferito l’esclusiva della loro serie tv. «In tutta questa vicenda - si intromette Benson - non usciranno vincitori né la famiglia reale, né Meghan e Harry. L’unico vero vincitore è Netflix».

Alla fine si riduce tutto a una questione finanziaria, a vantaggio di pochi, mentre il popolo (possiamo chiamarlo popolo bue?) avrebbe ben altri problemi su cui chinarsi. «Si sta parlando inutilmente di cose di cui non abbiamo bisogno di sentir parlare in un momento in cui le persone devono affrontare aumenti degli interessi, dei costi energetici e del costo della vita in generale» osserva Dina Aletras, giornalista e manager nata e cresciuta nel Regno Unito.

Anche Dina Aletras evidenzia che «Harry si lamenta della stampa, eppure la sta usando per dare sfoggio alla sua vita familiare». Forse, ipotizza la giornalista, il duca è stato mal consigliato.«Dovrebbe smetterla di mandare in onda le sue sedute dal terapeuta in diretta tv - afferma -.La situazione non potrà che peggiorare.Ha già fatto un pasticcio in una posizione privilegiata. Il suo incessante voler fare a pezzi la sua famiglia, che sia buona o cattiva, non è assolutamente accettabile».

Senza dimenticare che, come sottolinea Grant Benson, l’unica via di uscita da tutta questa crisi resta sempre quella della riconciliazione. «Si può divorziare dalla moglie - conclude il deejay - ma non dalla famiglia».

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