«I cibi falsi sono un problema, è ora di cambiare»

In tutte le emittenti televisive pullulano a tutte le ore programmi gastronomici. Si esibiscono ai fornelli chef stellati, anonime casalinghe e cuochi blogger. Ma cosa mangiamo veramente? Per ragioni di tempo, di fatica e di comodità, molto spesso ci nutriamo con preparati che Riccardo Fargione (economista esperto di politiche del cibo) e Stefania Ruggeri (ricercatrice e nutrizionista) nel loro libro definiscono «Cibi falsi» (Newton Compton, 224 pagine). È un saggio documentatissimo, in cui svelano «Tutte le menzogne sugli alimenti ultraprocessati e l’industria della carne artificiale».
Cosa vi proponete con il vostro libro?
«Con il nostro racconto vogliamo creare consapevolezza tra i cittadini in modo da spingere la domanda sempre più verso quei prodotti salutari e di qualità che sono frutto di un legame diretto con la natura. Solo in questo modo è possibile rimodulare le scelte di acquisto e di conseguenza anche le catene di fornitura dei cibi. Poiché, come sappiamo, domanda e offerta sono estremamente correlate. Finché infatti questi cibi falsi troveranno spazio sul mercato difficilmente ci sarà un cambio di passo sostanziale. È più auspicabile invece un rafforzamento e una valorizzazione del ruolo delle imprese che già producono cibo salubre e di qualità, pensiamo alla filiera agricola, piuttosto che ad un cambio netto delle imprese che oggi producono cibi dannosi per la nostra salute. Il nostro libro non è un attacco alle imprese che lavorano chiaramente per generare i loro profitti - come giusto che sia - ma la necessità di un cambio di rotta di un sistema che sta spingendo chiaramente bambini e adolescenti verso modelli alimentari distorti e pericolosi».
Quali le conseguenze negative più frequenti sulla salute dei consumatori di cibi ultraformulati (come voi li definite anziché ultraprocessati) e dei prodotti artificiali?
«Il consumo abituale di questi cibi e bevande aumenta il rischio di malattie cardiovascolari di diabete e di sovrappeso e obesità. Ma c’è di più: chi consuma regolarmente alimenti utraformulati ha un aumento del rischio di infertilità, rischio di asma e di depressione. La ragione è che questi cibi contengono spesso zuccheri, grassi saturi, sale e soprattutto tanti additivi che causano danni al microbiota intestinale, modificano la flora batterica buona e delle cellule intestinali con i danni che abbiamo appena descritto».
Oltre il 42% della popolazione mondiale (il 12% bambini), è in sovrappeso o obesa: tutto colpa della cattiva alimentazione?
«Sicuramente le abitudini alimentari dei nostri bambini e dei nostri adolescenti stanno peggiorando: troppi cibi ultraformulati ricchi di zuccheri, grassi saturi e sale e purtroppo bevande zuccherate spesso consumate quotidianamente, pochi cibi freschi o minimamente trasformati come dimostra un compendio di studi pubblicato nel 2024 nella rivista Journal of Pediatrics. A questo si aggiungono il consumo di alcol negli adolescenti e il poco tempo dedicato all’attività fisica».
Una vera emergenza?
«È un’emergenza che dobbiamo affrontare subito. Sono necessarie politiche per il miglioramento delle abitudini alimentari di bambini e adolescenti, nuovi programmi di educazione alimentare che aumentino la loro consapevolezza sui danni del consumo di alimenti ultraformulati e dell’importanza di una dieta sana e dell’esercizio fisico».
Oltre che sulla salute, questi cibi influiscono anche sulla stabilità economica del nostro sistema sociale, e come?
«I riflessi economici e sociali di stili nutrizionali sbagliati sono sempre più evidenti. Oltre a patologie che in casi estremi portano anche alla perdita di vite, si registrano anche gravi danni economici dovuti ad un’alimentazione scorretta e a stili di vita sbagliati, proprio a causa di un approccio sbagliato al cibo».


Attività di prevenzione con una corretta alimentazione, dunque?
«Questo libro vuole essere proprio uno strumento di prevenzione poiché oggi agire sugli stili di vita e alimentari è una delle più efficaci soluzioni contro le malattie e contro il dissesto economico dei bilanci sanitari».
Il food security, assodato in molte parti del pianeta, a quali fattori geopolitici rimanda considerando la necessità di cibo in molte parti della terra?
«Sicuramente il cibo è uno strumento in grado di incidere sulle dinamiche geopolitiche su scala globale. Pensate solo un momento a quanto è accaduto durante la pandemia quando la percezione di una carenza degli approvvigionamenti alimentari nazionali (ricorderete la corsa ai supermercati con gli scaffali presi di assalto) ha gettato intere popolazioni in una situazione di forte preoccupazione. O ancora a quanto accade nelle aree più povere del Pianeta dove l’accesso al cibo è elemento di forte preoccupazione».
Nel libro però chiarite un aspetto fondamentale: oggi i cibi di laboratorio a base cellulare (carne artificiale) e da fermentazione di precisione (latte e derivati artificiali) non sono fatti per sfamare le popolazioni più povere?
«Questa è una prima certezza che ci viene confermata anche da alcuni dei principali sostenitori e investitori nei cibi di laboratorio, come Bill Gates. Se analizziamo i quantitativi dei principali prodotti agricoli e di cibo realizzati a livello planetario e la reale necessità della popolazione, ci accorgiamo che non si tratterebbe tanto di un problema produttivo quanto della necessità di un riequilibrio dei consumi. Passiamo troppo spesso da eccessi a privazioni e questo non va per nulla bene. Senza considerare poi l’annosa questione dello spreco alimentare. Ogni anno gettiamo circa 1/3 del cibo prodotto mentre 800 milioni di persone al mondo soffrono la fame. Nel libro «Cibi Falsi» spingiamo ad una riflessione concreta su questi temi piuttosto che millantare soluzioni tecnologiche che rischierebbero di aumentare ulteriormente i divari economici e sociali a livello globale e che inoltre metterebbero a rischio la tenuta democratica dell’accesso al cibo, oggi garantito da milioni di imprese».
I cibi ultraprocessati e la carne artificiale, sono davvero il futuro dell’alimentazione?
«Questi cibi non possono assolutamente essere il futuro. Abbiamo già raccontato i danni relativi al consumo degli alimenti ultraformulati. Riguardo ai cibi cellulari o artificiali ad oggi ci sono pochissimi studi scientifici a disposizione e dimostrano che questi cibi non hanno né qualità nutrizionale e né sicuri per la nostra salute. Per la loro natura, per come sono costruiti in laboratorio c’è il rischio che assumendoli quotidianamente possano modificare l’espressone di alcuni geni, predisponendoci al rischio di malattie. I cibi cellulari non possono essere riconosciuti dal nostro organismo, dai nostri enzimi, dai nostri ormoni, sono estranei alla nostra biologia… bisognerà studiare il loro metabolismo e gli effetti sulle nostre cellule e il nostro DNA. Servono poi a nostro avviso studi pre-clinici e clinici in grado di scongiurare qualsiasi pericolo per la salute. Per sfamare la popolazione mondiale oggi non possiamo ricorrere a cibo di sussistenza, ma di cibo di qualità e di cibo sicuro».