Il fenomeno

I «Fleximan» ticinesi non vanno lontano

La rabbia anti-radar cova anche in Ticino – Tre casi in pochi mesi, e in Val Mara s'indaga su un cavo tagliato
© Chiara Zocchetti
Davide Illarietti
04.02.2024 06:00

Negli ultimi mesi la squadra del sergente maggiore capo Tiziano Triacca ha avuto un po’ di lavoro extra. Tre vandalismi ai radar nel giro di poche settimane. Uno nel Sottoceneri, in Val Mara. Gli altri due sono avvenuti nel Sopraceneri: entrambi a Iragna, nell’arco di poche ore. «Ci siamo chiesti cosa stesse succedendo» racconta il responsabile del servizio controlli tecnici della Polizia Cantonale. «Fino a novembre nessun problema, poi tre vandalismi tutti insieme».

Controlli a tappeto

Una coincidenza, sicuramente, la cui spiegazione andrebbe chiesta semmai ai responsabili. Le indagini hanno portato finora a individuarne tre. Per l’episodio in Val Mara - un cavo tagliato - le ricerche sono ancora in corso. «Si tratta comunque di un’anomalia» assicura Triacca. Sono quattro gli agenti addetti al posizionamento e alla manutenzione dei radar in dotazione alla Polizia cantonale: quattro semi-stazionari, due mobili e tre pistole-laser, che ogni anno eseguono centianaia di controlli - 678 l’anno scorso - sulle strade ticinesi.

«Il posizionamento avviene soprattutto su segnalazione dei cittadini, e il numero di richieste dimostra come in realtà la maggioranza della popolazione è piuttosto favorevole aicontrolli» sottolinea Triacca. Anche il numero ridotto di vandalismi sembra confermarlo. Triacca sottolinea come «alle nostre latitudini gli episodi sono molto rari» a differenza della vicina Penisola, dove gli autovelox distrutti sono stati 18 tra Veneto, Piemonte e Lombardia negli scorsi mesi. Alcuni vandalismi sono stati rivendicati dal fantomatico «Fleximan», personaggio immaginario dietro a cui si nascondono in realtà più soggetti, secondo i media italiani.

In Ticino il flessibile - l’«arma» associata a Fleximan, da cui il nome - non ha mai colpito, per fortuna. «I gesti recenti sembrano accomunati da una matrice goliardica» osserva Triacca. La casistica negli anni passati è ancora più magra: nessun episodio nel 2022, solo un caso l’anno prima, quando il radar autostradale di Balerna venne scassinato da un’automobilista del Mendrisiotto, fotografato sopra il limite di velocità. Per trovare un altro precedente bisogna risalire al 2019: l’apparecchio semi-stazionario di Pazzallo venne colpito con una molotov artigianale, i due giovani autori - di cui un 20enne «vittima» dello stesso radar - sono stati fermati mesi dopo e costretti a ripagare 15 mila franchi di danni.

Il miglior deterrente

«Gli apparecchi che utilizziamo oggigiorno sono estremamente sofisticati» tiene a precisare Triacca. A giustificare i costi piuttosto elevati - un radar semi-stazionario vale circa 220 mila franchi, uno mobile circa 100. mila - ci sono tecnologie sempre più performanti «tanto da richiedere una formazione specifica da parte dei nostri agenti, che si occupano specificamente di questo» sottolinea Triacca. A proteggere i radar dai vandalismi c’è un sistema di allarme altrettanto performante: fotocamere di sicurezza pronte a immortalare eventuali malintenzionati - così è successo in tutti i casi sopra citati - ma anche una connessione diretta con i server della Polizia, che è il miglior deterrente per gli automobilisti arrabbiati. «Le immagini ci vengono trasmesse immediatamente - ricorda il sergente maggiore capo -. Anche per questo motivo è inutile prendersela con il radar dopo esser stati fotografati».

I rischi non sono pochi. I «Fleximan» ticinesi sono perseguibili come minimo per danneggiamento - fino a tre anni di carcere più una pena pecuniaria - oltre a dover pagare le riparazioni: i tre episodi dell’anno scorso sono costati circa 5mila franchi al Cantone. Nei casi più gravi i reati si accumulano: nel 2014 un 48enne del Luganese, dopo aver distrutto in retromarcia un radar a Cadro, tentò di forzare un posto di blocco e sottrarsi all’identificazione. Venne denunciato per esposizione a pericolo della vita altrui e altri reati. Conto dei danni: 140 mila franchi.

«Non facciamo cassetta»

Nei magazzini della Polizia a Camorino, intanto, continua il lavoro di preparazione e manutenzione. I «radaristi» sanno che, nonostante vandalismi e discorsi da bar, la prevenzione sulle strade ticinesi è fondamentale. «Durante la pandemia ci siamo fermati per qualche settimana e abbiamo visto esplodere le richieste da parte della popolazione» ricorda Triacca. Venerdì pomeriggio controlla la lista dei controlli per la settimana successiva, da condividere con i media e la popolazione. «L’intento non è certo quello di fare cassetta» ribadisce. La prova: alla fine dell’ultima settimana di gennaio tutti i radar si trovano nel deposito. L’ultimo semi-stazionario è appena rientrato da Tenero e starà a riposo qualche giorno. Poi tornerà sulle strade, al lavoro.

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