Made in Ticino

I «metallari» di S.Antonino

L'invecchiamento della popolazione e l'aumento di incidenti sportivi mettono le ali alla produzione di protesi ortopediche
© CdT/ Chiara Zocchetti
Andrea Stern
Andrea Stern
19.05.2024 06:00

Ci sono alcuni assoli di chitarra in «Master of Puppets» dei Metallica che rappresentano alla perfezione lo spirito della Marle SMBMedical di Sant’Antonino. «Mi piace paragonarci a dei fini metallari - afferma il direttore Andrea Costa -. Eseguiamo processi di forgiatura che richiedono abilità e conoscenze metallurgiche, ma anche estrema precisione. Le protesi ortopediche sono prodotti che finiscono all’interno del corpo umano e quindi hanno bisogno di precisione, eleganza e finezza nella loro realizzazione. Dobbiamo saper essere fini nel nostro essere «grezzi metallari». Come in certi assoli dei Metallica».

La Marle SMB Medical ci riesce particolarmente bene, a giudicare dai numeri. Nata nel 2014 dalla separazione dall’allora SMB SA di Biasca, l’azienda ha conosciuto una continua crescita che si è ulteriormente rafforzata da quando, nel 2017, è passata in mano al gruppo francese Marle, secondo più grande produttore per conto terzi di protesi ortopediche.

«Io sono arrivato in questa azienda nel 2016 - ricorda Costa -. Allora avevamo un fatturato di circa 15 milioni di franchi all’anno, che nel frattempo si è più che triplicato. Avevamo 75 dipendenti, che sono diventati quasi 200, compresi apprendisti e lavoratori temporanei. E solo per la produzione abbiamo dovuto espandere gli spazi di Sant’Antonino di circa 4.500 metri quadri».

La tela di fondo dell’incredibile successo dell’azienda ticinese è rappresentata dalla forte domanda di protesi ortopediche a livello mondiale. Un contesto che offre un vantaggio competitivo a chi, come la Marle SMB Medical, vanta una grande esperienza nella forgiatura di precisione ed è in grado di rispondere con rapidità e flessibilità alle esigenze dei clienti.

«La crescita del mercato delle protesi è dovuta in primo luogo ai progressi della tecnica, che rende i prodotti sempre più facilmente impiantabili - spiega Costa -. Oggi è più probabile che il medico propenda per l’uso di una protesi, visto che l’intervento è diventato più semplice, più sicuro e meno invasivo».

Sempre più spesso, aggiunge Costa, la protesi viene impiantata ancor prima che si verifichi un infortunio, a titolo preventivo. «Sappiamo tutti che la rottura dell’anca, specialmente per gli anziani, può essere l’ultima pietra miliare prima dell’inesorabile tramonto - afferma Costa -. Dover restare fermi per parecchi mesi è debilitante sia a livello fisico, sia a livello emotivo. Ci si sente inutili, chiusi in casa, senza la possibilità di muoversi. È un periodo estremamente difficile, dal quale non tutti si rialzano. Per questo, sapendo che i soggetti più a rischio sono quelli osteoporotici, oggi si tende a sottoporre queste persone a un intervento preventivo. Si impianta una protesi per scongiurare il rischio che una caduta in casa possa costare loro mesi di clausura forzata».

Allo stesso tempo, anche i giovani fanno la loro parte nella crescita della domanda di protesi. «Oggi tutti fanno sport e quindi anche gli infortuni sportivi sono sempre più frequenti -. osserva Costa -. Inoltre, anche in ambito sportivo si fa sempre più prevenzione, si tende ad agire in anticipo, anche grazie al fatto che, come detto, gli interventi sono decisamente meno invasivi di qualche tempo fa».

Tutti questi fattori fanno sì che alla Marle SMB Medical la produzione proceda a pieno regime, ventiquattr’ore su ventiquattro. «Non ci siamo fermati nemmeno durante il Covid», ricorda Costa. E quest’anno, per la prima volta, potrebbe essere superata la soglia del milione di protesi «Made in Sant’Antonino» e rivendute ai quattro angoli del globo.

«La domanda svizzera è limitata al numero di abitanti - nota Costa -, circa il 90% della nostra produzione esce dai confini nazionali».

Non sempre direttamente. Perché la SMB Medical lavora per conto terzi, vale a dire che sviluppa e produce protesi che poi finiscono sul mercato con il marchio di grandi gruppi come Medacta, Johnson & Johnson, Stryker o Smith & Nephew. «Noi aiutiamo questi gruppi a sviluppare i loro prodotti, ci occupiamo del processo di engineering, ricerca e sviluppo, forgiatura edi parte della finitura - spiega Costa -. I nostri clienti prendono i prodotti, magari li finalizzano ulteriormente, li sottopongono ad altri trattamenti ove necessari, si occupano del packaging sterile e della distribuzione sul mercato mondiale».

Per questi gruppi, il vantaggio di avere Marle SMB Medical come partner è duplice. Da una parte diversificano le fonti, assicurandosi una continuità di produzione anche nel caso in cui dovesse sorgere qualche problema di approvigionamento. Dall’altra sanno di potersi affidare a un’azienda che ha una comprovata esperienza nell’ambito della forgiatura di precisione.

Dei «fini metallari» il cui rock è molto richiesto, sebbene la Svizzera non sia conosciuta per l’economicità della sua produzione manifatturiera. «Che il nostro Paese sia caro è un luogo comune che bisogna sfatare - replica Costa -. In realtà il costo della manodopera in Svizzera è uguale o talvolta minore rispetto all’Italia o alla Francia. È vero che gli stipendi sono più alti ma il cuneo fiscale è nettamente inferiore. Se in Francia un dipendente mi costa 100, dovrò spenderne altri 100 tra welfare e imposte. In Svizzera il dipendente mi costa 150, ma allo Stato ne bastano 20, con un vantaggio economico netto».

La Svizzera può essere un terreno fertile per le aziende, secondo Costa, a condizione che queste siano gestite in modo oculato. «Ci vuole un livello salariale sostenibile - prosegue Costa -, nel senso che ci vogliono equità, meritocrazia e differenziali salariali tra dirigenti, quadri e maestranze che siano, appunto, sostenibili. Così succede in Marle SMB Medical. Non si può pensare di avere manager con stipendi faraonici. Noi in generale offriamo dei salari reali ottimi, una cassa pensioni che a detta dei sindacati ha pochi eguali in Ticino, paghiamo tramite accordi cantonali il 75% del costo del trasporto pubblico , garantiamo tutta una serie di assicurazioni e incentivi. Crediamo nell’importanza di avere dei lavoratori soddisfatti e motivati. E i risultati dimostrano che siamo sulla strada giusta». (4 - continua)

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