L'INTERVISTA

«Idee innovative? Siamo aperti anche al Ticino»

Rudolf Obrecht, presidente di F.G. Pfister Holding, parla del «suo» Prix Suisse e delle prospettive future
Rudolf Obrecht
Mauro Spignesi
03.12.2023 19:03

L’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton ha parlato in esclusiva delle sfide globali al Prix Suisse, l’11 novembre a Berna. Il Prix Suisse è un prestigioso premio annuale dell’organizzazione «no profit» Iniziativa Svizzera conferito a persone che si distinguono in diversi settori a favore della Confederazione. Ne parliamo con Rudolf Obrecht, presidente del Consiglio d’amministrazione della F. G. Pfister Holding, collegata a Iniziativa Svizzera.

Presidente Obrecht quest’anno il Prix Suisse ha avuto come ospite Clinton. È stata anche l’occasione per analizzare le prospettive future della politica internazionale. Dal suo osservatorio lei come vede i prossimi anni, ci sarà ancora instabilità e come influirà sull’economia?

«Ci sono sicuramente persone più competenti in grado di analizzare i principali eventi politici del nostro tempo in interazione con l’economia globale, ma ovviamente io seguo da vicino gli eventi. L’andamento dei tassi di interesse ha sempre avuto storicamente un impatto significativo sulle condizioni economiche globali. Soprattutto per quanto riguarda le prossime elezioni negli Stati Uniti, il contesto economico potrebbe essere decisivo per l’esito del voto. Un cosiddetto «hard landing» dell’economia statunitense probabilmente ridurrebbe drasticamente le possibilità di rielezione di Joe Biden».

E se vincesse Donald Trump?

«Se Trump dovesse essere rieletto, ciò potrebbe porre nuove sfide diplomatiche all’Europa, ad esempio per quanto riguarda l’Ucraina. Dal punto di vista economico, Trump cercherebbe probabilmente di allentare le tensioni con la Cina, puntando quindi a una politica di distensione. Ma su tutte queste manovre geopolitiche incombe l’ombra dell’enorme montagna di debito nazionale accumulatasi negli ultimi anni».

Il Prix Suisse 2023 è andato all’atleta Marco Odermatt. Uno sportivo. L’anno scorso era andato a Martine Clozel per la ricerca. Nel 2024 sarà premiato un personaggio del mondo culturale. Riepilogando: ricerca, business, sport e cultura, sono i quattro capisaldi di Iniziativa Svizzera. Una formula che funziona?

«La formula è stata scelta deliberatamente e corrisponde esattamente alle nostre idee. Iniziativa Svizzera vuole contribuire attivamente al successo dello sviluppo del nostro Paese. L’obiettivo principale è sostenere idee e progetti innovativi ovunque nel Paese e in tutte le regioni linguistiche. In questo modo, promuoviamo l’imprenditorialità, la creatività e l’innovazione per il futuro di una Svizzera ambiziosa e di successo».

Un premio per stimolare anche i giovani?

«Il Prix Suisse è un ambasciatore e una piattaforma per far conoscere il nostro progetto generazionale. È poi un riconoscimento di risultati eccezionali oltre che un modo per mettere in evidenza la ricca diversità del Paese. Più che un semplice premio, è un simbolo dei nostri sforzi per promuovere la Svizzera in tutte le sue sfaccettature».

Come Fondazione F. G. Pfister voi aiutate tramite Iniziativa Svizzera le aziende a svilupparsi, quasi un incubatore di talenti e idee di business. Da quando avete iniziato quante ditte avete seguito e che tipo di attività avete svolto?

«Dobbiamo fare una chiara distinzione. Da un lato, c’è l’Iniziativa Svizzera. Sostiene da due a tre progetti all’anno provenienti da tutta la Svizzera. L’attenzione si concentra su idee lungimiranti, nuove tecnologie innovative e un’implementazione sempre valida nella realtà. Dall’altro lato, c’è la F. G. Pfister Holding AG, che appartiene al 100% alla Fondazione F.G. Pfister ed è attiva a livello imprenditoriale. F.G. Pfister Holding AG si concentra su investimenti a lungo termine nei settori dell’industria e dei servizi in Svizzera. L’attenzione si concentra sugli investimenti in PMI svizzere che cercano una soluzione per la successione».

State seguendo anche PMI in Ticino che cercano una soluzione per la successione?

«Non al momento. Vorremmo far conoscere meglio la Fondazione F. G. Pfister e le sue attività in Ticino. Questo soprattutto per le PMI della Svizzera italiana che si confrontano con i problemi di successione. Siamo attivi a livello nazionale e sarei lieto di incontrare imprenditori ticinesi interessati al nostro modello».

Lei ha detto che il criterio decisivo per l’acquisizione di una azienda è lo «spirito Pfister». Ci spiega sinteticamente di cosa si tratta?

«Con lo spirito Pfister intendiamo la stessa filosofia e cultura nella gestione di un’azienda. Per noi è di grande importanza il rispetto dei dipendenti e di tutte le risorse dell’azienda. Tuttavia, siamo chiaramente attenti alle prestazioni. F. G. Pfister, il nostro fondatore, diceva sempre: prima si guadagna, poi si distribuisce. Questo è esattamente il modo in cui la pensiamo ancora oggi».

Cosa distingue il vostro modello da altri investitori nel mercato riguardo all’acquisizione di PMI svizzere che cercano una successione?

«Non ci occupiamo di private equity. Non ci interessa scorporare le aziende per vendere le divisioni di successo. Vogliamo essere una soluzione a lungo termine e contribuire a garantire i posti di lavoro in Svizzera. Dunque non cambia nulla di sostanziale per le aziende che acquisiamo. Quando investiamo in una PMI, questa continua a operare in modo autonomo, come prima. Crediamo nell’efficienza e nella forza delle aziende decentrate con una propria cultura aziendale. Quello che possiamo fare è fornire sicurezza e mettere a disposizione la nostra esperienza e la nostra rete, se richiesto. Crediamo in aziende indipendenti con la massima libertà d’azione. In fondo, siamo la soluzione di successione senza legami familiari».

Molte aziende rallentano la loro corsa per mancanza di idee, talenti, giovani o perché i vecchi proprietari non trovano nei figli persone capaci di prendere il testimone. Vede questa tendenza più accentuata al sud della Svizzera?

«La difficoltà di trovare soluzioni di successione è una sfida nazionale. Di conseguenza, non vedo differenze tra il Ticino, la Svizzera francese o la Svizzera tedesca. Nell’odierno panorama economico, caratterizzato da ritmi serrati, è essenziale essere costantemente innovativi. La capacità di un’azienda di adattarsi e progredire è fondamentale per il suo successo a lungo termine. La leadership di un’azienda deve essere consapevole che il successo di oggi appartiene già al passato e che si tratta di sviluppare continuamente prodotti, servizi e adattare le strategie di marketing ai tempi. È fondamentale che le aziende adottino misure negli anni migliori per raggiungere le posizioni strategiche di successo necessarie in futuro. Purtroppo questo aspetto viene spesso trascurato, secondo il motto «i leoni grassi non cacciano».

Lei ha sempre ripetuto che è sbagliato dire che i politici devono fare di più, perché il successo della Svizzera e del sistema federale non si basa sul fatto che i politici facciano di più, ma sul fatto che i cittadini facciano qualcosa. È ancora convinto?

«La mia filosofia si è sempre concentrata sul fatto che il potere di cambiare è nelle mani dei cittadini e che ogni persona ha una responsabilità personale. Coloro che si assumono la responsabilità per sé stessi non sono vittime delle circostanze, ma protagonisti dell’azione. È facile dare la colpa agli altri, ma in definitiva la responsabilità del cambiamento è nostra. In un sistema come il nostro, basato sulla democrazia diretta, abbiamo il privilegio e il dovere di partecipare attivamente alla formazione del nostro futuro. Il cambiamento inizia da noi».

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