Il sogno, a 12 anni, della Tv indipendente
Per me erano un po’ come i pirati, salpati da Melide per un telegiornale al bar che cercava di sopravvivere e di scardinare il monopolio della TSI nell’informazione televisiva regionale. Quel 19 settembre 1994 avevo 12 anni e da poco ero riuscito a ottenere un televisore in camera, in una famiglia che non ne aveva mai voluto uno. Convinsi i miei genitori nel 1993, esprimendo il desiderio di assistere al lancio di Euronews, canale d’informazione europeo diretto da Dario Robbiani. Deve essere apparsa una richiesta insolita per un undicenne, tanto che la risposta fu sorprendentemente affermativa. Era un vecchio schermo con antenna portatile e senza telecomando. Si vedevano solo pochi canali e per intercettare anche Telecampione occorreva sperare nel bel tempo e spostare «il baffo» nel punto giusto. Non sempre ci riuscivo, ma a volte «Caffè del Popolo» appariva sul piccolo televisore, anche se non nitidamente.
La trasmissione era frutto di un accordo tra il Giornale del Popolo, diretto da Filippo Lombardi, e Telecampione, emittente di Campione d’Italia guidata da Giovanni Casella. Il programma era suddiviso in due parti: tra le 18.30 e le 19 l’intrattenimento con Yor Milano e dalle 19 notizie d’attualità, servizi commentati in studio e, in alcuni casi, un breve dibattito. Ero affascinato dallo spirito pionieristico che traspariva da quel “Caffè” e dallo stile graffiante dei servizi giornalistici che Marco Bazzi e la sua piccola redazione confezionavano per la parte dedicata alle «news», che presto sarebbe diventata «TiNews». In quegli anni, in Italia, nasceva anche il Tg5 di Enrico Mentana e mi sembrava di percepirne l’influenza: nello studio, nella conduzione, nella cronaca, nella tempestività e nell’incisività. Una piccola grande novità nel panorama mediatico cantonale che stimolava la TSI.
Conservo ancora qualche ritaglio di giornale, come quello del 1996 in cui si leggeva «Il Quotidiano vuol bersi il Caffè del Popolo», dove si annunciava la decisione della TSI di anticipare l’attualità regionale dalle 19.30 alle 19. Le basi per la nascita di TeleTicino erano state gettate, ma per trasmettere come emittente svizzera e sganciarsi da Telecampione occorreva una concessione. E così, quei pirati che veleggiavano sulle onde di Telecampione, nel 1999 ottengono ciò che desiderano: «Dal 1° marzo 1999 - spiegava Lombardi al Corriere del Ticino - usciremo con il nostro logo e con la nostra immagine e non più come ospiti dell’emittente campionese. In concreto diventiamo padroni in casa nostra». Il sogno di partecipare all’avventura, seguita passo dopo passo da quel piccolo schermo, si è avverato nel 2006, con l’acquisizione di Radio3i (Gruppo Piccadilly) da parte di TeleTicino.
Avevo da poco terminato gli studi e, a tempo parziale, facevo parte della redazione dell’emittente radiofonica. Non intravedevo grandi prospettive e avevo iniziato a raccogliere informazioni per un soggiorno linguistico in Australia. Durante un turno radiofonico serale, ho involontariamente assistito a una visita di Filippo Lombardi e della sua squadra nella sede di Mendrisio. Intuivo che da lì a poco si sarebbe concretizzata l’acquisizione e il passaggio di tutta la struttura a Melide. Ricordo ancora i postumi del trasloco, le difficoltà tecniche, il ritmo incalzante della cronaca, zigzagare tra un radiogiornale e un tg, i primi esperimenti «multimediali» e poi la possibilità di realizzare le proprie idee, di osare, di sorprendere e, a volte, anche di sbagliare.
A 30 anni di distanza, l’augurio è che TeleTicino possa conservare quell’entusiasmo e quella passione che trasparivano sin dalle prime puntate di quel telegiornale al bar e che ancora oggi, grazie all’appartenenza ad una realtà come il Gruppo Corriere, continuano ad aleggiare nei nostri corridoi.