Economia

Il Ticino chiama, Israele risponde

Il distretto del lifestyle e quello tecnologico stanno attirando aziende e capitali
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
12.03.2023 12:30

Più di 2.600 chilometri di distanza possono essere molti ma anche non troppi. Anzi, molto pochi. Soprattutto se in aereo si riducono a tre ore e mezza di viaggio e la vicinanza si tocca con mano tutti i giorni per esempio a Mendrisio. Dove oggi per un’azienda controllata da un gruppo statunitense-israeliano lavorano già 90 persone e in futuro potrebbero anche aumentare. Ticino e Israele possono insomma sembrare lontani. E invece mai come oggi Ticino e Israele sono molto più vicini di quanto si possa immaginare. E in futuro potrebbero essere ancora più uniti grazie a collaborazioni, investimenti e progetti che stanno per nascere o sono già realtà nel campo dell’innovazione, della ricerca e della formazione.

Servirà anche a questo la giornata di oggi, domenica 12 marzo, al Palazzo dei congressi di Lugano. A suggellare una partnership sempre più solida. Ma anche per fare qualcosa che va ancora più in là, ovvero «lanciare di una piattaforma permanente tra Ticino e Israele», precisa Carlo Terreni, presidente del Lifestyle Tech Competence Center (LTCC), il centro di ricerca e sviluppo che agisce come facilitatore di progetti innovativi per le aziende del settore lifestyle e fa parte dello Switzerland Innovation Park (il sistema svizzero dell’innovazione). Una giornata chiamata non a caso Swiss Israeli Day. Che ha come obiettivo proprio quello di sostenere le imprese israeliane a investire in Europa attraverso la Svizzera, nonché sostenere le aziende svizzere a entrare e investire nel mercato israeliano.

«Ecco perché siamo qui»
Svizzera e Israele sembrano distanti ma sono vicini, dunque. Non a caso proprio oggi verrà presentato il lancio di un progetto di ricerca con la Shenkar università di Tel Aviv, che vede in prima fila una nota azienda di abbigliamento che sede nel Luganese, la Guess, lo stesso LTCC, l’USI e la SUPSI.

Così come a intervenire sarà proprio la CEO di quell’azienda di Mendrisio in forte espansione, la 7 For All Mankind, che fa parte del gruppo statunitense-israeliano, Delta Galil. Un gruppo del ramo tessile enorme, che impiega circa 10mila persone in tutto il mondo e realizza fatturati straordinari. «Qui c’è un ambiente estremamente fertile per fare impresa - conferma la CEO di 7 For All Mankind, Francesca Toninato -. Se quando ci siamo insediati abbiamo subito apprezzato la presenza di una burocrazia snella e la struttura fiscale favorevole, con il tempo abbiamo anche trovato vantaggioso il fatto di essere inseriti e far parte di un distretto del fashion e di poter beneficiare di un sistema innovativo e formativo di livello oltre che di una disponibilità di talenti e risorse competenti».

Domani si replica
Svizzera e Israele possono sembrare lontani ma in realtà non solo possono essere più vicini di quanto sembri, ma si somigliano anche molto. Perché entrambi i Paesi puntano forte sull’innovazione e tutti e due hanno imprese fortemente orientate alla tecnologia, al digitale e in generale al non stare mai fermi. Ecco perché domani, lunedì 13 marzo, in qualche modo si replica.

Questa volta con un think thank chiamato Lifestyle Innovation Day a cui parteciperano più di 800 persone. Per parlare certo di impresa, ma anche di ricerca, università, digitalizzazione, private equity, risorse umane, finanziamenti, sguardi futuri, nuove sfide, sostenibilità , tecnologie emergenti e anche partenership con Israele, un Paese che in Ticino sta mettendo più di un piede.

Non a caso in un futuro non troppo lontano saranno anche organizzate missioni d’impresa bilaterali. Così da avvicinare ed espandere ancora di più la collaborazione tra due Nazioni così distanti, eppure così vicine nel loro modo di fare impresa, attrarre capitali e investimenti.

«Se riusciremo ad aumentare la collaborazione, tutte e due le economie ne usciranno vincenti»

Medico e presidente della sezione ticinese dell’associazione Svizzera Israele, Adrian Weiss crede molto nella collaborazione tra i due Paesi.

Iniziamo proprio da qui. Perché è così convinto?
«Svizzera e Israele sono equivalenti per espansione territoriale e numero di abitanti e ambedue vantano alti livelli accademico-universitari, di ricerca, d’investimenti e round financing. Il loro numero di start-up è tra i più alti al mondo. Da qui l’idea che una collaborazione tra di essi sia un’iniziativa vincente».

Una collaborazione esiste già?
«Sì, Israele e Svizzera già a livello nazionale hanno delle iniziative comuni coordinate anche tra i rispettivi dicasteri e dipartimenti cantonali dell’economia».

Anche in Ticino?
«Sì, vorrei menzionare Christian Vitta per il modo positivo in cui il Ticino, pur essendo un cantone relativamente piccolo, si sta fortemente adoperando per diventare un player di spicco e attrarre un numero sempre maggiore di start-up».

In che modo sta operando?
«Lo sta facendo anche attraverso l’attività della fondazione AGIRE con la quale si cerca di fare in modo da coordinare start-up e centri di competenza specifici allo scopo di attrarre risorse locali e risorse finanziarie e, nel contempo, di espandere le iniziative all’estero, favorendo, da una parte l’approccio a società estere- incluse le israeliane- che sono disposte a stabilirsi sul territorio e collaborare con il parterre delle realtà ticinesi e, dall’altra attraendo in Ticino privati e finanziatori».

In Ticino esistono già società israeliane.
«Sì e hanno creato un network locale. Una delegazione della Fondazione AGIRE ha visitato Israele e incontrato sia i rappresentanti delle autorità locali, sia accademici e università e società israeliane, che potranno lavorare localmente da Headquarters in Ticino espandendosi a livello nazionale e internazionale. E non è tutto».

Prego.
«Ci sono stati incontri promossi dall’associazione Svizzera Israele a livello universitario con l’Istituto israeliano delle Scienze Weizmann - considerato il sesto al mondo per scoperte e brevetti - e con accademici ed economisti dell’Università di Aviv, e con autorità israeliane, come Yuval Steinitz già ministro dell’Economia e Finanze, che nel settembre 2022 ha fatto visita al Ticino, incontrando anche Christian Vitta e persone del mondo imprenditoriale. Si sta lavorando moltissimo sia a livello accademico che su basi economiche».

Tutto questo cosa porterà?
«L’obiettivo è di trasformare il Ticino a vantaggio dei settori tecnico-economico e dell’occupazione, soprattutto per i giovani che non sarebbero più obbligati a lasciare il cantone, come purtroppo oggi spesso accade. Io stesso, che mi occupo di studi a livello internazionale in ambito farmaceutico, sto lavorando per inserire il Ticino tra uno dei cantoni in cui conviene stabilirsi e lavorare».

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