In Ticino ci sono «troppi» mercatini di Natale

Quest'anno per la prima volta il signor Donato passerà San Silvestro in piazza della Riforma a Lugano, a sfornare vin brulè nella «sua» bancarella. Anche se non ha molto di che festeggiare.
«Sono sempre con l’acqua alla gola. È questa la verità. Chi fa il mio mestiere non ha vita facile, almeno in Ticino».
Ma il brindisi è doveroso. Il Comune ha deciso di estendere l’orario del mercatino fino alla 1 di Capodanno, per permettere agli esercenti «irriducibili» di sfruttare al massimo le bancarelle.
Donato Cedola ha occupato la sua il 27 novembre e ne uscirà all'Epifania. Oltre un mese di lavoro ininterrotto, senza un giorno libero né malattia che tenga. Mancherà solo a Natale e il 30 gennaio, per andare a una fiera a Ilanz (GR).
«In Svizzera interna funziona tutto meglio, per fortuna» dice. «La gente apprezza la qualità e ha ancora la possibilità di spendere».
I mercatini salgono a 64
In Ticino la concorrenza è sempre più numerosa. Sono una sessantina (64 per la precisione) le manifestazioni natalizie censite quest’anno da Ticino Turismo, che d’abitudine stila un elenco il più possibile completo e ha registrato un aumento rispetto all’anno scorso (erano una cinquantina) seppur con beneficio d’inventario. Da Airolo a Chiasso, non c’è città grande o piccola che non esprima la sua anima natalizia. Dai villaggi permanenti (Lugano, Bellinzona, Locarno) agli eventi di un giorno o due sparpagliati in una miriade di paesi: il Bellinzonese (19 eventi) è il distretto più attivo, seguito da Luganese (17), Locarnese (15) e Mendrisiotto (13).
Per qualcuno sono anche troppi. Anche perché la clientela, in tempi di inflazione e austerità (pubblica e privata), non è che sia diventata più ricca.
Chi spende e chi no
«A Natale non so se siamo tutti più buoni, ma siamo sicuramente di più» sintetizza Cedola. «L’offerta è esagerata e la domanda non aumenta».
Concorda Consuelo Grassi, che vende lavori a maglia nella casetta affianco. Sferruzza da quando era bambina - «me lo ha insegnato mia mamma» - e non potrà smettere nemmeno in pensione: «Vivo di mercatini tutto l’anno, non solo a Natale, e con i mercatini la pensione è magra. Per fortuna mi piace».
Monique Conti in pensione ci è già e vende candele poco più in là.Fino a qualche anno fa riusciva a vendere anche quelle più grosse, da 22 franchi l’una, oggi solo a 13 franchi.
«È vero che c’è in giro tanta gente, arrivano anche i pullman direttamente dall’Italia» osserva. «Ma per molti è una passeggiata, guardano e non comprano».
Viva la sincerità. I sondaggi confermano: secondo una rilevazione della società EY un terzo degli svizzeri ha provato a ridurre la spesa per i regali quest’anno, spesso senza riuscirvi (la previsione a inizio mese era di 341 franchi in media, il 21 per cento in più rispetto al 2024). Eppure sentendo gli organizzatori delle principali manifestazioni in Ticino non sembra che le cose vadano così male.
Trionfo a Bellinzona
La «capolista» è Bellinzona anche per anzianità: almeno a detta del vicepresidente della Società dei commercianti Carlo Banfi, il mercatino della capitale è il più antico del Ticino, con i suoi 45 anni di età. «Siamo stati i primi e poi sono venuti tutti gli altri, anche troppi a mio avviso».
Con 200 bancarelle (e 70 espositori in lista d’attesa) il mercatino bellinzonese domenica scorsa ha attirato diecimila persone - «un trionfo» - e si appresta oggi a fare il bis. Anche qui arrivano i pullman dall’Italia - «spendono, spendono» - ma anche tanti fruitori da oltre Gottardo, oltre ai ticinesi. «Le cose funzionano perché puntiamo molto sulla qualità». Anche il villaggio natalizio in piazza del Sole - con sette casette e pista di pattinaggio aperta anche in settimana -sta registrando «ottimi numeri» a detta degli organizzatori (gruppo Enjoy).
Winterland e il resto
Grande successo anche a Locarno: si giocherebbe il primo posto nella classifica (arbitraria, ovviamente) non fosse che i numeri del villaggio in piazza Grande non vengono resi pubblici: «Sono comunque eccezionali» assicurano gli organizzatori (sempre Enjoy).
Qualche malumore invece nel mercatino più propriamente detto, una quindicina di bancarelle in piazza Magnolia, nonostante alcune siano offerte gratuitamente agli esercenti. «Siamo consapevoli che non tutti gli espositori sono soddisfatti delle vendite» ammette il responsabile Michael Lämmler. «La parte food funziona molto bene, l’artigianato meno ma è un fenomeno direi generale». Il mercatino della Città Vecchia invece ha riempito 260 bancarelle l’8 dicembre, quaranta in più rispetto a tre anni fa. «Una cinquantina di espositori sono dovuti rimanere in lista d’attesa» spiega l’organizzatrice Nicole Schwab. «È stata un’edizione molto positiva».
Baciati dal sole
Il caldo - che ha penalizzato gli impianti sciistici - è una manna per gli ambulanti, anche nel Mendrisiotto che tradizionalmente è più «debole» e non ha un mercatino fisso. La piazza più forte qui è quella di Chiasso - 35 anni di storia - dove all’evento clou (l’accensione dell’albero all’Immacolata) erano presenti 130 bancarelle.
«Attorno agli appuntamenti principali si sono sviluppati negli anni tanti eventi di paese ed è vero che il rischio, spesso, è di ritrovare gli stessi prodotti» ammette Roberta Donadini della Società dei commercianti del Mendrisiotto. «Il giudizio andrebbe chiesto agli esercenti, ma la mia impressione è che siano per lo più soddisfatti. Poi c’è sempre chi si lamenta».
Mercatino che vai, prezzi che trovi
A volte le lamentele, si sa, servono a tirare sul prezzo. Le tariffe per gli esercenti variano molto, in base a strutture e servizi offerti (dalla casetta alla semplice bancarella) e vanno dai 45 franchi al giorno nel mercatino di Locarno (tranne quelle gratuite) ai 132 al giorno per gli stand gastronomici di Winterland, mentre quelli del Villaggio di Natale di Bellinzona costano un po’ meno (119 franchi al giorno, 5mila per sei settimane). A Lugano l’affitto per sei settimane è di 1.860 franchi (45 al giorno) e non è stato aumentato negli ultimi anni.
«Per fortuna. Con quello che guadagno oramai riesco a coprire le spese, e poco più».
In mancanza di clienti Danilo ne approfitta per offrire a Consuelo e Monique un bicchiere di vin brulè. Tanto vale berci sopra. «Per lo meno - si consolano - la compagnia è piacevole».
