La storia

In Ticino si cuciono le mutande dei divi di Hollywood

Le sarte della Zimmerli di Mendrisio confezionano a mano diverse centinaia di migliaia di capi di biancheria intima all’anno
©Gabriele Putzu
Andrea Stern
Andrea Stern
26.05.2024 14:00

È probabile che Sylvester Stallone non sappia dove si trova Mendrisio. Tuttavia l’attore statunitense ha contribuito a far conoscere il Magnifico Borgo nel mondo con la canotta indossata nel celeberrimo film «Rocky». Come lui, anche Halle Berry in «Gothika», Hugh Jackman in «Wolverine» o ancora Jamie Dornan nel bollentissimo «50 sfumature di grigio» hanno esibito biancheria intima confezionata pazientemente a mano in uno spartano edificio a ridosso dei binari ferroviari a Mendrisio.

Sono poco più di una cinquantina le sarte che tengono alto il nome del «Made in Switzerland» cucendo mutande, canottiere, calze e pigiama destinati alla clientela più esigente. Re Carlo III non ha mai fatto mistero della sua predilezione per la biancheria intima svizzera, Nicole Kidman si è regalata dieci pigiama (maschili), David Beckham si è lasciato ritrarre con una canottiera Zimmerli nonostante un contratto milionario con Armani. Il calciatore l’ha fatto gratis, di sua spontanea scelta, visto che l’azienda svizzera non paga le star. «Noi non facciamo pubblicità con i testimonial - dice Renzo Sigrist, CMO di Zimmerli -. Facciamo pubblicità con la qualità dei nostri prodotti».

La storia del successo di questa azienda inizia con un fallimento. Era il 1871 quando l’invenzione dei coloranti sintetici costrinse l’argoviese Johann Jakob Zimmerli a chiudere la sua attività di tintore di tessuti. Con sette figli a carico, Zimmerli aveva bisogno di una nuova fonte di sostentamento. La trovò sua moglie Pauline, in un annuncio di giornale che metteva in vendita una macchina per maglieria proveniente dall’America in grado di produrre - si diceva - 36 paia di calze al giorno. Un progresso inimmaginabile, per la Svizzera di allora. La famiglia Zimmerli acquistò quella macchina americana, che grazie alla grande abilità manuale di Pauline le permise di creare una nuova fiorente attività.

Poco dopo però il marito morì. Oltretutto le macchine per maglieria si stavano diffondendo a vista d’occhio, ciò che toglieva a Pauline Zimmerli il suo vantaggio concorrenziale. Fu allora che l’ingegnosa imprenditrice decise di andare oltre, ideando e facendo realizzare negli Stati Uniti una macchina per maglieria a due aghi, in grado di produrre tessuti di velluto a coste, stabili, elastici e confortevoli.

Fu l’inizio di un’ascesa che porterà la sua biancheria intima a essere venduta nei leggendari grandi magazzini parigini «Au Bon Marché», a vincere la medaglia d’oro all’Esposizione universale del 1889 e poi su, sempre più su, fino a diventare l’oggetto feticcio della gente che conta.

«Ma alla base c’è ancora l’intuizione della nostra fondatrice - riprende Sigrist -. L’iconica canotta Richelieu, quella indossata da Sylvester Stallone e da molti altri attori, si basa su un’innovazione di maglieria di Pauline Zimmerli e ha quindi una storia di oltre centocinquant’anni. Grazie alla sua lunga tradizione e all’inconfondibile qualità, è diventata un pezzo forte, anche per gli stilisti di Hollywood. Ma viene ancora lavorata a Tägerwilen (TG) su macchine appositamente attrezzate e confezionata a Mendrisio».

L’intera produzione, diverse centinaia di migliaia di pezzi all’anno, avviene ancora oggi interamente in Svizzera. Un’anomalia in un mondo della moda ormai monopolizzato dall’Asia. «Purtroppo le aziende tessili che producono in Svizzera sono sempre meno - nota Sigrist -. Il settore si è ristretto e questo rende più difficile trovare personale qualificato e appassionato, in particolare nel reparto di cucito. Però per noi la Svizzera resta il posto giusto, finché rimarremo sulla strada di quella qualità senza compromessi che tanto viene apprezzata dai nostri clienti».

Perché la biancheria intima non è tanto un bene che si ostenta, ma che si porta a diretto contatto con la pelle. «I nostri clienti amano la sensazione di indossare la biancheria intima più confortevole, prodotta in modo sostenibile e con materiali naturali - spiega Sigrist -. Zimmerli è sinonimo di quiet luxury. Non si tratta di un lusso chiassoso ma del proprio personale senso di benessere.Un marchio per intenditori, che vogliono sentire il lusso piuttosto che esibirlo».

Poi capita che ci siano personaggi come Sylvester Stallone che esibiscono i propri muscoli sotto una canottiera «Made in Switzerland». Una pubblicità senz’altro apprezzata. Ma il vero ruolo della biancheria intima Zimmerli è quello di accompagnare dolcemente i clienti nella loro intimità. «I nostri modelli più venduti sono ancora quelli dell’intimo classico - spiega Sigrist -. Si osservano però delle nuove tendenze. Per esempio, da quanto è stato introdotto il telelavoro abbiamo notato un aumento della richiesta di abbigliamento loungewear alla moda. Poi hanno sempre successo la classica canottiera, con grande attenzione alla perfezione del tessuto e alla lavorazione, e la classica T-shirt bianca, che quest’anno fa parte di ogni guardaroba».

Complessivamente a Mendrisio vengono confezionate ogni anno diverse centinaia di migliaia di capi, che poi si indirizzano verso il mondo intero. «Un terzo dei nostri clienti vive in Svizzera - afferma Sigrist -, gli altri sono distribuiti in tutto il mondo, con particolare attenzione all’Europa e agli Stati Uniti. Fondamentalmente, Zimmerli è più forte nei Paesi dove si trovano un buon potere d’acquisto e un’elevata attenzione alla qualità».

Ogni mercato ha le sue richieste. Curiosamente persino all’interno della sola Svizzera si notano differenze di gusti. «Come marchio di lusso moderno, urbano e orientato all’internazionalità, la qualità è la nostra caratteristica più importante che ci viene riconosciuta da tutti i clienti - spiega Sigrist -. Tuttavia, i nostri dati mostrano scelte diverse. Per esempio, gli uomini della Svizzera tedesca sono più propensi a scegliere i boxer di colore nero, bianco o blu, mentre i ticinesi e i romandi preferiscono solitamente gli slip».

Ciò che accomuna tutti, invece, è la ricerca di biancheria intima comoda ed elegante. «Il grande vantaggio della nostra attività - conclude Sigrist - è che la biancheria intima è sempre richiesta. La domanda è relativamente costante. Poi sta a noi affrontare la meravigliosa sfida di riuscire a convincere sia i clienti esistenti sia quelli nuovi offrendo loro l’artigianato svizzero, i materiali più pregiati e la massima qualità».

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