La Coppa delle Alpi a cavallo del confine

Le piazze del centro di Brescia, la città della Mille Miglia, leggendaria gara di auto d’epoca, si sono trasformate da salotti dei caffè con vista sui palazzi antichi in una passerella per la sfilata delle automobili storiche che partecipano all’edizione invernale, la Coppa delle Alpi. La competizione di motorsport seguirà un itinerario che, attraverso i valichi di montagna, passa dalla Svizzera e dall’Austria sfidando le bufere di neve previste dalla meteo. Ma è questo il suo fascino. Sotto una pioggia battente, sullo sfondo del Duomo e del Broletto le auto vintage si allineano per le verifiche sportive necessarie ad attestare che i requisiti meccanici siano in regola. Il tecnico Angelo Deviardi spiega che tutti i componenti di motore e carrozzeria devono essere originali «come quando la vettura è uscita dalla concessionaria. E gli eventuali pezzi di ricambio devono rispettare rigorosamente le norme di fabbricazione».
Una Porsche 911 del 1973
Una Fiat del 1937 ha appena finito il controllo e chiedo a Deviardi come farà ad affrontare i tornanti alpini sotto la neve. «Hanno le gomme chiodate regolari dell’ epoca», risponde. Nel corso della gara nessuno si ferma per mettere le catene. Si prepara alla verifica una Porsche 911 del 1973, guidata da una coppia svizzera di Zurigo. Al volante il toscano Stefano Ginesi con la moglie Susanna Rohr co-pil ota. La vettura è messa a disposizione dalla casa automobilistica tedesca, dove Ginesi lavora. Susanna mostra il roadbook del navigatore, una successione matematica di distanze e tempi di percorrenza da calcolare per le prove medie e di regolarità, che sono cronometrate al centesimo di secondo. Spiega che su percorsi di 8 chilometri. si viaggia ad una media dai 30 ai 40 chilometri all’ora. Alle 17.30 i 42 equipaggi in gara, provenienti da 10 nazioni diverse, sono pronti a competere per il Trofeo Città di Brescia nell’ iconica Piazza Vittoria, rinomata per la Mille Miglia classica, denominata «la corsa più bella del mondo».
Una Bugatti T 37 A del 1927
Il pubblico si ripara sotto i portici dalla pioggia che non dà tregua, mentre assiste a una sequenza di storia dell’automobile dall’estetica elegante. Il Trofeo è una sfida a due, un testa a testa a eliminazione diretta, su una distanza di 45 metri da percorrere in 12 secondi. La Bugatti T 37 A del 1927 della Scuderia Brescia Corse, con a bordo i vincitori del 2023 Matteo Belotti e Ingrid Plebani, centra perfettamente il tempo, come pure la Porsche del 1959 della Scuderia Franciacorta. La mattina dopo, il 13 marzo, parte la Coppa delle Alpi nel corso principale del centro. La Presidente della Mille Miglia Srl Beatrice Saottini dà il segnale di partenza a ciascuna auto, a distanza di un minuto, con la bandiera bianca e azzurra della città di Brescia. Ha corso 9 Mille Miglia come co-pilota ed è un’entusiasta sostenitrice dello spirito pionieristico che lanciò la competizione nel 1921, quando la Coppa delle Alpi era una gara di velocità tra audaci piloti pronti a sfidarsi lungo «2.300 chilometri asprissimi» come li definì un manifesto dell’epoca.
ll sogno dello spirito libero
La Freccia Rossa della Mille Miglia incarna questo spirito libero e grintoso, che allora era espressione del mito futuristico della velocità, ma dal 1957 si è trasformato in passione per le auto storiche di collezionisti meno giovani, ma sempre molto intraprendenti e pronti ad affrontare le temperature rigide e le strade ghiacciate delle Alpi anche a tetto scoperto. Gli equipaggi si preparano ad intraprendere un itinerario di 800 chilometri da percorrere in tre giornate tra Italia, Svizzera e Austria. Affronteranno 82 prove cronometrate e 6 prove di media particolarmente impegnative per la pendenza e i tornanti dei passi alpini. Attraverso i vigneti della Franciacorta il convoglio si dirige verso la Valtellina costeggiando il lago d’Iseo per poi raggiungere Saint Moritz. Il giorno dopo la seconda tappa entra nel Parco Nazionale Svizzero, che dopo una fitta nevicata appare come un paesaggio da fiaba, ma per le auto più antiche diventa una prova molto impegnativa. La prima gara si svolge in salita al Passo del Forno, per poi arrivare in Val Mustair, accanto al Monastero di S. Giovanni, un sito UNESCO, dove la coppia svizzera Ginesi sulla Porsche 911 del ’73 si classifica terza. Il percorso rientra in Italia dal Passo Tubre per raggiungere il lago di Resia, poi entra in Austria e si immerge nel Parco Naturale di Kaunergat per terminare in Italia a Bressanone.
L’allerta valanghe
L’ itinerario del terzo e ultimo giorno viene modificato da un’allerta valanghe che chiude la Val Gardena e dirotta il convoglio in Val di Fassa. Attraverso l’incanto delle Dolomiti innevate i 40 equipaggi raggiungono l’arrivo al Passo del Tonale, dove compiono l’ultima prova a tempo sulla Pista di Ghiaccio Val di Sole a Ponte di Legno. Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro Fiat 508 C del 1937, conquistano il primo posto, seguiti dalla coppia Belotti-Plebani sulla Bugatti e da un’altra Fiat del ’38 della Scuderia Franciacorta, guidata da Francesco e Giuseppe Di Pietra. Gli svizzeri Ginesi sulla loro Porsche si classificano quarti. La meraviglia e la sfida, insieme al pubblico in festa che attendeva piloti e navigatori lungo il percorso, sono state le compagne di viaggio nelle salite e discese di questa Coppa ineguagliabile.