La corsa per «piazzare» i figli durante l'estate

La scuola è finita. E inizia il gioco d’incastri. Colonia-babysitter-nonni-basket-piscina-mare-montagna. Per le famiglie impegnate a trovare un’occupazione per gli oltre 33 mila scolari - dall’infanzia alla scuola media - che restano «a spasso» nell’estate ticinese, il dibattito politico sulle vacanze scolastiche (accorciarle o non accorciarle?) ha un’importanza relativa. Per intanto tocca ancora a loro, mamme e papà - mamme soprattutto - arrabattarsi e trovare delle soluzioni.
Lo sanno, e ci hanno pensato con largo anticipo. Anche perché altrimenti i posti si esauriscono. In «poco più di un mese» le colonie dell’infanzia Lingue e Sport (570 partecipanti in tutto il Ticino) sono andate sold out tra febbraio e aprile, per dirne una. Le attività della Fondazione sostenuta dal Cantone sono le più diffuse sul territorio e l’offerta aumenta ogni anno, ma viene immediatamente assorbita dalla domanda. «L’infanzia è certamente il settore più sotto pressione» ammette il direttore Joel Rossetti, che quest’anno ha aggiunto tre località (Agno, Caslano, Gentilino) all’offerta su richiesta dei Comuni e dei genitori. «L’interesse è molto forte. Spesso dobbiamo fare delle liste d’attesa».
Vacanze separate
Nel gioco d’incastri la velocità conta sempre di più. Chi prima arriva meglio alloggia. A Bellinzona ad esempio per 45 posti ci sono 15 famiglie in lista d’attesa: Laura Pfhaler è stata tra le prima a prenotarsi. Mamma di tre bambini (6, 10 e 11 anni), ha una certa esperienza. Ha organizzato i prossimi mesi con precisione millimetrica e un esborso non indifferente, per il bilancio familiare. «Dobbiamo stare attenti - spiega -, cerchiamo sempre i prezzi più abbordabili, offrendo comunque le stesse opportunità a tutti e senza penalizzare nessuno». Nonostante questo entro fine agosto lei e suo marito, non potendo avvalersi dell’aiuto dei nonni, spenderanno circa 3 mila franchi tra un camp di basket a Tenero e due settimane a Lingue e Sport (130 franchi a bambino a settimana, pasti esclusi).
In tutto ciò vanno messe in conto anche le vacanze vere e proprie, che sempre più famiglie - il trend è consolidato da anni - tendono ad anticipare a giugno-luglio per ragioni di costi. «La nostra unica vera vacanza familiare inizia adesso, una settimana al mare dopo la fine della scuola» racconta Laura. Ad agosto lei e il marito prenderanno ferie separate, due settimane ciascuno, proprio per potersi occupare dei figli: rimanendo in Ticino. «E se io non lavorassi part-time, tutto questo non funzionerebbe» assicura la mamma.
Un tema caldo
Agosto è il mese più caldo anche dal punto di vista della programmazione. L’offerta di servizi extra-scolastici cala drasticamente - del 70-80 per cento secondo Rossetti, almeno per quanto riguarda Lingue e Sport - ed è il momento che grava di più sulle famiglie e i loro bilanci. Ne sanno qualcosa all’Associazione delle famiglie monoparentali, i cui iscritti sono i più esposti al problema dal punto di vista sia organizzativo sia economico. Silvia Moiola, madre single di Lugano, non ha avuto scelta: ha affidato il figlio di tre anni a un asilo nido di cui pagherà la retta di agosto (per contratto: 570 franchi) anche se ne usufruirà ben poco. Per lei il gioco d’incastri è soprattutto una lotta con il portafogli: lavora come infermiera a domicilio, pagata a ore, ogni giorno di vacanza «è un giorno in cui non guadagno» e l’estate è un salasso per difetto: a pesare sono soprattutto le entrate mancate.
Una lotta solitaria e frustrante - «sto cercando di aumentare le ore al lavoro ma finora il guadagno in più è annullato dal fatto che, aumentando lo stipendio, mi sono stati ritirati gli assegni integrativi» - che costringe spesso i mono-genitori a delle rinunce: su tre settimane di vacanza, Silvia e suo figlio ne trascorreranno due in Ticino, e una sulla riviera Romagnola. «Ci aggreghiamo a una comitiva di anziani, viaggio organizzato in pullman, pensione economica ma comoda. Va benissimo così».
L’anomalia ticinese
Accorciare di una o due settimane questa costosa gincana estiva potrebbe essere una soluzione? La proposta sollevata da una mozione presentata dai Verdi al Consiglio di Stato a inizio giugno, parte dal fatto che il Ticino è il cantone con la pausa estiva più lunga (10 settimane su 15 totali). Nella classifica seguono i cantoni romandi (7 settimane in media) e infine quelli tedeschi, dove le vacanze scolastiche d’estate durano la metà (5 settimane). In attesa di una risposta dal governo, la Conferenza cantonale dei genitori ha discusso il tema nella sua assemblea di settimana scorsa ma «non siamo arrivati a una conclusione univoca» ammette il presidente Pierfranco Longo. «Sull’argomento ci sono opinioni e sensibilità differenti, certo è che un’eventuale adeguamento andrebbe inserito in una riflessione più ampia sul mondo del lavoro, inevitabilmente».
Al riguardo sono possibiliste anche le madri intervistate - il fatto che si siano messe a disposizione solo madri, e non padri, la dice lunga sulla distribuzione del carico organizzativo nella gestione di questo, come altri aspetti della vita familiare - ma sottolineano all’unisono il rischio di spostare unicamente il problema in altri periodi dell’anno.
Il «buco» in agosto
«Come famiglie siamo confrontati con una carenza di offerta di accudimento e intrattenimento a prezzi abbordabili» commenta Beatrice Engeler, mamma di Mendrisio che per mestiere si occupa di formazione e consulenza nell’ambito delle risorse umane. «Parlo della mia famiglia ma sento che è una lamentela diffusa».
I suoi due figli (una di 12 anni e uno di 13) sono iscritti a campi estivi ad agosto, ma lontano da casa - a Vico Soprano e a Tenero - anche perché a Mendrisio le colonie diurne in quel mese hanno i posti contati. «Vanno esauriti in pochissimo tempo, bisognerebbe prenotarsi il giorno stesso in cui arriva l’avviso». Questo la dice lunga sulla «fame» di accudimento durante il picco dell’alta stagione: molte famiglie vanno in ferie prima, compresa quella di Engeler («due settimane in Puglia nella seconda metà di luglio») sempre per evitare costosi sovraffollamenti. «Nel resto dell’estate ce la caviamo con l’aiuto dei nonni e grazie al fatto che sul lavoro ho la fortuna di avere una certa flessibilità e di poter lavorare da casa» conclude Engeler.
Iniziative in aumento
Al momento non esistono dati certi sulla necessità di servizi per l’infanzia-adolescenza nei diversi mesi estivi. «La domanda andrebbe sondata, ci accorgiamo da alcuni segnali che la richiesta di maggiori prestazioni nel mese di agosto esiste, perché richieste in tal senso ci arrivano, ma non sappiamo effettivamente quanto è estesa» sottolinea Joel Rossetti della Fondazione Lingue e Sport. È anche vero che esiste anche un’ampia offerta di associazioni e società private (sportive e non) in continua crescita.
Nel 2020 erano 250 in Ticino le iniziative segnalate alla piattaforma Tandem-Spicchi di vacanza, che si occupa di promuovere le attività estive su mandato cantonale. Quest’anno sono salite a 351. A queste si aggiungono, quest’anno, ben 56 colonie residenziali. «L’interesse è in aumento» osserva la responsabile Anna Rimoldi. «Dal nostro punto di vista l’offerta è ricca e diversificata». I prezzi però uscendo dall’ambito del pubblico possono crescere anche di molto. «Se si vuole ampliare l’offerta a prezzi accessibili, sono necessarie più risorse, è inevitabile» chiosa Rossetti. Spostare il problema ad altri periodi dell’anno non cambierà questo dato di fatto. Così come è certo che, eventualmente, a dover organizzare di nuovo tutto da capo sarebbero sempre loro: le mamme.