Federali

La corsa più incerta

Sabrina Gendotti e Giorgio Fonio proveranno a conquistare il posto che fu di Marco Romano – Li abbiamo intervistati
Sant'Antonino: PPD, presentazione lista Consiglio di Stato alle elezioni cantonali del 2015. Nella foto da sin Fabio Regazzi consiglire nazionale, Giorgio Fonio sindacalista ocst e consiglire comunale chiasso, Sabrina Gendotti pres sezionale ppd massagno, Paolo Beltraminelli Consigliere di Stato e Fiorenzo Dadò capo gruppo ppd in gran consiglio© Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Andrea Stern
Andrea Stern
10.09.2023 11:46

Nello scenario migliore, alle prossime elezioni federali il Centro potrebbe ritornare al Consiglio degli Stati con Fabio Regazzi e mantenere i suoi due seggi in Consiglio nazionale, con due neoeletti visto che Marco Romano non si ripresenta. Nello scenario peggiore, il partito guidato da Fiorenzo Dadò potrebbe ritrovarsi con un solo consigliere nazionale, verosimilmente Fabio Regazzi per la sua quarta legislatura. Tutto potrebbe giocarsi sul filo di poche schede, esattamente come avvenne quattro anni fa con l’estromissione di Filippo Lombardi per soli 46 voti e la conferma dei due seggi al Nazionale solo grazie alla congiunzione con il PLR, ora non più riproposta. È quindi in salita, ma non impossibile, la sfida di Sabrina Gendotti e Giorgio Fonio, due tra i candidati più accreditati sulla lista del Centro.

Sabrina Gendotti. © Ti-Press
Sabrina Gendotti. © Ti-Press

Signora Gendotti, perché vorrebbe lasciare Bellinzona per andare a Berna?
«Dopo quasi 9 anni in Gran Consiglio e 8 in Municipio a Massagno mi sento pronta a intraprendere un nuovo cammino. Credo che la mia esperienza politica e professionale possa essere utile a Berna. Inoltre tra i deputati alle Camere federali attualmente vi è solo una donna, Greta Gysin».

In compenso a Berna ci sono già tanti avvocati. Non sono troppi?
«No. Studiare giurisprudenza permette di acquisire una forma mentis che aiuta ad analizzare i dossier, a valutarli e a trovare soluzioni ai problemi. Per di più grazie alla mia laurea bilingue ho potuto apprendere la terminologia tecnico-giuridica nelle altre due lingue nazionali che è di certo utile a Berna».

Quale battaglia le sta più a cuore?
«Le sfide che deve affrontare il Paese sono il contenimento dei costi sanitari, la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico, la denatalità e la carenza di personale qualificato con cui siamo e saremo confrontati».

Suo zio Gabriele Gendotti le ha dato qualche consiglio?
«No, mio zio non ha mai interferito nella mia carriera politica. Spero però di aver ereditato due sue virtù: non si è mai montato la testa e ha sempre lavorato duramente».

Fosse eletta, si sentirebbe più una rappresentante della Leventina o del Luganese?
«Essere consigliera nazionale significa rappresentare gli interessi di tutte le ticinesi e di tutti i ticinesi».

L’ultima donna ticinese del Centro a Berna è stata Chiara Simoneschi-Cortesi. 
«Chiara Simoneschi Cortesi ha fatto politica in un contesto storico-culturale molto difficile per le donne. Ma lei non ha mai mollato, fino a diventare presidente del Consiglio nazionale. Per questo la stimo molto e spero di possedere almeno parte della sua tenacia e determinazione. Grazie Chiara per tutto quello che hai fatto per le donne e per il Ticino».

Cos’ha in comune lei con Giorgio Fonio o Fabio Regazzi?
«Credo che tutti noi abbiamo sempre messo a disposizione del partito le nostre competenze e il nostro tempo e crediamo fermamente nei suoi valori: responsabilità, solidarietà, sussidiarietà».

Perché dovrei votare lei piuttosto che Fonio o Regazzi?
«Ognuno vota chi ritiene che lo rappresenti al meglio. Di me posso solo dire che mi ritengo una donna del Centro a tutti gli effetti. Non appartengo né all’area di sinistra né a quella di destra del partito. Analizzo e affronto i temi uno ad uno e poi esprimo la mia posizione».

Chi sosterrà per gli Stati, oltre a Regazzi?
«Il mio obbiettivo come quello del partito è sostenere Fabio Regazzi. Sarebbe però bello avere due consiglieri agli Stati i cui voti non si annullino a vicenda».

Per il Nazionale «sporcherà» la scheda con un sostegno a, per esempio, il suo ex collega di municipio, Adriano Venuti?
«No, non sporcherò la scheda».

Rocco Cattaneo era andato a Berna in bici. Se lei fosse eletta, ci andrebbe di corsa?
«Da Lugano a Berna sono oltre 250 Km e anche per una maratoneta sono troppi. Valuterò di percorrere una tratta magari con il mio compagno che pure corre».

Giorgio Fonio (Tipress)
Giorgio Fonio (Tipress)

Signor Fonio, perché vorrebbe lasciare Bellinzona per andare a Berna?
«La competenza per risolvere o promuovere molti temi che mi stanno a cuore è a livello federale. Dopo anni di preparazione a livello cantonale, credo che il Parlamento federale possa essere il naturale proseguimento della mia azione politica».

Quale battaglia le sta più a cuore?
«Da sempre mi occupo di lavoro, nelle sue varie componenti: diritto al lavoro, qualità del lavoro, condizione di lavoro. Un Paese come il nostro ha il dovere di favorire gli imprenditori che investono nelle loro idee, così come di creare le condizioni affinché le persone abbiano un lavoro e possano lavorare nel rispetto dei loro diritti. Oggi, soprattutto in Ticino, il mercato del lavoro non risponde più a questi principi e la politica deve fare il possibile perché siano ripristinati».

L’ultima chiassese in Consiglio nazionale è stata Roberta Pantani. In che modo potrebbe riprenderne l’eredità?
«In realtà attualmente in Consiglio nazionale l’unico rappresentante del Mendrisiotto è Marco Romano, che ha deciso di non ripresentarsi. Marco ha svolto un grande lavoro per la nostra regione, pensiamo solo all’ultima importante battaglia per reintrodurre una fermata degli Intercity nel Mendrisiotto. Desidero quindi continuare il lavoro da lui svolto».

Chi è il suo modello? Meinrado Robbiani?
«Sì, Meinrado Robbiani è stato il mio primo segretario cantonale, quando ho iniziato la mia attività all’OCST. Ho imparato molto da lui, sia per quanto riguarda l’attività sindacale, sia per l’azione politica. In entrambi gli ambiti ha saputo conquistare il rispetto e la fiducia di tutti, grazie alla sua intelligenza e al suo approccio umano, coerente ed equilibrato. Meinrado Robbiani è un modello per chiunque sposi un modo di far politica basato sull’ascolto e sulla ricerca di soluzioni e soprattutto che mettano sempre al centro il bene delle persone».

Perché dovrei votare lei e non Sabrina Gendotti?
«Il Centro ha proposto una lista di otto candidati, ciascuno con le proprie competenze e sensibilità, in modo che l’elettorato possa scegliere tra vari profili, in base ai temi che ritiene prioritari e alle persone con cui più si identifica. Ciò premesso, nel nostro sistema elettorale si possono esprimere più preferenze, per cui non penso che un voto a me sia incompatibile con un voto ad altri colleghi di lista».

Darà un voto al suo ex sindaco Moreno Colombo?
«Moreno è stato il mio sindaco, con lui condividiamo molte cose, in primis la passione per il nostro FC Chiasso. Inoltre, anche lui è una persona molto attiva nella società civile dove da anni si è sempre battuto a favore dei più deboli. Memorabile il suo attivismo a favore delle persone con disabilità, altra battaglia che ci unisce».

Quindi?
«Quindi è un amico».

A proposito di FC Chiasso, continuerà a fare lo speaker anche in caso di elezione?
«Le passioni sono il mio motore. Compatibilmente con i miei impegni, continuerò questa entusiasmante attività che ruota attorno al mondo del calcio, che amo. Così come, continuerò a cucinare le patatine alla festa della parrocchia di Pedrinate...».

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