In positivo

La donna che sussurra alle api

La storia di Molly Earl, che in Cornovaglia ha fatto del salvataggio di questi preziosissimi insetti la ragione della sua vita
(foto Shutterstock)
Prisca Dindo
28.09.2025 06:00

C’è chi se la dà a gambe in preda all’ansia e agli attacchi di panico non appena sente il ronzio di un’ape. Non è il caso di Molly Earl, una signora della Cornovaglia che ha fatto del salvataggio di queste minuscole meraviglie della natura lo scopo della sua vita.

Le pagine social di Molly sono zeppe di colonie di api mellifere, immortalate nei luoghi più impensabili: aggrappate agli ingranaggi di una centrale elettrica, incastonate tra antichi architravi di quercia, nascoste in un bidone di concime o sotto la lamiera di una stalla. Migliaia di sciami neri e gialli che hanno costruito la loro casa nel posto sbagliato, dove la convivenza con noi esseri umani è impossibile. Molly racconta che era una ragazzina quando iniziò con suo padre, apicoltore dilettante, a catturare sciami di api mellifere «fuorilegge». I due partivano da casa armati solo di una scatola di cartone. «A volte, se ero fortunata, riuscivo a trovare un lenzuolo per coprire lo scatolone, altrimenti dovevo vedermela con l’umore volubile degli insetti», ricorda ridendo in un’intervista alla BBC e al sito Positive News.

Diventata grande, Molly continuò a seguire le orme di suo papà, dedicandosi all’apicoltura come hobby. Invece di frequentare i bar con gli amici, correva al soccorso di sciami indesiderati condannati a una morte certa. All’inizio, Molly veniva avvertita da conoscenti o da gruppi di apicoltori che pubblicavano le foto degli sciami dispersi sul suo profilo Facebook. Poi furono i disinfestatori a bussare alla sua porta, perché preferivano che le api rimanessero in vita anziché soccombere sotto il vapore dei loro micidiali spray. Cinque anni fa, per fronteggiare l’impennata di richieste, Molly fondò Bees Off, un’azienda che si occupa della rimozione di queste instancabili impollinatrici, tanto importanti per il futuro dell’intero pianeta. Quando ricevono una chiamata, i volontari di Bees Off caricano sul camioncino telecamere termiche e sonde per localizzare le colonie. Non appena le trovano, rimuovono tegole e comignoli con delicatezza, per poi risucchiare le api con un microscopico aspiratore che le convoglia in uno speciale trasportino. Successivamente, Molly taglia il favo con uova e larve per trasferirlo in un alveare provvisorio, dove le api scontano la quarantena. È un lavoro meticoloso: «curo le malattie che hanno colpito le api e le libero dai parassiti. Poi quando la colonia è risanata, la trasferisco in uno dei miei apiari» racconta in un’intervista.

Grazie alle sue cure, il tasso di sopravvivenza delle sue api raggiunge ormai il cento per cento. Da cinque anni, Molly e il suo team, composto da sei persone part-time tra cui un muratore, attraversano la Cornovaglia alla ricerca di api da salvare. In questo periodo sono riusciti a allestire duecentocinquanta nuovi alveari nella regione di St Austell.

L’anno scorso, Molly ha lanciato il miele The Rescued Bee, che vende nei mercatini a dieci sterline al chilo. È così buono che di recente ha vinto il premio Gold Taste of the West. «La gente lo adora!», racconta entusiasta: «Catturare le api da un luogo dove rischiano l’estinzione o di essere avvelenate, riportarle al massimo della loro forza e ottenere un miele di qualità; cosa si può pretendere di più dalla vita?»

In questo articolo: