Il personaggio

La donna più profonda

La sub Alessia Zecchini è scesa a 123 metri sotto il livello del mare: «Ogni limite può essere superato»
Gloria Sala
18.06.2023 15:28

Lo sguardo di un azzurro cristallino che sembra riflettere le sfumature del mare, il suo elemento, una figura alta e longilinea come quella delle modelle. Alessia Zecchini è come le bambine immaginano «la sirenetta». Dolce e gentile, ma con una determinazione e una grinta che l’hanno fatta definire «la macchina». Quando deve scendere in profondità in apnea, sempre alla ricerca di un nuovo record, le sue emozioni si concentrano sul piacere dell’immersione, non perde mai il controllo. Quando riemerge dai -123 metri che la consacrano la donna più profonda del mondo, la prima immagine che offre mentre riprende aria a grandi respiri, è quella di un sorriso di felicità.

Fresca come una rosa

A differenza di altri apneisti che appaiono molto affaticati, lei sembra raggiungere la superficie fresca come una rosa, anche dopo avere affrontato la durissima risalita di una colonna d’acqua che in fondo, dove stacca il cartellino della profondità dichiarata, ha una pressione imponente di 13 atmosfere. Nelle gare di apnea gli atleti devono infatti dichiarare la profondità che intendono raggiungere e il tempo di immersione, e per ciascuno di loro la giuria prepara per quella quota il cavo a cui si agganceranno con un lanyard alla caviglia (per non perdere la verticale e l’orientamento) con le targhette che dovranno riportare con sé e mostrare ai giudici per la convalida. Il protocollo prevede anche di mostrare il segno ok con la mano dicendo «I am ok» con la voce, e di non andare in black out.

Trattenere il respiro per 3 minuti e 51 secondi

Tutto quello che avviene sott’acqua si compie con un solo respiro, dal momento della capovolta, dalle pinneggiate o il nuoto a rana nei primi 35 metri, dove bisogna resistere alla spinta di Archimede, allo sforzo immane della risalita che sfida la pressione idrostatica. Per Alessia il tuffo a 123 metri negli abissi si compie in 3 minuti e 51 secondi senza respirare. L’apnea è uno sport che comporta il rischio di ipossia, se non è praticata secondo regole che solo un corso serio insegna, come quelli di Apnea Academy di Umberto Pelizzari, e sempre in gruppo o in binomio. Nelle competizioni ci sono team di soccorso che scendono a 40 e a 30 metri per accompagnare l’ultima fase della risalita di ogni atleta, la più pericolosa.

«Non vedevo l’ora di compiere 18 anni»

Alessia Zecchini pratica l’apnea da quando aveva 13 anni. Il suo talento era emerso subito, ma ha dovuto attendere i 18 anni per competere. «Aspettavo questo più della patente» dice. All’inizio ha dovuto rinunciare alle gare per l’esame di maturità, ma una volta in nazionale ha cominciato a vincere in piscina, con l’apnea dinamica. Con l’allenatore Laureti e uno psicologo dello sport che la prepara sulla concentrazione e sulla visualizzazione, dai mondiali di Kazan nel 2013 ha realizzato record mondiali in tutte le discipline, in mare e indoor. Il suo modello è Umberto Pelizzari, la leggenda, che l’ha ispirata a superare i propri limiti ricercando sé stessa nella fusione con il mare. «L’idea che non esista un limite mi stimola a scendere sempre un metro in più, in sicurezza. Se ho raggiunto i -123 serenamente, potrò provarci con i -125» racconta Alessia dalle Filippine, dove a fine maggio ha disputato i mondiali. Purtroppo un tifone si è abbattuto sull’isola di Camotes facendo sospendere le gare, che sono durate solo due giorni anziché quattro.

La prima a infrangere il muro dei 101

Ma a fine agosto ci saranno nuovi mondiali in Honduras, e c’è ancora tempo per prepararsi. Lei è stata la prima donna a infrangere il muro dei 101, il record detenuto per sei anni dalla cinquantenne Natalia Molchanova, scomparsa in mare nel 2015, e da allora la sua progressione è stata costante. Il lavoro tecnico più importante è quello sulla compensazione della pressione sull’orecchio. «Si compensa in continuazione, cercando di risparmiare l’aria rimasta nei polmoni, che si comprimono sempre più nella discesa per mantenere il livello di ossigeno necessario per la risalita» spiega Alessia. Dal 2019 ha cambiato anche la preparazione fisica, facendo pesi per incrementare la forza muscolare.

Zecchini, che ha 29 anni, compete in tutte le discipline dell’apnea, ma quella che le piace di meno è la rana: «Perché è più fisica e dispendiosa di energie, soprattutto nelle prime bracciate, per cui si scende molto meno» ammette. Ha anche una predilezione per i mari caldi. «Nel Mediterraneo il termoclino a 25 m precipita la temperatura dell’acqua a 16 gradi e crea uno stress che compromette sia la concentrazione che la compensazione» nota. La dieta è fondamentale per Alessia, seguita da un nutrizionista. Carboidrati e proteine due ore e mezza prima dell’allenamento. Panino al prosciutto, uova, fette con marmellata e avena da prendere con un tè. Per praticare questo sport occorre acquaticità. Lei consiglia ai genitori di iscrivere i bambini a un corso di nuoto molto presto. Hanno riflessi naturali e li si mette al sicuro in acqua. In mare poi si può cominciare dallo snorkeling per il piacere di esplorare.

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