La giuria dichiara Al Capone colpevole di evasione fiscale

Dal «Corriere del Ticino» del 26 ottobre 1931, in prima pagina: «Chicago, 25 – Al Capone è stato condannato a undici anni di prigione e ad una multa di 50.000 dollari. Al Capone, il re dei contrabbandieri, era accusato di mancato pagamento della tassa sul reddito». Fu grazie all’accusa di evasione fiscale che finì infatti in prigione uno dei più spietati gangster americani, il quale accumulò una fortuna durante il proibizionismo, quando negli USA erano vietati vendita e consumo di alcolici. Il processo si tenne a Chicago dal 5 ottobre del 1931 davanti a una Corte federale e il verdetto di colpevolezza fu emesso dodici giorni dopo da una giuria i cui membri vennero chiamati in extremis a sostituire quelli originari. Poco prima dell’inizio del processo si scoprì infatti che la lista coi nomi questi ultimi era nelle mani degli uomini di Al Capone, che si stavano dando da fare per corromperli e ottenere così un verdetto di non colpevolezza. Il «Corriere del Ticino» il successivo 19 dicembre riferì poi: «A quanto informa il “Chicago Daily News” le autorità giudiziarie di Washington hanno ordinato un’inchiesta sulle condizioni in cui Al Capone purga la sua pena nelle prigioni dello Stato. Secondo rapporti giunti alla capitale, continua a dirigere dal carcere, utilizzando il telefono e il telegrafo e collo aiuto di un segretario, i suoi affari di traffico di stupefacenti e altre imprese clandestine». Ed è per questo che Al Capone, inizialmente detenuto ad Atlanta, venne trasferito nel 1934 nell’appena inaugurato carcere di massima sicurezza di Alcatraz, a San Francisco.
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