Hockey

La magnifica sfida di un uomo d'azione

Il CEO dei dragoni John Gobbi, lancia il match odierno tra i bianconeri in crescita e il Friburgo primo della classe
Dal 1 ottobre 2021 John Gobbi è operativo quale direttore generale dell’HC Fribourg-Gottéron. © KEYSTONE/ Marcel Bieri
Marco Ortelli
22.10.2023 13:30

John Gobbi, 42 anni, 939 partite in NLA (Ambrì, Servette, ZSC Lions, Losanna), dal 1. ottobre 2021 - scelto tra 19 candidati - è direttore generale (CEO) dell’HC Fribourg-Gottéron. Bachelor in Gestione aziendale e master in Contabilità e finanza alle università di Ginevra e Losanna, il ticinese e romando d’adozione è un «uomo d’azione» che ha per professione la ricerca continua del miglioramento. Lo abbiamo contattato in vista della partita odierna, che vedrà il «suo» Gottéron sfidare l’HC Lugano alle 15:45 alla Cornèr Arena, dove cercherà di migliorare gli esiti delle ultime tre sfide.

Due sconfitte nei pre playoff 2022/23 e sconfitta - l’unica finora entro i 60’ - rimediata all’inizio di questa stagione. È un Lugano indigesto...
«Bisogna dire che nelle due sfide di marzo dei pre-playoff il portiere Mikko Koskinen aveva alzato il suo livello risultando determinante, noi d’altro canto eravamo un po’ in calo. Nella sfida d’inizio stagione la penalità di partita inflitta a Streule (per carica alla testa su LaLeggia, ndr) ha influenzato il corso della gara e questo malgrado nel terzo periodo avessimo giocato meglio del Lugano, riuscendo a pareggiare a 6’ dalla fine. Poi il talento di Daniel Carr ha portato il Lugano alla vittoria. Un gol incredibile, un’azione individuale sfociata in un tiro in backhand all’incrocio dei pali col disco in piedi. Ne ho visti pochi di gol simili!».

Come «leventinese» poi, ero anche un sorvegliato speciale della Curva Nord

Oggi è quindi l’occasione di rimettere i 3 punti al centro della classifica. Che partita si attende?
«Una partita particolare per l’orario, poche gare vengono disputate alle 15:45. Il Lugano inaugurerà la terza maglia, ciò che renderà la sfida speciale in un ambiente molto più familiare rispetto alle partite serali. I bianconeri poi, sono una squadra ben strutturata, con molto talento offensivo e individualità in grado di decidere una partita in ogni momento con giocate di altissimo livello, difensori che praticano un ottimo gioco difensivo e due portieri che consentono di configurare in modo diverso la squadra. È sempre un’incognita preparare la sfida contro i bianconeri».

Di sfide contro il Lugano alla Resega/Cornèr Arena il giocatore John Gobbi ne ha vissute tante...
«Come ticinese mi è sempre piaciuto giocare a Lugano, in una pista i cui tifosi - come si suol dire - sono molto «caldi». Come «leventinese» poi, ero anche un sorvegliato speciale della Curva Nord (sorride, ndr)».

In un’intervista per le Freiburger Nachrichten ha affermato che tra i suoi obiettivi vi è quello di migliorare ogni giorno, come dirigente, come padre, come figlio… Iniziamo dalla squadra: dopo 15 partite siete a +11 rispetto al... Friburgo di un anno fa. Come spiega questo miglioramento?
«Lo scorso anno siamo stati senz’altro svantaggiati dall’assenza iniziale di Marcus Sörensen (Top Scorer dei burgundi con 16 punti, alle spalle del luganese Daniel Carr, a quota 18 punti, ndr), infortunatosi prima dell’inizio del campionato e che ci portati a giocare diverse partite con soli cinque stranieri. La Champions Hockey League ci aveva inoltre succhiato parecchie energie. In stagione abbiamo effettuato pochi cambiamenti e possiamo disporre di stranieri che, eccetto Borgman, conoscono bene il campionato svizzero. In attacco e in difesa sono stati inseriti dei giovani che si stanno combinando bene con i giocatori di grande esperienza (Berra, Gunderson, Diaz, Bykov, DiDomenico, Sprunger, solo per citarne alcuni, ndr). Il fattore esperienza ci ha senz’altro fatto subito entrare in temperatura».

Il Gottéron allora è veramente al centro di tutte le attenzioni, è vissuto quasi come una religione

BCF Arena: capienza di oltre 9.000 spettatori, 23 lounge, 6 ristoranti, 12 buvette. La nuova e spettacola struttura quali miglioramenti ha portato?
«La pista è stata un fattore determinante per l’evoluzione del club. Il COVID-19 ne ha ostacolato l’inaugurazione e in quel momento l’impatto che avrebbe avuto era indecifrabile. Oggi possiamo dire che l’impatto è stato straordinario. La scorsa stagione la pista è sta riempita per il 99% delle sue capacità. Lo stesso vale per le altre piste nuove, come ad Ambrì e Zurigo, col tasso di occupazione attestatosi al 95% ca. Eccezion fatta per il nuovo impianto di Losanna, vediamo che la struttura è molto importante, la gente che viene ad assistere alle partite si aspetta di poterlo fare in infrastrutture di alto livello».

Anche per la stagione 2023/24 avete fatto l’en plein di abbonamenti, 7.500, e aumentato il numero degli sponsor, passati da 600 a 630. Si può ben dire che l’HC Fribourg-Gottéron ha un grande seguito, è molto ben radicato nel territorio.
«Il Canton Friburgo è molto simile al Canton Ticino, sia per l’attaccamento della gente alle sue squadre hockeistiche, sia per il paesaggio. Abbiamo il Lago della Gruyère, le montagne… La differenza consiste nel fatto che, degli sport che vanno per la maggiore in Svizzera come il calcio e l’hockey, a Friburgo c’è solo l’hockey (oltre all’Olympic Friburgo nella pallacanestro, ndr). Il Gottéron allora è veramente al centro di tutte le attenzioni, è vissuto quasi come una religione. Se la squadra va bene, la gente sta bene, se la squadra va meno bene anche l’umore delle persone ne risente».

Appurato che anche nel Canton Friburgo, come in Ticino, le persone sono «risultatopatiche» (di umore variabile a seconda del risultato sportivo), esistono differenze tra i tifosi francofoni e tedescofoni? Ricordiamo che il cantone è per circa due terzi romando (ovest) e un terzo di lingua tedesca (est).
«Una questione molto interessante. Direi che sono entrambi molto appassionati e nelle tribune si combinano molto bene. I singinois (che parlano il Senslerdeutsch, ndr) costituiscono una parte molto importante dei nostri tifosi, rappresentano il 30% degli abbonati e sono molto fedeli al club».

Sempre a proposito di tifosi, John Gobbi ha giocato in Leventina, a Ginevra, Zurigo e Losanna. Ci sono differenze sostanziali tra fan?
«Direi di no, sia nella Svizzera romanda, sia in Ticino il seguito è molto caloroso. A Friburgo v’è da dire che gli ultras sono sempre presenti e occupano completamente il settore posti in piedi, anche quando i risultati magari non sono così brillanti».

Alla terza stagione quale CEO del club friburghese, come sta andando?
«In due anni abbiamo fatto molta strada. Personalmente si tratta di una sfida magnifica, certo, prende tantissimo tempo ed energia, ma è quello che ho voluto. A livello sportivo abbiamo molte cose da realizzare, penso ai Mondiali di hockey che passeranno da Friburgo nel 2026, allo sviluppo di eventi extra sportivi. Abbiamo inoltre integrato la squadra femminile di hockey - le Fribourg-Gottéron Ladies, che giocano nella Womens’ League con le Ambrì-Piotta Girls e le Ladies Lugano. In sintesi, le giornate sono piene e passano velocemente».

Oggi, domenica, ore 15:45: Lugano-Friburgo-Gottéron. Sarà della partita alla Cornèr Arena?
«Cerco di seguire anche le trasferte, ma oggi no, oggi guarderò la sfida da casa, alla televisione. Per me è importante riservare del tempo per la mia famiglia, componente essenziale nella mia vita».

Il Ticino, allora, può attendere...
«In Ticino scendo regolarmente, lì vivono i miei genitori, mia sorella (il cugino Norman, ndr). Durante le vacanze estive con la famiglia trascorro sempre almeno una settimana in Leventina».

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