La Pepina di Gatt e quelle centinaia di (a)mici adottati

Artù, Ginevra, Merlino. Ranella, Brugolina e Vitina. Inana, Morgana, Alba, Sirius, Mango e Aurora. Ma anche Potter, Mirtillo o Lady Serfontana. Potremmo andare avanti per pagine intere perché la lista è lunghissima, ma ci troveremmo sempre e solo nomi originali e personalizzati. Insomma, tutti unici. E Barbara Casellini li ricorda tutti, anche se i gatti che passano tra le sue amorevoli mani sono 150-180 ogni anno. Perché il rapporto che la lega a ognuno dei mici di cui si prende cura è unico e si rispecchia nei nomi che sceglie. «Ho sempre pronta una lista di nomi», ci confida.
Gatti di casa e gatti di passaggio
Barbara Casellini è La Pepina di Gatt (in omaggio a «quella signora di Balerna che anni fa nutriva i mici del paese portando il cibo in giro in tasca», primo aneddoto). In tanti la conosceranno con questo pseudonimo, che è anche il nome dell’associazione che gestisce e tramite la quale si occupa da quasi un decennio di gatti e gattini del Mendrisiotto e non solo. L’abbiamo incontrata a casa sua, a Castel San Pietro, dove vive con la famiglia e 14 gatti, più i mici «in stallo» - così li definisce - che sta accudendo prima di darli in adozione. Proprio oggi (l’abbiamo incontrata mercoledì) due cuccioli di due mesi partiranno per la loro nuova casa, ad Avegno. «Mi troverò con chi adotterà Artù e Ginevra a metà strada, preferisco sempre adozioni in coppia, così come trovare una casa dove possano uscire all’esterno». Artù e Ginevra facevano parte di una cucciolata di quattro, i loro fratellini hanno già trovato casa a Castel San Pietro.
Adozioni e molto altro
Ma come trovare le famiglie e le case a cui affidare i suoi mici? «Soprattutto tramite i social media, che mi prendono molto tempo e impegno - non per niente su Facebook ha oltre 12.000 follower, ndr -, ho una lista di richieste che nemmeno ti immagini», dice. Tutte sono però verificate con attenzione, «perché devo essere certa che i mici vegano adottati da qualcuno che possa prendersene cura in modo adeguato». Insomma, Barbara negli anni ha acquisito esperienza e ormai sa come selezionare i futuri padroni dei gatti, ma sa anche che per prendersi cura in modo adeguato degli animali non deve accoglierne troppi contemporaneamente: «È un lavoro che bisogna fare bene, con due o tre mici al massimo alla volta», ammette. «Mi piace anche seguire la vita dei mici dopo che sono stati adottati, c’è chi invia spontaneamente foto e aggiornamenti, ma non tutti».
L’adozione di mici non è però l’unica attività di cui si compone la missione della Pepina. Anzi! C’è il recupero di randagi e di colonie di gatti - «Gli adulti dopo i controlli del veterinario e la sterilizzazione li rimetto in libertà, i piccoli invece poi li do in adozione» -; c’è quello che Barbara chiama il cambio casa, cioè il trovare una nuova dimora per quei mici i cui padroni non sono più in grado di occuparsene ad esempio perché lasciano il domicilio per una casa anziani - «è un’attività molto impegnativa», ammette -, c’è il monitoraggio e la gestione dei mici sul territorio, ad esempio organizzando punti pappa, ma c’è anche un’attività internazionale. È iniziata nel 2019 quando Barbara è stata in vacanza a Cipro: «Sono partita per una settimana di relax e sono tornata mentalmente sopraffatta» (altro aneddoto). Tanti, troppi i gatti randagi incontrati sull’isola. «Mi sono detta che dovevo fare qualcosa e mi sono informata su come potevo aiutare». Un proposito che si è concretizzato in fretta. Solo un mese dopo Barbara era già tornata a Cipro per portare in Ticino «i due gatti in situazione peggiore che avevo visto». Due mici che sono stati i primi di centinaia. Soltanto lo scorso anno quelli che hanno raggiunto il Ticino in aereo da Cipro sono stati 91, tutti adottati. Nel mezzo, tanta burocrazia, ma anche una rete di aiutanti preziosi. Ad esempio Manfred, un signore tedesco che vive a Cipro e che si occupa di accompagnare in aereo i gatti, per poi consegnarli a Barbara prima di fare il volo in senso inverso. «A Cipro c’è un gate per i gatti e i cani, il numero 13», è il terzo aneddoto che ci fa scoprire Barbara con il sorriso.
Aiuti preziosi
Quello della Pepina è quindi un viaggio che si compone di tanti viaggi, partito nel 2016 con una piccola colonia di mici e destinato a durare ancora a lungo. Perché la passione è tanta, la sua espressione quando guarda i gatti di casa non lascia alcun dubbio, anche se la missione che sta portando avanti ha dei costi e non lo nasconde. Sono di circa 100.000 franchi l’anno, buona parte per spese veterinarie, sottolinea. Ad aiutarla a coprire le spese ci sono donazioni, raccolte fondi, eventi, mercatini e altre iniziative. Come gli oggetti «griffati micio» che vende ai mercatini e sul sito La Butega dala Pepina di Gatt. Ma anche i contributi di alcuni Comuni che si prendono carico delle spese veterinarie dei randagi trovati sul loro territorio (quando non lo fanno loro subentra una fondazione) e un rimborso chiesto a chi adotta i mici (per coprire le spese per la preparazione dei mici). Preziosissimo è anche l’aiuto della sua «rete», da chi fa da babysitter o ospita alcuni gatti, a chi aiuta con i prodotti da vendere, a chi monitora il territorio. Perché un viaggio è più bello quando è condiviso.