Mobilità

La rincorsa green del mondo dell'auto

In officina meccanici 2.0, mentre il mercato dell'usato stenta a decollare
© CdT / Chiara Zocchetti
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
19.05.2024 06:00

Tutto cambia già all’apertura del cofano. Perché non c’è solo il motore a combustione. Ma ce n’è un altro. Elettrico. Il meccanico che non ne ha mai visto uno si mette le mani nei capelli. Chi sa di avere a che fare con un’auto ibrida sa già invece dove mettere le mani. Perché è a conoscenza del fatto che il mondo delle auto va di corsa e chi si ferma è fregato. Così ha studiato. Si è aggiornato anche se per tutta la vita ha magari riparato motori a diesel e benzina.

Dagli Stati Uniti alla Cina, dalla Svizzera all’Italia, le auto ibride ed elettriche stanno inondando il mercato anche se a ritmi non così incessanti come negli ultimi due tre anni. Le vendite tirano. Non si arrestano. E prima o poi arriva il momento fatidico. Il passaggio in officina. L’apertura del cofano e la scoperta dell’arcano. Meglio, se il meccanico è in grado di riparare o meno il danno o anche solo fare la manutenzione richiesta. Un momento fatidico che in Ticino non fa però salire la pressione. «Perché buona parte delle officine in Ticino hanno meccanici specializzati in veicoli elettrici e ibridi - spiega Marco Doninelli, direttore dell’Unione professionale svizzera dell’automobile sezione Ticino -. Di più. Solo chi è qualificato può metterci le mani».

Non è sempre stato così. O meglio, più le auto green si diffondono più crescono formazioni e competenze anche in officina. Tanto che «già da diversi anni le formazioni specifiche in elettrico e ibrido fanno parte del percorso di apprendistato», annota Doninelli. E per chi non ha più vent’anni ecco che in soccorso sono arrivate anche formazioni continue e corsi da svolgersi in parallelo all’attività professionale. Formazioni e corsi organizzati dalla stessa UPSA ma anche dagli importatori di veicoli. Che mettono a disposizione le loro conoscenze a chi deve appunto, dopo la vendita, seguire il cliente e la sua vettura.

Meccanici 2.0

Un nuovo apprendimento. Ecco quello a cui hanno dovuto dunque far fronte i meccanici di oggi. Meccanici 2.0, quindi. Figure professionali evolute che «oggi non sono più difficili da trovare degli specialisti dei veicoli a motore a combustione», precisa Yves Schott, responsabile della comunicazione di UPSA Svizzera. Questo perché «le competenze per il lavoro sui motori elettrici e ibridi - conferma - sono integrate nei corsi di formazione di base per meccanici e tecnici meccatronici automobilistici, nonché nella formazione continua», fa sapere Schott.

Nulla insomma sembra essere lasciato al caso. «Gli elementi chiave della formazione di base - riprende Schott - sono due «moduli ad alta tensione». Il modulo «Alta Tensione 1» si concentra sulla consapevolezza e sulla sicurezza. I tirocinanti e i professionisti acquisiscono le conoscenze necessarie per gestire i sistemi ad alta tensione. Ciò include il riconoscimento di potenziali pericoli e l’evitare i rischi. Il modulo 2 si concentra invece su come mettere tali sistemi fuori tensione». All’evoluzione tecnologica dei motori è seguita dunque anche un’evoluzione formativa. Anche continua. Che si svolge «presso gli importatori di marchi ma anche direttamente con la nostra associazione», sottolinea sempre Schott.

Una rivoluzione nella rivoluzione

Restare indietro, mettere la retromarcia in officina, non è insomma più possibile. Una rivoluzione nella rivoluzione, quindi. Dopo che motori e pistoni sono rimasti uguali a sé stessi per decenni. Da quando è stato inventato cioè il motore a scoppio e si è diffuso. Ovvero da inizio Novecento. Aggiornarsi e seguire le nuove tecnologie non è un problema per i giovani già abituati con telefonini e videogiochi. Forse non è un gioco da ragazzi ma trasformarsi in meccanici 2.0 per loro non è così arduo. Per chi è entrato negli Anta è una gatta in più da pelare. Forse.

La messa al bando

Perché se il ritmo di crescita delle auto elettriche e ibride si confermerà anche nei prossimi anni sarà presto vero il contrario. I motori ecologici saranno la regola, quelli a scoppio l’eccezione. Basta guardare i numeri. Ma anche un obbligo che oggi è scolpito nella pietra. A caratteri cubitali e ogni anno sempre più vicino. Dal 2035 in Europa saranno messi al bando i motori termici benzina e diesel. Così ha deciso l’Unione Europea (UE) e anche la Svizzera dovrà adeguarsi.

Il conto alla rovescia è insomma già iniziato e chi rimane fermo rischia di non ripartire più. Neppure riparando un motore. Anche perché la diffusione dei nuovi veicoli ecologici rimane impressionante. I clienti li scelgono perché sono più puliti. Ma anche perché ormai le tecnologie hanno fatto passi da gigante rendendo queste tecnologie affidabili. Non è insomma più l’eccezione macinare chilometri e chilometri prima di una ricarica. Anche gli incentivi hanno aiutato. Soprattutto all’inizio. Quando la crescita delle vendite appariva esaltante. Oggi che i sostegni non sono più quelli di un tempo ibride ed elettriche continuano comunque a piacere ma crescono meno rispetto ad alcuni anni fa. Quando appunto le vendite erano super agevolate a suon di sconti e offerte.

L’usato arranca

Crescono comunque così tanto che in pochi anni si è già creato un mercato dell’usato. Soprattutto per le vetture elettriche. Anche se... anche se è un mercato «che ancora fa fatica - ammette Doninelli - i clienti non si fidano o hanno timori nei confronti delle batterie dei veicoli elettrici». Sfiducia e timori infondati, secondo il direttore di UPSA Ticino. «Perché anche dopo dieci anni una batteria di un’auto elettrica è ancora quasi al 100%», afferma. I dubbi, almeno in questa prima fase, però rimangono. Magari svaniranno col tempo. Chissà.

Di sicuro, sulla più grande piattaforma svizzera online per le auto usate «sono attualmente elencate circa 15.700 auto elettriche usate - riprende Schott -. E questo mercato continuerà a crescere, poiché circa il 17% delle nuove auto vendute ha attualmente una trazione puramente elettrica», è convinto Schott.

Nel frattempo, le vendite di auto nuove hanno frenato. Almeno in base ai dati della società di consulenza britannica Rho Motion secondo cui le vendite globali di veicoli completamente elettrici e ibridi sono sì aumentate del 31% nel 2023 a quota 14,2 milioni, ma non così tanto come nel 2022, quando la crescita era stata del 60% e addirittura del 100% nel 2021. Una frenata dovuta in parte ai tagli degli incentivi in Germania, Regno Unito e Svezia.

Scandinavia a tutta elettricità

L’Europa resta comunque il secondo mercato al mondo per l’auto elettrica con poco più di 2 milioni di veicoli. Il primo mercato è invece la Cina con quasi 6,2 milioni di auto. Non tutte le Nazioni europee vivono la svolta però allo stesso modo. Se nei Paesi del Nord la bandiera green sventola senza problemi - Norvegia (105 mila unità) e Svezia (112mila) e dominano la classifica del Vecchio Continente - c’è anche chi è molto più indietro come l’Italia con poco più di 66mila immatricolazioni.

Un quinto delle vendite anche se...

In Svizzera invece ibride ed elettriche rappresentano un quinto delle vetture nuove. Mentre secondo l’ultima rilevazione dell’Ufficio federale di statistica di aprile, in Svizzera sono stati immatricolati 30.875 nuovi veicoli stradali a motore, il che corrisponde al 14% in più rispetto allo stesso mese del 2023. Scendendo nei dettagli della tipologia di motore si scopre come la crescita abbia toccato le vetture a benzina (+2%), diesel (+25%), ibride normali (+26%), e ibride plug-in (+19%). Mentre quelle elettriche non solo non sono aumentate, ma, dopo anni di crescita forsennata, sono arretrate del 7%.

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