Trasporti

L’autostrada viaggiante va in pensione: «A farne le spese sarà il Ticino»

Il consigliere nazionale Bruno Storni è contrario alla soppressione del trasporto di camion sui treni
Andrea Stern
Andrea Stern
11.05.2025 09:30

L’autostrada viaggiante va in pensione. In pensione anticipata. Perché  nonostante il Parlamento avesse deciso di sostenerne l’attività fino al 2028, la società RAlpin ha deciso in accordo con la Confederazione di chiudere il servizio già alla fine di quest’anno. «Sarà il Ticino a fare le spese di questa decisione anacronistica e inopportuna - sostiene Bruno Storni, consigliere nazionale PS -. L’autostrada viaggiante ha trasportato ancora l’anno scorso più di 70’000 autocarri. In assenza di questo servizio è probabile che una buona parte di questi camion si riverserà sulla strada, allontanandoci ancora di più dall’obiettivo di limitare a 650’000 il numero di transiti annui di autocarri attraverso le Alpi».

Da Novara a Friburgo

A gestire l’autostrada viaggiante è dal 2001 la società RAlpin, un’impresa comune di BLS, Hupac e FFS. L’offerta di servizi comprende 100’000 posti l’anno per il trasferimento di autocarri dalla strada alla rotaia. I conducenti degli autocarri caricano i veicoli su vagoni ultrabassi presso i terminal di Novara (I) o Friburgo in Brisgovia (D) ed effettuano il viaggio comodamente seduti in un apposito vagone.

L’anno scorso i camion che hanno attraversato in questo modo le Alpi sono stati 72’000, un numero inferiore alla capacità a causa della difficile situazione operativa di RAlpin. I cantieri in Germania e altri eventi imprevisti hanno difatti comportato importanti ritardi e la soppressione di diversi collegamenti, che hanno inoltre causato una perdita di esercizio di poco più di 2 milioni di franchi. RAlpin afferma che nel primo trimestre 2025 la situazione è ulteriormente peggiorata, rendendo l’esercizio dell’autostrada viaggiante non più sostenibile dal punto di vista economico. 

«Le soluzioni ci sono»

«È  proprio alla luce delle difficoltà operative in Germania che nel 2023 il Parlamento aveva deciso di prolungare il sostegno finanziario fino al 2028 - osserva Storni -. L’idea era quella di garantire il servizio in attesa che i tedeschi risolvessero i loro problemi sulla linea. Invece ora si sopprime il servizio adducendo quale motivazione proprio quelle difficoltà per le quali il Parlamento aveva deciso di prolungare i sussidi. Non ha alcun senso. Tanto più che RAlpin ha chiuso con una perdita di 2,2 milioni perché ha trasportato meno camion del previsto, ma questo significa che quindi anche la Confederazione ha versato meno sussidi del previsto. Il deficit avrebbe benissimo potuto essere coperto con la parte restante del sussidio approvato dal Parlamento».

Insomma, secondo Storni è questione di volontà politica. Tecnicamente ci sarebbe la possibilità di portare avanti un servizio che, seppur non sempre ottimale e comunque destinato a lungo termine a sparire, consente di togliere dalla strada almeno 70’000 camion all’anno. Non è poco, per un Paese che è ancora ben lungi dal raggiungere l’obiettivo di limitare a 650’000 il numero di transiti di camion su strada attraverso le Alpi (l’anno scorso sono stati 960’000, in aumento rispetto al 2023).

«Il legislatore ha fissato che il massimo di 650’000 transiti anni dovesse essere raggiunto entro 2 anni dall’apertura della galleria di base del San Gottardo - ricorda Storni -. Ora, non solo l’obiettivo non è stato raggiunto, ma i transiti continuano ad aumentare. Io trovo che sia problematico sopprimere anticipatamente un servizio solo perché ci sono delle difficoltà operative. Se in Germania ci sono troppi cantieri che rallentano la linea si può spostare il terminal a Basilea. Si può trovare un’alternativa invece che buttare via tutto».

Perché non fermarsi a Basilea?

D’altra parte a Basilea c’è già un terminal di carico (come pure a Bioggio). Alla luce di ciò Storni ha presentato un’interpellanza con la quale chiede al Consiglio federale che si trovino delle soluzioni per garantire il servizio fino al 2028, facendo capo ai finanziamenti già votati. «Viste le condizioni ancora sfavorevoli al raggiungimento degli obiettivi di trasferimento - affermano Storni e i suoi diciassette cofirmatari -, riteniamo che l’autostrada viaggiante sia da mantenere fino al termine deciso dal Parlamento». Perché la chiusura immediata, senza il tempo di mettere in piedi delle alternative, comporterebbe sicuramente un aumento dei mezzi pesanti sulla strada. Storni evidenzia che lo stesso Controllo federale delle finanze, nel 2018, aveva calcolato che in caso di chiusura dell’autostrada viaggiante i tre quarti dei camion si sarebbe riversato sulla strada. Ciò che è in contrasto con l’Iniziativa delle Alpi e che sicuramente nessuno auspica.

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