Le storie che valgono non finiscono

È nato in una domenica d’estate, il 29 agosto 2021. C’era il sole, ça va sans dire, quello pieno e fiducioso delle cose che iniziano, e c’era l’idea - forse un po’ incosciente, ma molto affascinante - che uno spazio di lettura lento, a cadenza settimanale, potesse ancora avere senso in un mondo che corre.
La Domenica è nata così: come nascono le cose a cui si tiene, senza troppe certezze ma con una buona dose di ostinazione.
Oggi la chiudiamo, si fa per dire, in una domenica d’inverno, alle porte del Natale 2025. Fa freddo, le giornate sono corte, e non è solo una questione di calendario. È il tempo dei bilanci, delle trasformazioni, dei passaggi di forma. Non una fine netta, piuttosto una metamorfosi. Perché le storie che valgono non finiscono: cambiano passo.
In questi anni abbiamo provato a fare una cosa semplice e difficile: conquistare il tempo. Raccontare quello che succedeva non solo mentre accadeva, ma anche dopo. Dare spazio a storie che non chiedevano di essere urlate, a idee che avevano bisogno di qualche riga in più, a voci che non stavano comode nel formato veloce. Abbiamo cercato profondità in un tempo che premia la superficie, complessità dove tutto sembra dover essere immediato. Non sempre ci siamo riusciti, ma sempre ci abbiamo creduto, grazie a una squadra affiatata e a giornalisti di talento che hanno fatto della loro passione un mestiere. Non è un caso che La Domenica sia stata regolarmente menzionata tra i giornali di maggiore qualità nello studio dell’Università di Zurigo. Un giornale, del resto, non è solo carta o web: è una comunità che si ritrova, settimana dopo settimana. Chi ha scritto, chi ha letto, chi ha discusso, chi si è riconosciuto e anche chi ha dissentito. A tutti loro va il grazie più sincero. Perché senza lettori non esistono Domeniche, senza curiosità non esistono giornali.
Dal prossimo 10 gennaio questa esperienza troverà una nuova forma. Da domenica a sabato, da domenicale autonomo a inserto del Corriere del Ticino: nasce Corriere Weekend. Non un semplice cambio di nome o di collocazione, ma una promessa rinnovata. L’idea è la stessa che ci ha accompagnato fin qui, ma con uno sguardo più ampio: accompagnare il fine settimana come tempo diverso, come spazio di riflessione, di scoperta, di lettura che non abbia fretta.
Corriere Weekend vuole essere questo: un luogo in cui il racconto incontra l’analisi, in cui la cultura dialoga con l’attualità, in cui le storie - piccole o grandi - trovano il tempo che meritano. Un inserto che non chiude la settimana, ma la apre. Che non riassume soltanto ciò che è stato, ma prova a intuire ciò che conta.
Chiudere questo domenicale nella forma che in molti avete apprezzato, non significa cancellarlo. Significa portarne con sé l’eredità: lo sguardo, l’attenzione, la cura. Cambia la veste, cambia il giorno, restano l’intenzione e il carattere. Resta la voglia di capire prima di giudicare, di leggere prima di reagire, di fermarsi prima di ripartire.
La Domenica così come l’abbiamo creata e conosciuta, purtroppo, finisce qui. Ma quello che ha provato a fare continua. Da sabato 10 gennaio 2026, con un altro nome, Corriere Weekend. E sarà, ancora una volta, un invito a prendersi tempo. Vi aspettiamo.

