Il caso

Le strana crisi delle bollicine

La mancanza di CO2 colpisce il mercato delle acque minerali – Ora si teme anche per gassose e birre – E Berna avverte: «La situazione è tesa»
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Andrea Stern
Andrea Stern
04.09.2022 11:00

Chi avrebbe mai pensato che anche le bollicine avrebbero potuto finire tra le vittime dell’invasione russa dell’Ucraina? Eppure è così. Nei supermercati italiani non si trova quasi più acqua frizzante. La società piemontese Sant’Anna ha interrotto le linee produttive di acque e bibite gasate. E ora anche Carlsberg ha ventilato provvedimenti drastici, perlomeno nel suo stabilimento polacco. «Se le forniture di CO2 non riprenderanno, saremo costretti a ridurre o interrompere la produzione» ha detto all’agenzia Reuters una portavoce del gruppo danese.

Sembra assurdo, se si pensa che da tempo la CO2 viene additata come il principale nemico da combattere. Ma il fatto è che l’anidride carbonica presente in eccesso nell’atmosfera non può essere utilizzata per scopi alimentari o industriali. Non è ancora stata sviluppata una tecnologia che permetta di catturarla dall’aria e riutilizzarla.

Oggi una buona parte della CO2 impiegata in ambito alimentare in Europa proviene da impianti di fertilizzanti, che la ottengono come sottoprodotto della lavorazione dell’ammoniaca. Gli alti costi energetici hanno messo un freno a queste produzioni estremamente energivore e così oggi sul mercato il prezzo della CO2 si sarebbe «settuplicato», secondo quanto denunciato da alcuni imprenditori italiani.

I produttori svizzeri parano il colpo

L’Associazione svizzera delle fonti di acque minerali e dei produttori di soft drinks (SMS) prova a gettare acqua sul fuoco. «Finora non abbiamo ricevuto alcuna informazione da parte dei nostri membri che indichi l’esistenza di colli di bottiglia in Svizzera per quanto riguarda l’approvigionamento di CO2 » afferma il responsabile della comunicazione Daniel Arnold. Tuttavia non si esclude che la situazione possa cambiare. L’associazione è al corrente dei problemi sorti in altri Paesi europei e ne monitora costantemente l’evoluzione.

«La situazione può variare notevolmente a seconda del mercato e della regione - osserva Andreas Voss, responsabile della comunicazione di Air Liquide, uno dei principali produttori europei di gas a uso industriale -. In genere, l’estate è un periodo in cui la domanda di CO2 aumenta notevolmente. Quest’anno la situazione è stata aggravata dalla crisi energetica. Gli elevati costi energetici hanno indotto le aziende industriali produttrici di anidride carbonica a ridurre le loro attività. Di conseguenza, i volumi di fornitura sono stati notevolmente ridotti. Stiamo lavorando duramente per ridurre al minimo l’impatto di queste tensioni».

Priorità ai servizi essenziali

Anche perché non si tratta solo di salvare le bollicine dell’acqua frizzante. La CO2 ha molteplici utilizzi, nel settore alimentare, ma anche nell’agricoltura, nell’industria chimica,nelle acciaierie, nell’industria petrolifera e persino nella sanità.

Se l’anidride carbonica scarseggia, si tratta quindi di definire un ordine di priorità. È ciò che fa la Confederazione, come viene spiegato nella più recente analisi dell’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (UFAE), pubblicata il 30 agosto. «La situazione è tesa per quanto riguarda la disponibilità di elio, CO2 e idrogeno - osserva l’UFAE -. Per le forniture di elio si dà la priorità a coloro che lo utilizzano per la fabbricazione di prodotti importanti o per la messa a disposizione di servizi essenziali. Lo stesso vale per la CO2 e l’idrogeno».

Difficilmente l’acqua frizzante potrà essere considerata un «prodotto importante» o un «servizio essenziale». Tantomeno la birra, per la quale si stanno già levando allarmi in più Paesi europei. Nel Regno Unito è già ormai da alcuni anni che viene agitato lo spauracchio della scomparsa dell’amata bionda dai pub. Finora però lo scenario non si è mai concretizzato. Inoltre nel caso della birra il vantaggio è che l’anidride carbonica viene utilizzata solo in alcuni prodotti industriali. La birra artigianale invece acquisisce la sua effervescenza durante il naturale processo di fermentazione.

È un ginevrino l’uomo cui viene attribuita l’invenzione delle bollicine. Si tratta di Jacob Schweppe, che nel 1783, dopo una decina d’anni di ricerche, mise in commercio la prima bibita gasata al mondo. La sua invenzione ebbe un immediato successo. Fu utilizzata anche a livello medico per curare tutta una serie di mali. Nel 1790 Schweppe si trasferì in Inghilterra, dove sviluppò la sua azienda «Schweppes».
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