Regno Unito

L'era di King Charles fra continuità e sorprese

Il fatto che Carlo si sia preparato così a lungo per la successione alla defunta regina Elisabetta non è garanzia di successo
Alessandro Carlini
11.09.2022 09:22

Lunga vita al re. Ma Carlo III ha già vissuto un’intera esistenza per presentarsi all’appuntamento con la storia, a 73 anni suonati, ed è quindi naturale chiedersi, come lo fanno milioni di britannici e non solo, che tipo di sovrano sarà? Il fatto che si sia preparato così a lungo per la successione alla defunta regina Elisabetta, mai come nessun altro erede al trono di San Giacomo, non è garanzia di successo.

Assieme all’esperienza ha anche accumulato un certo trascorso di vita personale, dal divorzio con Diana al nuovo matrimonio con Camilla diventata regina consorte, e anche di quella pubblica, con alcune vicende piuttosto vicine allo scandalo (come onorificenze e donazioni sospette), che potrebbe pesargli più della corona. Nel suo primo discorso del re trasmesso in televisione ha fatto la promessa solenne di «servire tutta la vita» come ha fatto Elisabetta II, inserendo poi quell’aggettivo «rimanente» riferito alla sua esistenza già entrata nella terza età. Il tempo quindi sarà un possibile vincolo del suo regno, quello che invece la madre ha straordinariamente «dominato» resistendo per oltre 70 anni da record sul trono.

L’orfano della Regina più amata

Si tratta di una successione difficile in un Regno Unito orfano della sovrana più amata, paragonabile solo alla regina Vittoria, in un momento di grande tensione sociale per il Paese alla prese con un dopo Brexit insidioso e incompiuto, fra recessione alle porte, malcontento diffuso dei cittadini per il caro vita e le bollette alle stelle, e una nuova premier, la conservatrice Liz Truss, che esordisce con un gradimento già pessimo, dopo esser stata eletta da una minoranza infima di iscritti Tory. Secondo molti osservatori Carlo sarà un sovrano molto diverso dalla madre, pur rappresentandone la continuità, e pronto anche a sorprendere. «Potrebbe lasciare il segno riformando l’immagine della monarchia - spiega l’autore ed editorialista Simon Jenkins - Laddove Elisabetta era una sostenitrice della tradizione, Carlo è noto per voler rendere meno formale la corte. Si dice che voglia trasferirsi da Buckingham Palace, trasformandolo in un palazzo di uffici reali e un museo e mantenendo Clarence House come sua casa londinese. Un gesto popolare sarebbe quello di fondere gli ampi giardini privati del palazzo con Green Park e formare un corridoio verdeggiante da Whitehall a Kensington Palace».

Da tempo si parla di un ridimensionamento della corte, rendendolo più sobria, e di avvicinarsi sempre più alla gente come del resto ha fatto già il nuovo monarca prima di entrare a Palazzo, scegliendo il bagno di folla. Forse sarà un re del popolo, che, come già è accaduto quando era ancora erede al trono, si ferma volentieri a parlare con l’uomo della strada o risponde felice a qualcuno che gli urla: «Charlie, andiamo a farci una birra?». Piccoli gesti che assumono un grande valore simbolico per una istituzione basata proprio sui simboli. Se su questo punto gli esperti sono più o meno concordi la grande incognita resta quella di quanto influiranno sul suo ruolo di capo di Stato le sue grandi passioni, a partire dalla difesa dell’ambiente.

Possibili conflitti con la premier Truss

Carlo riuscirà quindi a metterle da parte, come si addice a un sovrano britannico assolutamente imparziale, o invece i suoi interessi lo spingeranno verso possibili ingerenze e perfino a un rapporto conflittuale con la premier Truss, che ha appena rilanciato l’uso della controversa tecnica estrattiva di gas e petrolio nota come fracking? In passato era emerso che l’allora principe di Galles aveva cercato in diversi casi di influenzare le scelte del governo di Tony Blair, in materie come la scuola, chiedendo un ampliamento dei selettivi licei, e l’ambiente, oltre all’accusa di aver piazzato fedelissimi nei ministeri.

Emblematica la vicenda delle «Black Spider Letters», le lettere del «ragno nero» (per via della grafia) inviate ai membri dell’esecutivo. Ma non ripeterà questi errori: ne è sicuro il grande esperto di questioni istituzionali, il professor Vernon Bogdanor del King’s College. «Carlo sa che il suo stile dovrà cambiare. Il pubblico non vorrà un monarca impegnato in una campagna». Lo aveva detto lo stesso sovrano in una intervista alla Bbc nel 2018: «Non sono così stupido. Mi rendo conto che essere sovrani è un esercizio del tutto diverso».

Le previsioni di Sir Lloyd Dorfman

Invece Sir Lloyd Dorfman, che ha lavorato con King Charles per molti anni nell’organizzazione benefica Prince’s Trust, non prevede una fine completa al suo coinvolgimento in questioni come il cambiamento climatico e l’agricoltura biologica. «È molto ben informato, molto efficace. È difficile immaginare che rinunci a quei temi», ha suggerito Sir Lloyd. Tanti i problemi in arrivo e le questioni aperte, a partire proprio dall’emergenza energetica, col piano appena lanciato dalla prima ministra per trasformare il Paese in un esportatore netto di energia entro il 2040, puntando molto su fonti non rinnovabili e nucleare. Non appena sarà finito il periodo di lutto per la nazione i lavoratori sciopereranno di nuovo in quello che è già previsto come un autunno caldo e gli ambientalisti scenderanno in piazza, bloccheranno le strade come già fatto nei mesi scorsi, manifesteranno davanti ai siti in cui si tornerà a trivellare col fracking dopo la moratoria del 2019. Il re rimarrà in silenzio?

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