L'illustre reporter che seguì la seconda guerra anglo-boera

«Dalle ultime notizie appare che i Boeri non si rassegnano tanto facilmente, come già si credeva, all’invasione totale del Transvaal. L’avanzata degli Inglesi su Pretoria non è riuscita per lord Roberts così liscia come egli tentava di far credere: i Boeri hanno contrastato, per quanto lo permetteva il suolo generalmente piano, la sua marcia; egli non ha dato ancora le cifre delle sue perdite. L’esilarante generale Buller ha chiesto ed ottenuto ieri l’altro un armistizio di 3 giorni: Perchè? Non si sa questo, ma si capisce che se è ridotto a queste risorse non deve stare troppo bene. Ora il Daily Express ha da Pretoria che il comandante boero Dewett fece prigionieri al sud di Johannesburg 250 Inglesi e prese 56 furgoni [...]. Il corrispondente del Daily Express intervistò Krüger, il quale gli dichiarò che la guerra continuerà e che i Boeri possono resistere a Lydenburg parecchi mesi [...]». Questa notizia venne pubblicata il 9 giugno del 1900 dal «Corriere del Ticino». Nel sud del continente africano infuriava la seconda guerra anglo-boera (1899-1902) e fra i corrispondenti dei giornali inglesi che la seguirono sul terreno uno lo conosciamo tutti. Era Arthur Conan Doyle, lo scrittore e reporter che diede vita al detective più famoso del mondo, ossia Sherlock Holmes. Arthur Conan Doyle, che in qualità di giornalista seguì pure le Olimpiadi di Londra del 1908 per il «Daily Mail», scrisse due libri su quel conflitto: «La grande guerra boera» e «Guerra in Sudafrica: la sua causa e la sua condotta», pubblicati nel 1900 e 1902.
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