L'importanza di chiamarsi Bernasconi

La società cambia, il Ticino diventa sempre più multietnico, ma ci sono certezze che non crollano mai. Bernasconi, da tempi immemori il cognome più diffuso nel cantone, lo resta anche nell’ultimo rilevamento pubblicato dall’Ufficio federale di statistica (UST) a fine agosto. Seppur in leggero calo , da 2’304 a 2’188 persone, la tribù dei Bernasconi resta di gran lunga la più numerosa, davanti ai Ferrari (1’269 persone), ai Bianchi (1’240) e ai Rossi (1’222). La tradizione prevale sull’esotismo, sebbene anche cognomi più esotici si stiano diffondendo sul territorio, a partire dal portoghese da Silva, che è al primo posto a Locarno, come anche a Ginevra, Losanna e Neuchâtel.
«La recente diffusione delle statistiche sulla frequenza dei cognomi svizzeri ci fornisce un’occasione per ragionare su un patrimonio antico che produce però, nel succedersi di anno in anno di questi rilevamenti, qualche indicazione sull’evoluzione della società e delle sue componenti - osserva Stefano Vassere, direttore delle Biblioteche cantonali e docente di Teoria dei linguaggi alla Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università degli Studi di Milano -. Se da una parte il cognome è la parte della nostra anagrafe che non scegliamo e che non scelgono i nostri genitori (mentre c’è ampio margine nella selezione dei prenomi e dei nomi di battesimo), d’altro canto l’insieme dei cognomi di una comunità, di una città, di un villaggio, di interi cantoni o dell’intera Svizzera, ci può dire molto della loro composizione».
Gli opposti di Onsernone e Paradiso
In particolare, le classifiche dei cognomi possono permettere di decifrare l’evoluzione di una comunità. «Queste classifiche, se lette in modo adeguato, certificano in alcuni casi la conservazione di una comunità tradizionale e compatta, e sul piano opposto l’emergere in altri di declinazioni nuove, dovute in gran parte all’immigrazione - osserva Vassere -. Così i cinque cognomi più diffusi di una comunità tradizionale e tutto sommato quasi immutata nei secoli come quella del comune di Onsernone continuano a essere Garbani, Mordasini, Terribilini, Rusconi e Poncioni. Ma per contro non si può non notare che un comune urbano come quello di Paradiso veda il cognome di origine ticinese Foglia preceduto da Shala, Islamaj e Veseli e a pari merito con Gashi, tutti nomi di origine albanese o kosovara».
Il cognome Shala risulta essere il più diffuso anche a Muzzano. Un nome di origine balcanica, Talaj, è al primo posto anche a Bodio, davanti al ticinese Pedroli e a un altro cognome di origine balcanica, Kikaj. Tornando nella cintura luganese, a Massagno, i Bernasconi restano i più numerosi ma sono seguiti dagli Arifi e dai Salijaj.
I da Silva di Locarno
L’impatto della migrazione è invece meno evidente nei grandi centri urbani. A Lugano i primi cinque cognomi sono tutti tradizionali - Bernasconi, Bianchi, Crivelli, Rossi, Campana - così come a Bellinzona - Rossi,Guidotti, Bernasconi, Grossi, Ferrari - e Mendrisio - Bernasconi, Bianchi,Croci, Ferrari, Rossi.
«L’eccezione è Locarno - riprende Vassere -, dove brilla in prima posizione il cognome da Silva, che mette in fila Ferrari, Bernasconi e Bianchi, prima di un altro nome di famiglia portoghese, i Pereira. Da Silva è del resto il dodicesimo cognome più diffuso nel Ticino e Pereira il quindicesimo. Un dato che andrà fatto derivare dal fatto che la comunità portoghese è nel Ticino la seconda più rappresentata dopo quella italiana, situandosi attorno al 6% di tutta la comunità straniera, e costituendo sul piano dei cognomi il gruppo più vistoso proprio nella forma del nome».
La comunità italiana è più numerosa ma meglio celata dietro a cognomi che spesso condivide con i ticinesi. «Bernasconi, il cognome più diffuso nel Ticino, è portato anche da oltre 2’500 famiglie in tutte le regioni d’Italia, soprattutto in Lombardia ed esclusa la sola Basilicata - sottolinea Vassere -. Il cognome, del resto, è riferito al toponimo lombardo Bernasca».
Tra origini e professioni
Hanno chiari riferimenti geografici anche i vari Veneziani, Padovani, Zürcher, Valsangiacomo, Toscani, Emiliano, Piemontesi. Altri cognomi sono legati a caratteristiche fisiche del primo portatore (Rossi,Grossi, Biondi, Storti, Gobbi). «Ulteriori cognomi hanno una motivazione più legata all’origine familiare stessa del portatore - osserva Vassere -. Sono i cosiddetti ‘patronimici’ o ‘matronimici’ nomi formati sul nome del padre o della madre, come Del Pietro, Della Monica, De Simone, De Maria, eccetera».
Ci sono poi i cognomi originati da mestieri e funzioni pubbliche. «Sin dall’inizio rappresentano una fucina onomastica molto abbondante, dando origine ad alcuni tra i più diffusi cognomi d’Italia - spiega Vassere -. Per esempio, i Ferrari e i Fabbri, i Forni, i Molinari, i Pastore oltre che, sul piano delle funzioni nella società (vere o supposte o attribuite per scherzo), i Conti, i Baroni, i Notari, gli Imperatori, i Marchesi, i Vescovi. Sono del resto derivati da professioni i primi sette cognomi svizzeri in assoluto, e tra i primi dodici il solo Da Silva, settimo, non appartiene a questa categoria: sono nomi come Müller, Meier, Schmid, Keller, Weber, Schneider, Huber, Meyer, Steiner, Fischer, Gerber».
Quanto conta il cognome?
Infine può essere interessante chiedersi quanto un cognome possa influenzare le proprie possibilità di carriera. Ha provato a rispondere a questa domanda Diego Rezzonico, in un lavoro di ricerca curato dal professore Nenad Stojanovic, nell’ambito del quale sono stati presi in analisi i cognomi dei candidati alle elezioni comunali svoltesi tra il 2000 e il 2016.
Ebbene, Rezzonico dimostra che i partiti tendono ad aumentare la presenza in lista di candidati che portano cognomi non tipicamente ticinesi (quelli apparsi per la prima volta nel cantone dopo il 1950). Ma questo vale solo per il Consiglio comunale. Al contrario, come candidati per il Municipio vengono sempre più privilegiati i candidati che portano cognomi locali. «Anche a livello cantonale i partiti politici tendono a includere candidati con un nome di famiglia non autoctono per le cariche meno importanti, escludendo progressivamente questi ultimi dalle cariche più strategiche», osserva Rezzonico.
La relazione con il territorio
D’altra parte l’analisi dei risultati elettorali permette di dimostrare che gli elettori continuano a prediligere i candidati con cognomi autoctoni, anche nei partiti di sinistra. Per esempio, nell’elezione del 2016 per ilConsiglio comunale a Lugano , i dieci socialisti più votati hanno tutti cognomi autoctoni, i dieci meno votati tutti cognomi non autoctoni. «La relazione del cognome del candidato con il territorio è a priori una caratteristica preferenziale», commenta Rezzonico.
Una tesi sicuramente valida per le elezioni considerate ma che può essere messa in discussione se si va a guardare chi sono oggi i nostri governanti. Tra i cinque consiglieri di Stato, il solo Norman Gobbi ha un cognome che era presente in Ticino già prima del 1800. Tutti gli altri sono figli di un’immigrazione più recente, come il consigliere federale Ignazio Cassis, anch’egli di origini italiane.