Il personaggio

L'influencer della grappa: «Con il nostro premio anticipiamo i Nobel»

Francesca Bardelli Nonino, sesta generazione della storica famiglia conosciuta nel mondo per i distillati, protagonista della Digital Night di Lugano
Mattia Sacchi
28.05.2023 06:00

«Il vino mi sembra un riflesso della vita, non della vita nel suo insieme, ma della mia vita, di quella che ho vissuto e che mi ha segnato.», scrive il premio Nobel per la letteratura 1975 Albert Camus nel suo La Caduta. Una metafora che spiega come il percorso personale di una persona, le sue esperienze e la storia, possano far risaltare alcuni valori, creando e impreziosendo le sue sfumature. Proprio come un vino quando invecchia. O magari una grappa.

Camus non è l’unico premio Nobel ad usare gli alcolici nei suoi racconti. Basti pensare a Ernest Hemingway, Samuel Beckett o William Faulkner. E poi ci sono casi in cui le regole vengono totalmente sovvertite, come la Nonino Distillatori di Persereano, nel Friuli, che addirittura riesce ad anticipare i futuri vincitori. Rigoberta Menchù, V.S. Naipaul, Tomas Tranströmer, Mo Yan, Peter Higgs, Giorgio Parisi: sono i 6 premi Nobel la cui vittoria è stata preceduta dal Premio Nonino, uno tra i più importanti e longevi riconoscimenti italiani, da quando è nato, pionieristicamente, nel 1975 per salvare gli antichi vitigni autoctoni friulani in via di estinzione e per la valorizzazione della civiltà contadina.

«Quando i miei nonni hanno pensato di creare la prima grappa di monovitigno è partito non solo un percorso verso la qualità assoluta, ma ne è nato parallelamente uno culturale, che ha permesso di rivendicare i valori e le peculiarità del nostro territorio – spiega Francesca Bardelli Nonino -. Una ricerca che è poi diventata un premio culturale, il quale è cresciuto sempre di più, coinvolgendo nomi che hanno dato uno straordinario contributo all’umanità. Una cosa che ovviamente ci rende particolarmente orgogliosi».

Bardelli Nonino è la rappresentante della sesta generazione di quella che, da ditta di famiglia, si è trasformata in una delle grandi eccellenze italiane, tanto da essere stata insignita nel 2019 come migliore distilleria al mondo. Una realtà che potrebbe quindi vivere di «rendita» e della nomea che si è guadagnata negli anni, ma che invece ha puntato sul rinnovamento, stravolgendo la propria comunicazione grazie alla freschezza della 33enne, uscendo dallo stereotipo comune della grappa come alcolico riservato a persone di una certa età, sorseggiato in un bar di paese: «I giovani vogliono sapere cosa bevono e c’è un interesse sempre maggiore nella ricerca di prodotti che raccontino una regione, le sue tradizioni e il lavoro delle persone che ci sono dietro. È quasi come viaggiare, attraverso gli aromi e i sapori di quello che si assapora dal bicchiere. Non è un caso che questa attenzione sia stata portata poi nella mixology, con alcuni dei migliori bartender mondiali che utilizzano la grappa come protagonista delle loro creazioni. Come responsabile della comunicazione web della Nonino Distillatori, cerco di trasmettere questa nuova interpretazione dei distillati».

Con evidente successo, visto che ormai è conosciuta come l’«influencer della grappa», seguita da decine di migliaia di follower su tutti i social: «È partito tutto per caso, dopo l’articolo di un giornalista su un mio video dove mostravo la bellezza dei pomodori fertirrigati con la vinaccia che abbiamo distillato per ottenere la nostra grappa. È stato lui a darmi questo titolo e la cosa mi ha divertito: ho pensato che fosse la conclusione ideale di quel percorso che avevo intrapreso da anni per trovare il modo giusto di fare appassionare i più giovani a questo meraviglioso mondo. E poi la cosa piace anche al resto della famiglia: in particolare a mia nonna che, per prendermi in giro, adesso mi chiama «l’influenza»!».

Recentemente indicata tra le donne dell’anno dal Corriere della Sera, Bardelli Nonino sarà protagonista della Digital Night alla Manor di Lugano il prossimo 1 giugno, in una serata dove si racconteranno i talenti che rivoluzionano il mondo digitale: «È la mia prima volta in Ticino, sono davvero emozionata di conoscere un territorio che, come noi, condivide la ricerca e il piacere dell’eccellenza. Un’eccellenza che dobbiamo avere la voglia e l’orgoglio di raccontare, senza inutili orpelli ma, semplicemente, valorizzando la nostra storia e la nostra cultura. Perché è quello il grande valore aggiunto che ci rende speciali».

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