Lugano s'indebita per tutti

La crescita del debito pubblico di Lugano è un tema scottante perché, tra PSE e altri investimenti, nel giro di un solo quadriennio gli impegni della Città nei confronti degli investitori sono destinati a salire da 1 a oltre 1,4 miliardi di franchi. E questo mentre nella cintura luganese ci sono Comuni che non hanno nemmeno un centesimo di debito. «A Lugano non progettiamo e investiamo solo per i nostri cittadini, ma per l'intero territorio luganese», afferma Marco Chiesa, capodicastero consulenza e gestione. «Lugano è un polo trainante che non beneficia di contributi di centralità per le opere che realizza», aggiunge Giacomo Orlandi, direttore della Divisione finanze. «Dovremmo discuterne costruttivamente anche in Ticino, seguendo l'esempio della maggioranza degli altri Cantoni» precisa Chiesa .
A quanto ammonta oggi il debito di Lugano?
Orlandi: «Il debito finanziario sui mercati, cioè la somma di tutte le emissioni obbligazionarie non ancora scadute e sulle quali riconosciamo interessi, ammonta in questo momento a 1,105 miliardi di franchi. Abbiamo comunque anche un’importante liquidità in cassa, quindi il debito netto alla fine del 2024 era di 890 milioni. Non lontano da un miliardo».
Per quale motivo avete importanti disponibilità liquide al momento?
Orlandi: «Si tratta di mezzi finanziari che abbiamo accantonato per rimborsare debiti che arrivano a naturale scadenza. Ne abbiamo anticipato il rifinanziamento alla luce delle favorevoli condizioni di mercato».
Perché il debito della Città è destinato ad aumentare così fortemente?
Chiesa: «Senza correzioni, nel 2028, a seguito delle decisioni delle scorse legislature, gli impegni finanziari di Lugano cresceranno fino a 1,4 miliardi di franchi. Una cifra importante che merita una riflessione trasparente e concreta, ma anche una narrazione corretta. Perché questo non è il segnale di una città in difficoltà, bensì di una città proattiva e progettuale che assume il suo ruolo di polo cantonale. Una locomotiva economica che trascina con sé il progresso di un intero Cantone grazie agli investimenti che mette in esecuzione».
Che investimenti sono?
Chiesa: «Molte opere realizzate in passato, oggi in realizzazione e domani da realizzare hanno un impatto che va ben oltre i confini di Lugano ma richiedono rilevanti sforzi finanziari alla Città e ai suoi cittadini: dal PSE al LAC, dalla nuova Casa della Musica alla riqualificazione del Maglio, fino agli interventi infrastrutturali e sulle strutture sportive. Si tratta di progetti che rappresentano un chiaro valore aggiunto, concepiti per rafforzare l’attrattività e la coesione regionale, a beneficio di tutta la popolazione, non solo quella luganese».
Cosa comporta questo aumento del debito?
Orlandi: «Il debito genera degli interessi passivi che bisogna pagare. Attualmente parliamo di circa 12 milioni all’anno. Con l’aumento del debito, aumenterà anche la spesa per gli interessi». Chiesa: «Questi sono tutti soldi pubblici che vengono sottratti ad altri compiti in favore della popolazione e diminuiscono il margine di decisione del Municipio. In questo momento i tassi sono estremamente favorevoli ma la Città ha il compito di essere prudente e lungimirante perché un debito molto elevato può rivelarsi oggettivamente problematico. Lo riscontriamo in realtà a noi vicine».
Un debito da un miliardo di franchi poteva essere considerato «sano»?
Orlandi: «La situazione debitoria può essere considerata sana se rimane stabile e se mantiene un rapporto di equilibrio con i ricavi. Dalla crisi del 2013, quando la Città ha dovuto aumentare il moltiplicatore di 10 punti, il debito si è attestato attorno al miliardo. Nel frattempo i ricavi sono cresciuti e quindi le proporzioni si sono riequilibrate. Ma ora, con un aumento di 400 milioni in pochi anni, questo equilibrio verrà messo sotto pressione».
Quindi un debito da 1,4 miliardi non è sano?
Orlandi: «Sarebbe sano se anche i ricavi e l’autofinanziamento crescessero di conseguenza. Ma visto che i ricavi sono destinati a salire solo del 2-3% all’anno posso dire che si tratta di un debito che richiede attenzione».
C’è chi sopravvive con debiti molto più elevati.
Chiesa: «Mantenere un debito pubblico elevato significa lasciare una pesante fattura sulle spalle dei nostri figli e disporre di meno risorse finanziarie per i servizi alla popolazione, poiché una parte sempre più importante di soldi pubblici deve essere utilizzata per pagare gli interessi. Personalmente sono convinto che uno dei grandi punti di forza della Svizzera sia la solidità delle sue finanze, un valore che merita di essere assicurato e tramandato anche alle prossime generazioni».
Cosa fate per contenere la crescita del debito?
Chiesa: «Confrontati a una previsione di rapida crescita dell’indebitamento frutto di investimenti ad ampio respiro, è nostra responsabilità muoversi con visione e determinazione: abbiamo dunque immediatamente agito sulla spesa corrente riducendola di 10 milioni e contestualmente avviato di un'analisi del patrimonio per rivalorizzare i beni della Città. I risultati di questa analisi saranno pronti a fine giugno».
Cosa significa «rivalorizzare»?
Chiesa: «La Città è proprietaria di beni mobili e immobili di cui stiamo valutando l’utilità specifica per la popolazione. Prendiamo un esempio già sul tavolo da tempo, ossia la casa anziani Castagneto a Castagnola, che in futuro non verrà più utilizzata a seguito del ragionevole ampliamento della Meridiana di Viganello. Ecco, la città con l’approvazione del Consiglio comunale potrebbe realizzare quel sedime, che è stimato a 14 milioni di franchi, destinandolo al finanziamento di nuovi progetti».
Qualcuno parla di «vendita dei gioielli di famiglia».
Chiesa: «Non è affatto così. Questa è retorica politica semplicistica e fuorviante. Si potrebbe parlare di vendita dei gioielli di famiglia se utilizzassimo quei soldi per pagare la gestione corrente, cosa tra l’altro accaduta nel 2013. Qui invece si tratta di una trasformazione del patrimonio. Realizziamo un oggetto per finanziare altri investimenti e tenere sotto controllo il debito».
È pur sempre una vendita.
Orlandi: «È una strada ragionevole, vista la forte crescita del debito cui andiamo incontro. Le rivalorizzazioni permettono di finanziare i nuovi investimenti limitando l’esposizione sui mercati. Non dimentichiamo che la Città è un emittente istituzionale con volumi significativi e in quanto tale è sottoposta alla valutazione di un’agenzia di rating, nella fattispecie Moody’s, che può esprimere un giudizio negativo in caso di forte crescita del debito».
Sarebbe grave?
Orlandi: «È quello che è successo negli scorsi giorni negli USA con il taglio del rating. Subito dopo ha avuto luogo una pioggia di vendite, i mercati reagiscono meccanicamente a questi downgrading. Noi ora abbiamo un rating molto alto e quindi siamo giudicati come molto solidi. Un downgrading comporterebbe il pagamento di un margine accresciuto da riconoscere ai nostri finanziatori».
Perché ci sono Comuni intorno a Lugano che non hanno bisogno di contrarre debiti?
Chiesa: «La differenza è che la Città di Lugano, che versa inoltre una trentina di milioni all’anno nell’ambito della perequazione comunale, non realizza solo investimenti per i suoi cittadini ma opere di ben più ampio impatto, impossibili da finanziare con la sola gestione corrente. Sono certo che nessuno voglia frenare lo sviluppo regionale portato avanti da Lugano e non nascondo di aver molto apprezzato la disponibilità dei comuni limitrofi a discutere una cornice istituzionale per condividere oneri e benefici tra il centro e i comuni della cintura».