Politica

Noi, poveri anziani

Cresce il malcontento tra i pensionati e la Lega ripropone l’idea della tredicesima
© CdT/Chiara Zocchetti
Andrea Stern
Andrea Stern
26.03.2023 16:49

Franco Bernasconi, 80 anni, guarda le automobili posteggiate lungo la sua strada a Lugano e commenta sconsolato. «Io ho una vecchia Fiat Una di trentacinque anni fa - dice -. La cambierei volentieri ma non posso permettermelo. Invece qui è pieno di potenti bolidi che appartengono a persone che magari non hanno mai nemmeno lavorato ».

Nelle sue parole si percepisce un velo di risentimento. «Noi pensionati ci sentiamo l’ultima ruota del carro - prosegue -. Chiunque arriva in Svizzera riceve aiuti e sussidi a iosa, per il Credito svizzero lo Stato ha tirato fuori miliardi di franchi come se niente fosse. Invece a noi pensionati hanno negato 7 franchi al mese di adeguamento al rincaro. Mi dica lei se non è una vergogna».

Il triste primato

In effetti il ragionamento di Franco Bernasconi è più che comprensibile. Specialmente in un cantone, il Ticino, che vanta il triste primato della più alta percentuale di pensionati in condizioni finanziarie precarie, ben il 29,5%, secondo l’ultimo monitoraggio di Pro Senectute Svizzera. Una triste situazione che, alla luce dell’inflazione, non può che peggiorare.

«Quest’anno tra me e mia moglie abbiamo ricevuto un aumento dell’AVS di 60 franchi confessa Stelio Frapolli, quasi ottantenne di Mendrisio -. Ma allo stesso tempo i nostri premi di cassa malati sono cresciuti di 100 franchi, la bolletta dell’elettricità è lievitata, la spesa al supermercato è diventata più cara. Non voglio lamentarmi della nostra situazione ma il problema è che questo impoverimento tocca tutti i pensionati, anche coloro che devono vivere con cifre irrisorie».

Stelio Frapolli ne ha conosciuti parecchi nell’ambito del suo lavoro come volontario per la Croce Rossa. « Non appena andato in pensione mi sono offerto per trasportare le persone non motorizzate - spiega -. Così in questi anni ho conosciuto tantissimi anziani in difficoltà, che non possono permettersi di andare dal parrucchiere, che non arrivano alla fine del mese o che non riescono a districarsi con la burocrazia e quindi non accedono agli aiuti cui avrebbero diritto».

Per non parlare di chi agli aiuti non ha proprio diritto. «In questo periodo sto cercando di aiutare un artista di Mendrisio - dice - che deve vivere con una rendita AVS di appena più di 1.500 franchi al mese. In vita sua non ha risparmiato (sappiamo come sono gli artisti) e ora non riceve la complementare poiché è proprietario di una vecchia casa, che probabilmente non riuscirebbe neanche a vendere. Quindi con 1.500 franchi deve riuscire a coprire tutte le spese fisse e sostentarsi. È praticamente impossibile».

«Riprendete la proposta del Nano»

Sia Franco Bernasconi sia Stelio Frapolli avrebbero ancora molte storie da raccontare. Alcune di queste le hanno portate ai ritrovi elettorali della Lega, accompagnate dalla richiesta di ripresentare una vecchia proposta di Giuliano Bignasca, quella tredicesima AVS bocciata dal po-polo ticinese, sotto due diverse forme, dapprima nel 1993 e poi ancora nel 2012.

Ma chissà, forse i tempi sono cambiati, forse nel frattempo l’opinione pubblica ha preso coscienza di quanto sia meschino mantenere sotto la soglia di povertà coloro che hanno lavorato una vita per garantire il benessere del nostro cantone.

Lo sperano Boris Bignasca e Michele Guerra, che a nome del gruppo parlamentare della Lega hanno presentato ora, appena prima delle elezioni, un’iniziativa generica per l’introduzione di una 13. rendita mensile AVS. «In occasione di tutti gli eventi elettorali, da parte di moltissimi simpatizzanti del popolo leghista, abbiamo ricevuto una richiesta forte, chiara e unanime: riproporre questa battaglia del Nano », spiegano Bignasca e Guerra.

Da qui la presentazione, venerdì scorso, di un’iniziativa generica, in modo da garantire alla proposta la «massima flessibilità e apertura politica». Al contrario delle precedenti iniziative, questa non pone vincoli di legge che potrebbero essere in seguito contestati. «Noi chiediamo di esprimersi sul principio, sì alla tredicesima AVS oppure no alla tredicesima AVS - sostengono Bignasca e Guerra -. Poi si tratterà di trovare tutti insieme la soluzione migliore per attuare questo principio».

Franco Bernasconi e Stelio Frapolli sono consapevoli che una rendita mensile in più non risolverebbe, da sola, tutti i problemi dei pensionati ticinesi. «Ma sarebbe un gesto importante - conclude Bernasconi -, perché almeno una volta ci sentiremmo considerati anche noi».

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