Il commento

Noi sudditi allo specchio, davanti al video di Kate

Davanti al video con cui Kate Middleton ha annunciato al mondo la triste verità, noi inglesi reagiamo con un misto di emozioni, che vengono da lontano
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Grant Benson
24.03.2024 06:00

Sono nato nel 1963, quando Elisabetta era già sul trono da undici anni. Sembra una stupidata, ma per la mia generazione è sempre stata come una specie di parente, magari un po’ lontana: di quelle che hai visto una volta - in effetti mi è capitato di incontrarla, da bambino - e poi mai più. In realtà, bastava aprire il borsellino e la sua faccia ti guardava dalle banconote. Sempre lei da sessant’anni, una certezza. Quando è scomparsa è stato uno choc enorme, e da allora tutto è cambiato. È come se le cose si fossero messe in moto d’un tratto e la famiglia reale non sia mai davvero uscita dallo choc, bad news dopo bad news: prima la malattia di Carlo, ora quella di Kate.

Che ci fosse un problema grave lo si era capito da un po’, in realtà. Senza essere esperto di cose reali, qualsiasi inglese è abituato a un rumore mediatico costante attorno ai Windsor e si accorge immediatamente quando c’è un silenzio anomalo. Nel caso di Kate - che è il membro della famiglia più amato dal pubblico, senza dubbio - il silenzio durava da due mesi ed era decisamente insolito. Gli scivoloni come le finte paparazzate, la foto ritoccata e le spiegazioni ancor più sospette - c’è chi le ha creduto, quando ha detto di avere fatto tutto con photoshop: non sono tra quelli - hanno aumentato l’impressione di un meccanismo comunicativo che si è inceppato. Ora sappiamo il motivo.

È strano da dire. Ma mi è parso di avvertire una specie di sollievo dopo la pubblicazione del video di Kate venerdì sera. Almeno sappiamo cosa c’è dietro. Ci mancano ancora molte informazioni: non sono un medico ma è chiaro che dietro alla parola «cancro» ci può essere una gamma di situazioni e patologie, inoltre non sappiamo come stia reagendo Kate alla chemioterapia. Di sicuro non la vedremo comparire in pubblico per un po’ e nel frattempo mi aspetto che alcuni di questi aspetti vengano chiariti, nei prossimi giorni. Dopotutto si tratta della futura Regina.

Cosa resta a noi sudditi? Oltre al grande dispiacere - e alla speranza che le cose si risolvano per il meglio - è un senso di spaesamento. Siamo abituati a vedere nei Reali delle specie di rock-star, personaggi invidiabili che hanno tutto ciò che si possa desiderare. In momenti come questi li scopriamo invece fragili, molto meno invidiabili e comunque non così diversi da noi. Tutti conosciamo qualcuno che ha avuto lo stesso problema di Kate, lei stessa lo ha sottolineato nel video, ed è vero. La differenza è che la maggior parte di noi può affrontare questi momenti nel privato, senza la fatica e il fastidio di un’esposizione continua ai riflettori: è la condizione esistenziale dei reali inglesi, senza il circo mediatico - si è tentati di pensare - la Corona forse non esisterebbe nemmeno. E l’attenzione dei media aumenta al massimo proprio nei momenti difficili, quando i diretti interessati vorrebbero un po’ di privacy.

Fa parte del gioco. La celebrità non è un rubinetto che si chiude e apre a piacimento. Sicuramente ora William vorrebbe chiuderlo, è comprensibile. Ma dubito personalmente che la attenzione mediatica  diminuirà nei prossimi tempi. A proposito di William: l’erede al trono è una figura con cui allo stesso tempo gli inglesi si identificano, che ammirano, ma che a maggior ragione in questo momento non invidiano. Ha perso la madre da piccolo in modo terribile, da bambino. Suo padre è malato e anche delle sue condizioni, in realtà, non ci viene detto molto. Se la malattia di Carlo è tutto sommato più comune, per ragioni anagrafiche, quella di una moglie quarantaduenne lo è decisamente meno. A questo si aggiunge la pressione dettata dal ruolo istituzionale: con due membri di spicco della famiglia indisposti, tutto il peso ricade sulle spalle di William che deve farsi carico degli incontri pubblici, delle apparizioni e - di nuovo - di tenere viva la macchina rappresentativa, che è la ragione stessa di vita della Corona. Nei giorni scorsi è tornato a farsi vedere, durante una visita a una sinagoga. Il resto è un miscuglio di voci, paure e fragilità confessate e amplificate dai tabloid. Chissà cosa avrebbe detto, in tutto questo, la Regina Elisabetta. 

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