Il personaggio

«Noi ticinesi siamo apprezzati per la capacità di adattamento»

Giada Marsadri racconta la sua avventura come direttrice artistica del centro culturale di Sion
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
15.06.2025 15:18

iada Marsadri ha sempre avuto la musica e il palco nel cuore. Dopo aver lavorato per la RSI come voce di Rete Due e come volto della trasmissione televisiva Paganini, essere stata coordinatrice artistica di LuganoMusica al LAC, e essersi occupata dei Premi svizzeri di musica all’Ufficio federale della cultura a Berna, oggi affronta una nuova avventura. A Sion, è stata nominata direttrice artistica di Noda BCVS, la nuova sala concerti e congressi della città. La prima stagione musicale prenderà il via a fine agosto.

Nata a Mendrisio nel 1985, Giada Marsadri ha studiato musicologia e management dello spettacolo e ha sempre orbitato attorno a spartiti e palcoscenici. Per 10 anni, oltre ai suoi ruoli professionali, è stata anche la madrina del Locarno Film Festival. «L’incarico a Sion rappresenta per me, in un certo senso, un ritorno alle origini. Ho iniziato proprio nella musica classica, come collaboratrice del Progetto Martha Argerich a Lugano e qui il mandato è quello di creare una stagione di musica classica». La stagione, presentata proprio la settimana scorsa, prevede 18 concerti, oltre a un ricco programma di attività e iniziative pensate per animare Noda con musica e cultura durante tutto l’anno.

«Sono stata accolta molto bene»

Una ticinese a Sion. E, per di più, alla guida di una nuova sala concerti. Un incarico tutt’altro che scontato. «Fin dal mio arrivo sono stata accolta molto bene – racconta Marsadri – anche perché si tratta di una co-direzione: io mi occupo della parte artistica, mentre la gestione amministrativa e commerciale è affidata a Jean-Pierre Pralong. Lui è vallesano, una figura conosciuta e ben radicata sul territorio. La sua presenza mi ha facilitato molto l’inserimento, soprattutto all’inizio, visto che non conoscevo ancora così a fondo il Vallese».

Nel suo nuovo ruolo di direttrice artistica, Marsadri non ha solo il compito di costruire la programmazione, ma anche quello di posizionare la sala nel panorama culturale vallesano, svizzero e internazionale. «Poco alla volta ci stiamo facendo conoscere, e naturalmente il lancio della prima stagione musicale ci ha dato grande visibilità. Certo, il percorso è lungo e il lavoro non manca, ma la strada è tracciata e l’interesse attorno a Noda è già molto forte».

La prima stagione

Ecco allora che la prima stagione di Noda si concentrerà - solo per fare alcuni esempi, perché il programma è davvero ricco e variegato - sulle maggiori orchestre romande (Orchestre de la Suisse Romande, Orchestre de Chambre de Lausanne…), ma anche la Festival Strings Lucerne, la Mahler Chamber Orchestra, che a settembre suonerà assieme al pianista ticinese Francesco Piemontesi, la Filarmonica della Scala di Milano, la Camerata Salzburg e altre ancora. Orchestre locali, svizzere, ma anche internazionali, dunque. Il tutto per offrire un programma, anzi una stagione, ricca e sorprendente in un cantone, il Vallese, che a differenza del Ticino non ha un’orchestra cantonale, ma ospita una grande varietà di formazioni e iniziative musicali molto diversificate.

Il sostegno pubblico e l’ecosistema locale

Un altro aspetto differente riguarda il ruolo dell’ente pubblico. «Qui - sottolinea Marsadri - c’è un sostegno diverso rispetto al Ticino. Dietro alla stagione di Noda ci sono soprattutto la città di Sion, la banca BCVS e la Loterie Romande. La parte del Cantone è presente ma in maniera contenuta e c’è poi una ricerca fondi da parte nostra per trovare sponsor e sostegni privati». Tutto ciò si inserisce in una regione che ha una creatività e una spinta propulsiva culturale notevole.

«Quando sono arrivata, mi sono molto stupita in positivo della qualità artistica e dell’offerta su tutto il territorio vallesano. Nella sola Sion esistono diverse sale che propongono musica di generi molto differenti – dal pop al jazz, solo per fare alcuni esempi. Inoltre, il Vallese ospita il Palp Festival, una manifestazione pluridisciplinare che si svolge tra aprile e settembre in decine di location, tra cui castelli, alpeggi e cantine, con musica, arte, gastronomia e patrimonio: è considerato uno dei festival più importanti della Svizzera romanda. Penso anche alla «città della musica» in costruzione a Lugano: a Sion un polo simile è già realtà, e questo dimostra che a livello musicale la regione può davvero vantare un’offerta significativa».

Un’offerta per tutto l’anno

A questo si aggiunge il Festival di Verbier, uno dei festival più importanti al mondo, e non soltanto per la musica da camera, e il Sion Festival, legato all’Accademia Tibor Varga, attiva da oltre sessant’anni.

Arrivata a Sion, Marsadri si è così trovata immersa in un ecosistema musicale già molto ricco, al quale Noda doveva necessariamente sapersi confrontare e allineare in termini di qualità e proposta. Parola d’ordine: concerti di alto livello, per mantenere lo standard, ma anche per ritagliarsi un proprio spazio distintivo.

Ma l’obiettivo non si limita alla sola programmazione concertistica. A Sion si punta anche su un programma di mediazione culturale, pensato per trasformare Noda in un vero e proprio centro culturale, capace di vivere quotidianamente e di avvicinare alla musica anche un pubblico meno specializzato.

Pregi e virtù ticinesi

Marsadri si è insomma subito rimboccata le maniche. Ma come è stata invece percepita la sua identità ticinese? «Credo che quello che ci distingue come ticinesi e quello che dunque ci fa apprezzare a Nord delle Alpi sia la nostra capacità di adattarci a vari contesti grazie alla padronanza delle lingue. Il fatto di essere una minoranza linguistica ci permette anche di avere uno sguardo diverso su tutto il territorio». Da qui «la spiccata sensibilità per le altre minoranze e per il tessuto nazionale. Inoltre, siccome siamo un po’ obbligati ad andare a studiare altrove e quindi a fare altre esperienze, siamo in grado di portare queste esperienze molto ricche con noi. A differenza di una persona che nasce a Zurigo e ha tante possibilità, sia a livello di università che di carriera, come ticinesi ci dobbiamo spostare e questo ci permette di avere a una certa età un bagaglio di esperienze importanti che ci vengono riconosciute e che vengono apprezzate. A Sion porto però anche l’esperienza del LAC e del Festival di Locarno, due realtà di cui possiamo andare più che fieri».

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