Politica e sanità

«Nomine all'EOC? Dovremmo almeno poterne discutere»

Domani il Gran Consiglio sarà chiamato a votare sul nuovo CdA dell'Ente ospedaliero cantonale, ma i nomi sono già stabiliti e non ci sono alternative – Matteo Pronzini: «Dopo aver fatto fortuna nel privato, azzannano il boccone dell'ente» – Eolo Alberti: «Faccio questo passo perché credo nella sanità pubblica»
©Chiara Zocchetti
Andrea Stern
Andrea Stern
05.11.2023 15:30

Ci risiamo. Domani, per l’ennesima volta, il Gran Consiglio sarà chiamato ad avallare delle nomine stabilite con il «manuale Cencelli». Probabilmente qualcuno criticherà il sistema di ripartizione delle cariche tra i partiti. Probabilmente un bel numero di deputati si asterrà, come già quattro anni fa, quando il presidente del CdA dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) Paolo Sanvido venne confermato con appena 31 voti mentre Andrea Bersani entrò nel gremio con soli 27 voti, quindi con il sostegno di meno di un terzo del parlamento. Ma poi, sicuramente, tutto andrà avanti come è sempre andato.

«C’è una totale mancanza di discussione sul contenuto di queste nomine - sostiene Matteo Pronzini, granconsigliere MpS -. A nostro avviso, bisognerebbe prima discutere su quale impostazione si vuole dare alla politica dell’EOC, fare un bilancio del quadriennio e poi votare le persone. Invece qui il Parlamento non può fare altro che alzare la mano, come le belle statuine».

Quattro nomi per quattro posti

In effetti i nomi sono già stabiliti e non ci sono alternative. Nel CdA dell’EOC entreranno Eolo Alberti, Claudio Bassetti, Carlo Croci e Yvonne Willems Cavalli. Quest’ultima è nota per essere stata responsabile dell’area infermieristica dell’ente (e per essere - ma questo è un dettaglio - la coniuge di Franco Cavalli, ex consigliere nazionale socialista). Carlo Croci, economista e contabile, è conosciuto ai più come storico sindaco PPD di Mendrisio, carica che ha ricoperto dal 1994 al 2018. Claudio Bassetti è direttore della clinica di neurologia dell’Inselspital di Berna ed è stato il fondatore del Neurocentro della Svizzera italiana. Eolo Alberti, infine, è stato fino all’altro giorno direttore amministrativo di una società che fornisce anestesisti in particolare alla Clinica Sant’Anna e all’Ars Medica. Per passare all’EOC, Alberti ha rassegnato le dimissioni, per correttezza ha venduto le proprie quote e persino sua moglie ha lasciato il proprio incarico nella suddetta società, per evitare qualsiasi conflitto d’interessi. Inoltre domani, dopo la sua elezione, si dimetterà anche dal Gran Consiglio.

«Eolo Alberti è la fotocopia di Paolo Sanvido - sostiene Matteo Pronzini -. Sono persone che hanno fatto fortuna nella medicina privata e poi hanno colto l’occasione di azzannare il boccone dell’EOC. Hanno capito che sono le ultime possibilità di accaparrarsi posti di prestigio attraverso la Lega, che è ormai destinata al tramonto ».

La difesa della sanità pubblica

Il diretto interessato, Alberti, la vede invece in un altro modo. «Io credo nella sanità pubblica forte - afferma il quasi ex deputato leghista -. Oltretutto sono da tempo membro dell’Associazione a difesa del servizio pubblico. Credo fortemente nella sanità di qualità ed è per questo motivo che ho deciso di fare questo passo». Tra gli altri partiti è difficile capire che tipo di sostegno arriverà. A destra tutto tace. Amalia Mirante (Avanti con Ticino & Lavoro) spiega che il suo movimento non ha ancora valutato le singole candidature, ma che «in linea generale siamo molto critici su queste spartizioni tra partiti, crediamo che andrebbero considerati altri meccanismi di nomina in cui vengano privilegiate le competenze e le capacità».

«Premi alla carriera»

Il capogruppo PS Ivo Durisch afferma, a titolo personale, di voler sostenere i nomi proposti all’attenzione del Gran Consiglio. «È vero che noi granconsiglieri possiamo solo limitarci ad avallare i nomi - osserva -, però in linea di massima io tendo a rispettare le indicazioni dei partiti. Sono un sostenitore delle proposte che rappresentano le varie sensibilità, perché permettono di avere diverse visioni nel gremio».

Resta poi da capire se le proposte dai partiti siano effettivamente quelle più adatte. Pronzini ritiene che nomine come quella dell’ex sindaco di Mendrisio Carlo Croci, ma anche prima di lui dell’ex sindaco di Giubiasco Andrea Bersani, non siano legate alle competenze ma rappresentino «premi alla carriera». In Italia, conclude, «i presidenti della Repubblica vengono fatti senatori a vita, qui in Ticino si dà loro un posto in un Consiglio di amministrazione».