Il progetto

Non chiamatelo hotel abbandonato

L'usura del tempo ha i giorni contati – Sul Monte Generoso svetta uno studio per riaprire l'albergo des Alpes
© CdT / Chiara Zocchetti
Valentina Coda
23.11.2025 09:00

Forse sentendo la nostalgia per il suo Generoso, la Gina vi risalì ad aprire il «des Alpes», ed era il 1924». Adolfo Bächtold e Gino Macconi diedero alle stampe «Il Monte Generoso» nel 1969, ma nessuno poteva immaginare che un secolo dopo la malinconia di Gina Chiaverio della stirpe della Cascina d’Armirone avrebbe mosso anche la Fondazione Pianspessa. D’altronde, come darle torto. Quell’edificio in zona Bellavista, più volte sedotto e abbandonato, rappresenta l’ultima testimonianza dell’industria alberghiera che interessò il Generoso della seconda metà dell’Ottocento. Luca Cereghetti, presidente della Fondazione Pianspessa, si muove tra pareti di intonaco sgretolato, calcinacci, polvere e ricordi. Segue gli ingegneri dello studio Visconti&Associati che effettuano i rilievi architettonici con dei laser scanner: stanno mappando i locali dell’Hotel des Alpes, che non vede anima viva dagli anni Settanta. Il motivo che ci porta alla Bellavista in un freddo lunedì mattina di metà novembre è uno di quelli importanti: seguire i primi passi di uno studio di fattibilità volto a promuovere il restauro conservativo e la valorizzazione dell’Albergo delle Alpi in chiave turistico-alberghiera al fine di preservare la struttura come elemento patrimoniale e arricchire l’offerta turistica del Monte Generoso. La Fondazione Pianspessa ha sottoscritto una convenzione con la Ferrovia Monte Generoso, proprietaria dell’immobile, che le conferisce un periodo di esclusività di un anno per la sua tutela e la sua valorizzazione come patrimonio della regione. Mica male, vien da dire.

Buoni vicini di casa

L’hotel è stato costruito nel 1893 da Emilio e Alvaro Chiaverio e sorse in un momento in cui i turisti affluivano numerosi sulla vetta del Generoso grazie all’inaugurazione della ferrovia a cremagliera. In quel periodo, il des Alpes era in buona compagnia: i suoi vicini di casa erano l’Albergo Monte Generoso di Carlo Pasta, l’Hotel Kulm, l’Albergo Vetta e l’Hotel Suisse-Clericetti. Da allora, l’Albergo delle Alpi è stato venduto, rilevato, chiuso, riaperto, sistemato e curato. Fino al 2018, quando un progetto portato avanti da una cordata di privati aveva promesso di rilanciarlo. Niente da fare. In verità il des Alpes, anche se abbandonato a sé stesso - forse ancora per poco? - è in buona compagnia tutt’oggi vista la vicinanza con il Buffet Bellavista, la Ferrovia Monte Generoso, l’Albergo Diffuso, le varie attività ristorative e le aziende agricole che popolano la montagna e che hanno rilanciato il Generoso.

Insieme è meglio

Torniamo allo studio di fattibilità promosso dalla Fondazione Pianspessa e affidato allo Studio Elia Frapolli Consulenza e Turismo e allo studio d’architettura giulia e hermes killer. Prima di tutto, l’obiettivo è quello di definire un concetto di prodotto adeguato e attrattivo che possa garantire la sostenibilità economica del recupero dell’Hotel des Alpes, tenendo conto dei costi di ristrutturazione, delle esigenze turistiche e dei potenziali ospiti e della particolare accessibilità all’albergo, puntando alla destagionalizzazione del turismo del Monte Generoso. Non a caso l’intenzione è quella di vagliare la possibilità di sviluppare una struttura ricettiva capace di appoggiarsi e collaborare con le realtà esistenti. Durante lo studio di fattibilità verranno considerate anche le modalità per l’eventuale acquisto o di utilizzo dell’immobile. Come? Attraverso l’ipotesi di un acquisto simbolico o la costituzione di un diritto di superficie. Naturalmente, tutto ciò deve essere approvato dalla Ferrovia Monte Generoso in qualità di proprietaria. Breve informazione tecnica: il Piano di utilizzazione cantonale (PUC) del Monte Generoso del dicembre 2024 impone alla struttura un vincolo di destinazione alberghiera e ne prescrive il recupero conservativo. In poche parole, questo piano disciplina l’utilizzo di quel territorio. Chissà, forse questa volta per il des Alpes potrebbe essere l’occasione giusta? Ne sarebbe felice la Gina.

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