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Non è un Paese per disabili

Il primo studio realizzato sulla vita di chi incontra difficoltà sgonfia la politica dell’inclusione
© CdT/Chiara Zocchetti
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
01.10.2023 09:30

Il cammino della Svizzera verso una società inclusiva è ancora lungo. Questa è la per certi versi sorprendente conclusione a cui arriva il primo studio nazionale sull’inclusione realizzato dalla prospettiva delle persone con disabilità. Sorprendente perché nonostante da anni le persone con disabilità rivendichino un maggiore coinvolgimento, una maggiore partecipazione in politica, una possibilità di condurre una vita tra pari e meno discriminazione, quattro persone disabili su cinque, secondo lo studio realizzato dalla Grünenfelder Zumbach- Sozialforschung und Beratung, su mandato di Pro Infirmis, si sentono ancora discriminate.

Esclusi dalla politica

Di più. Proprio escluse. Dalla politica, in particolare. Dato che non si sentono sufficientemente rappresentate, ritengono che le politiche e i politici facciano troppo poco per loro e pensano di non avere praticamente alcuna possibilità di ricoprire una carica pubblica. Sono in particolare i più giovani (16-24 anni) a sentirsi fortemente esclusi dalla politica, il che, indica lo studio, non sorprende. Perchè «allo stesso risultato è giunto anche un recente studio condotto nel Canton Zurigo». Il quadro è invece migliore per quanto riguarda la partecipazione a votazioni ed elezioni. Dato che gli aventi diritto di di voto hanno dichiarato di aver partecipato a sette votazioni su dieci, contro le 7,4 volte su dieci del resto della popolazione votante.

Aziende poco sensibili

Meno rallegrante è invece la risposta sull’accesso al mercato del lavoro e sulla ricerca di un impiego. Settore dove esistono ancora limitazioni, secondo i partecipanti del sondaggio svolto tra il 15 maggio e l’8 luglio 2023 a cui hanno partecipato 1.433 persone domiciliate in tutte le regioni linguistiche svizzere e di età compresa tra i sedici e i 64 anni. È una persona con disabilità su due a considerare di non aver buone possibilità di trovare un impiego. Mentre quasi la metà lamenta la scarsità di aziende disposte ad assumere una persona con disabilità, mentre circa un terzo è dell’opinione che vi siano troppo pochi posti di lavoro che possono essere occupati da persone disabili. Tutte difficoltà ancora più pesanti tra le persone senza un’istruzione formale o con una scolarizzazione spezzettata.

Trasporti pubblici da migliorare

Ma sorprendenti sono anche i riscontri che hanno a che fare con la mobilità. Un ambito che spesso, sottolinea Pro Infirmis, anima, a torto, le discussioni sull’inclusione. Perché il dibattito non può esaurirsi «su quante fermate del bus sono prive di barriere». Eppure... eppure in Svizzera, secondo i risultati dello studio, un terzo delle persone con disabilità percepisce ancora limitazioni nell’utilizzo dei trasporti pubblici. Per la metà delle persone con disabilità fisiche, tale limitazione è principalmente riconducibile all’altezza di binari e piattaforme che ostacola l’accesso al mezzo di trasporto. Inoltre, i posti a sedere destinati alle persone con disabilità sono spesso occupati o i bagagli degli altri viaggiatori ostruiscono il passaggio. Un terzo delle persone vive inoltre limitazioni anche nell’utilizzo di un veicolo a motore.

Istruzione a ostacoli

Ma a ostacoli sembra anche i l percorso che porta all’istruzione. Giacché due persone con disabilità su tre si sentono limitate nelle loro possibilità di istruzione e formazione. La limitazione più forte è percepita dalle persone che, a causa della loro disabilità, non hanno potuto seguire una formazione o un perfezionamento. Ciò riguarda soprattutto la fascia d’età tra i sedici e i ventiquattro anni.

Brutte notizie anche per quanto riguarda la partecipazione ad attività culturali e sportive A sentirsi limitati in questo ambito è la metà degli interpellati. Meno fosco è invece il ritratto che emerge dall’alloggio e dalle relazioni sociali. La propria situazione abitativa soddisfa, anche se nel caso di un cambio di casa si ritiene di avere poche possibilità di trovare una soluzione adeguata. Mentre sono in pochi quelli che hanno la sensazione di dover rinunciare alle amicizie a causa della loro condizione.