Paga decurtata ai tranvieri che scioperarono a Zurigo

Cronache del 1. maggio del 1918. La festa dei lavoratori in Ticino fu favorita da un tempo splendido e un sole pieno, come riferì il «Corriere del Ticino» nell’edizione del giorno successivo. Nessun incidente né a Bellinzona, né a Lugano, dove mai prima di allora («crediamo», si precisò) la città partecipò con così grande consenso a questa festa e al comizio prese la parola il consigliere di Stato socialista Guglielmo Canevascini. A Bellinzona, invece, «terminato il tradizionale corteggio, dinnanzi a numerosa folla, in Piazza della Collegiata parlarono i signori Patocchi e dr. Tito Barboni». Al di là delle Alpi, come apprendiamo ancora dal nostro giornale di allora, cortei, folle e discorsi e nessun incidente anche a Berna e a Ginevra, mentre a Zurigo, dove la sera «alla Casa del Popolo ebbe luogo la commemorazione di Carlo Marx», fece discutere l’astensione dal lavoro dei tranvieri della città sulla Limmat. E ciò «quantunque la Municipalità avesse deciso che la che la circolazione dei trams non venisse interrotta». Ed ecco quindi che «la Municipalità decise di esprimere il suo malcontento per la violazione del servizio municipale da parte dei tramvieri. Gli impiegati che non si presentarono al lavoro non verranno pagati per le ore perse e verrà diminuito di uno il numero dei loro giorni di permesso». La Festa dei lavoratori trascorse senza incidenti anche a Vienna e a Parigi, pur se «il cannone a lunga portata tirò nuovamente nella regione parigina». La Prima guerra mondiale infuriava ancora.
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