Attualità

Quando a spasso si trova il lupo

La paura è sempre più vicina ai villaggi: «Non lo diciamo altrimenti non ci credono»
© MARCO SCHMIDT
Giorgia Cimma Sommaruga
20.11.2022 12:07

Mettiamo una giornata d’estate, una passeggiata nel bosco, magari lungo il fiume, per cercare un po’ di refrigerio. E poi… «Era il 5 agosto, ero nella valle di Vergeletto, a spasso con il mio cane assieme a mia zia e alla mia cuginetta», spiega a La Domenica un testimone che preferisce rimanere nell’anonimato. «Rientrando verso casa abbiamo sentito dei rumori mentre stavamo costeggiando il fiume, allora mi sono rivolto a mia zia: guarda un capriolo! Ma poi abbiamo guardato meglio, e non c’era solo un capriolo. Un lupo lo stava trainando dalla riva del fiume». Non una bella sorpresa quella vissuta dalla famiglia, «eravamo sconvolti, ho fatto anche un video per testimoniare quanto visto. Quel lupo aveva in bocca già la sua preda, ma se fosse stato affamato? Nella stessa zona? Forse poteva prendere il mio cane. E poi a 50 metri da quell’area c’è una casa di vacanze, e in quel momento alloggiava una famiglia con bambini. Io poi - forte del video - ho chiamato il guardiacaccia per fare la segnalazione, ma non ne ho più saputo nulla…».

Paura di parlare

Questa è solo una delle tante testimonianze che sono arrivate in questi giorni. Timidamente, in sordina, perché «se lo si dice ad alta voce ci prendono per pazzi - dice un altro testimone -, è forse più potente la pressione della diatriba tra i «pro lupo» e i «pro allevatori», che l’informazione promossa in merito». Infatti, tra il gran vociare fa breccia una voce femminile. «Tanti sono ormai gli avvistamenti vicini ai centri abitati, ma il Cantone sostiene che non ci sia alcun pericolo per l’uomo anche se sappiamo bene che oltreconfine non è sempre stato così…». D’altra parte sono diversi ed apparentemente in aumento (mancano tuttavia ancora dati solidi) i casi in cui vengono segnalati lupi confidenti, che non fuggono immediatamente ma che anzi tollerano la vicinanza dell’uomo anche a distanze ridotte e di giorno.

Nessun terrorismo psicologico

Tuttavia, la LCIE - Large Carnivore Initiative for Europe della IUCN - International Union for the Conservation of Nature, massima istituzione europea in merito allo studio dei grandi predatori, ha recentemente stilato una tabella caratterizzante i progressivi gradi di potenziale pericolosità del lupo: il dato che risulta rilevante è che il grande predatore, per essere «abbattuto» deve o entrare ripetutamente nei centri abitati, o avvicinarsi a meno di 30 metri dalle persone (ripetutamente), o attaccare una persona. Stando allo studio, se fino ad ora non si sono verificate queste evenienze, non ci sarebbe nulla di cui preoccuparsi. Ma è veramente così? «Chi lo vede, spesso, non lo dice alle autorità», spiegano. Ci troviamo ora in un ambito molto differente dal dibattito che ha animato il Ticino in questi mesi, non si tratta più dunque solo di predazioni di greggi sull’alpeggio. «Ci vorrebbe più chiarezza dalle nostre di Istituzioni, il nostro è un territorio particolare - racconta un altro testimone -, con caratteristiche uniche, non vogliamo che si alimenti il terrore inutilmente, semplicemente che ci siano informazioni precise sui comportamenti da adottare in caso di avvistamenti, qui si sta parlando anche di turisti che fanno escursioni in montagna, o famiglie che escono a passeggio con il proprio animale domestico».

Nel dubbio… meglio non correre il rischio

Eppure, mero allarmismo oppure no, la paura c’è, e si fa sentire. Convive però con il timore di esporsi, e di non essere compresi, in un terreno che è diventato scivoloso e scosceso tanto quanto i dirupi che caratterizzano gli alpeggi ticinesi. È il caso di una maestra di scuola, che ci tiene a premettere: «Sono in difficoltà, non so bene che posizione prendere, e non voglio assolutamente che passi un messaggio negativo, io non voglio l’abbattimento del lupo, ma che si trovi una soluzione». La maestra poi spiega più precisamente: «Siamo venuti a conoscenza che dove solitamente andiamo con (i bambini) del preasilo nel bosco, più volte è stato avvistato il lupo. Siccome i bambini non sono figli nostri, e abbiamo noi maestre la loro responsabilità, ci siamo domandate cosa fare. Sul lupo non si sa molto e non ci sono chiare informazioni in merito, sulle precauzioni e sui comportamenti da adottare. Come spesso accade di fronte a qualcosa di sconosciuto sorgono dei dubbi. Però visto che non vogliamo sottovalutare il fatto - e la sua (eventuale) pericolosità - per il momento abbiamo deciso di cambiare luogo dove passare le nostre mattinate con i bimbi del preasilo».

L'interpellanza

Roberta Soldati (UDC): «Rischiamo che i predatori invadano gli abitati»

È di settimana scorsa, 10 novembre, l’interpellanza presentata da Roberta Soldati, deputata UDC, e cofirmata da Tiziano Galeazzi (UDC), Paolo Ortelli (PLR), Aron Piezzi (PLR) e Fabio Schnellmann (PLR), che chiede chiarimenti in merito ai rischi riguardanti la presenza del lupo nei villeggi. Tant’è che, menziona Soldati: «È notizia degli ultimi giorni che i lupi della valle Rovana si aggirano indisturbati nei luoghi abitati in pieno giorno; eppure, la stagione fredda non è ancora iniziata realmente e la selvaggina non è ancora scesa a valle. Vi è da aspettarsi che a quel momento, diversi villaggi saranno invasi da lupi».

Sembrerebbe infatti che gli abitanti delle zone di montagna siano molto spaventati dalla presenza del grande predatore e, sostiene la deputata, «cominciano a temere ad uscire di casa e a recarsi a fare delle passeggiate in montagna, soprattutto se accompagnati dal loro cane». Tra gli ultimi casi di predazione avvenuti nelle scorse settimane vi è quello in bassa Val Maggia, menzionato nell’interpellanza, dove, «in zona Ronchini di Aurigeno è avvenuta una predazione di una pecora, (presso una azienda agricola) verosimilmente ad opera di un lupo. L’incomprensibile ed ingiustificato lungo iter delle analisi del DNA è ancora in corso, ma c’è da aspettarsi, ritenuto il modus operandi ormai tristemente noto, che la predazione sia stata opera di un lupo». Ma non è finita qui. «Vicino a questa azienda è situato l’istituto scolastico della bassa Vallemaggia - avverte Roberta Soldati -, dove numerosi bambini e allievi vi si recano giornalmente per frequentare la scuola dell’infanzia e la scuola elementare. Si può immaginare che se i lupi incominceranno a gironzolare anche al piano, numerose famiglie possano porsi una qualche domanda e a preoccuparsi per l’incolumità dei loro figli». Dunque, secondo Soldati, il pericolo esiste e provoca timori anche nei confronti del turismo: «La reale e accertata presenza del lupo potrebbe creare delle paure e fare desistere i turisti dal recarsi in montagna». E allora, «visto che sul Foglio informativo sul lupo e sul comportamento da mantenere in caso di avvistamento e incontro ravvicinato» edito dall’Ufficio caccia e pesca si legge che «il lupo non rappresenta una minaccia per le persone», Soldati ora sollecita risposte chiare.

«Quali sono i rischi? Siamo sicuri che il lupo non attacchi l’uomo? E gli animali domestici? E se invece dovesse attaccare uomo e animali domestici, chi risponderebbe di questi danni? E i capi malati? Sono monitorati? Ma soprattutto, quanti lupi dall’inverno 2021 ad oggi sono stati avvistati nei pressi dei villaggi?»