Sguardo Oltralpe

Quando scappa, scappa ma meglio se non a Palazzo

Qualcuno forse ricorderà quando nel 2013 il consigliere agli Stati Hannes Germann (UDC) si fece portavoce del malcontento generale tra i parlamentari per la ruvidezza della carta igienica nei bagni di Palazzo federale
I problemi attorno alle toilette di Palazzo federale parrebbero non essere finiti. © CdT/Archivio
Andrea Stern
Andrea Stern
05.05.2024 06:00

Qualcuno forse ricorderà quando nel 2013 il consigliere agli Stati Hannes Germann (UDC) si fece portavoce del malcontento generale tra i parlamentari per la ruvidezza della carta igienica nei bagni di Palazzo federale. «Sembra carta vetrata», denunciavano politici da sinistra a destra, lamentando inoltre un’eccessiva fragilità della stessa, che pare si rompesse spesso e volentieri proprio nel momento decisivo.

Ad acuire l’irritazione dei parlamentari era stata la scoperta che, mentre loro dovevano ripulirsi con carta igienica riciclata a due strati, nei bagni del Consiglio federale si potevano trovare rotoli di morbidissima cellulosa vergine, per di più a tre strati.

Ci vollero due anni ma alla fine la palese disparità di trattamento fu sanata. Oggi a Berna tutti possono usufruire di carta igienica in cellulosa a tre strati, morbida e resistente al punto giusto.

In coda davanti a 25 toilette e 27 pissoir

Tuttavia i problemi attorno alle toilette di Palazzo federale parrebbero non essere finiti. Ora si parla di sovraffollamento, di code davanti ai servizi igienici femminili, il cui numero non è stato adeguato alla continua crescita della rappresentanza rosa. In numeri, gli uomini hanno a disposizione 25 toilette e 27 pissoir, mentre le quasi cento parlamentari donne devono dividersi 21 bagni. «Sono pochi», sostengono Brenda Tuosto e Andrea Zryd, entrambe neoelette consigliere nazionali PS, che hanno scritto ai servizi parlamentari per chiedere di porre rimedio alla situazione, quando sarà possibile. «Non voglio accusare nessuno di cattiva volontà, è chiaro che il palazzo è stato costruito in un’altra epoca - ha detto Zryd alla Sonntagszeitung -. Però siamo del parere che i servizi igienici debbano essere migliorati durante la prossima ristrutturazione».

A quel momento, chissà quando, sarà necessario adattare alle nuove esigenze anche le docce di Palazzo federale. Capita infatti regolarmente che parlamentari sudati di ritorno dalla corsetta di pausa pranzo si affollino davanti alle due sole cabine a loro disposizione. Evidentemente all’epoca in cui fu costruito Palazzo federale, tra il 1894 e il 1902, il jogging era un concetto ancora sconosciuto.

Un seggio in Gran Consiglio per Jennifer

Fa però piacere constatare che, nonostante condizioni logistiche precarie, la politica continui ad attirare nuove leve, tra le quali un ex Miss Svizzera. Non la nostra Christa Rigozzi, sebbene le sue brillanti apparizioni ad Arena abbiano più volte lasciato ipotizzare una sua discesa in campo nei ranghi dell’ex PPD ora Centro. No, la prima reginetta di bellezza a figurare su una lista elettorale è Jennifer Ann Gerber, incoronata ragazza più bella della Svizzera nel 2001, oggi in corsa con il PLR per un seggio nel Gran Consiglio argoviese. Sposata con un banchiere britannico, madre di due figli, la 42.enne vuole impegnarsi in particolare a favore dei giovani. «Mi spaventa che così tanti bambini abbiano problemi di salute mentale», ha detto alla Aargauer Zeitung, spiegando di voler favorire momenti di incontro a quattr’occhi , lontano da quei social media che sono l’irrealistico palcoscenico delle reginette di bellezza di oggi (e purtroppo non solo loro).

In questo articolo: