L'analisi

Quei ragazzi perduti alla ricerca della morte

Il 18 maggio un’esplosione devasta una clinica per la fertilità a Palm Springs, California – Tra macerie e rottami gli agenti trovano i resti di Guy Bartkus, 25 anni
La scientifica sul luogo dell'esplosione a Palm Spings. © ALLISON DINNER
Guido Olimpio
25.05.2025 06:00

È una storia americana ma che potrebbe portarci lontano, superando confini e oceani. Spinta da una deriva drammatica quanto potente. Ripartiamo dalla fine. Il 18 maggio un’esplosione devasta una clinica per la fertilità a Palm Springs, California. La carica devasta l’edificio, in quel momento deserto, e distrugge un veicolo. Tra i rottami gli agenti trovano un paio di Kalashnikov e i resti di Guy Bartkus, 25 anni.

Per gli inquirenti è lui l’attentatore, forse saltato per aria mentre filmava l’azione. Una pista suffragata da quanto trovato dopo una perquisizione: un «manifesto» ed un video dove il giovane spiega il movente. Guy era affascinato da una sub-ideologia anti-natalista, ossia riteneva come altri che si debba morire il prima possibile per evitare sofferenze future. E dunque era contrario alle nascite così come ai centri che le aiutano. Il motivo è sempre lo stesso: una volta che vieni al mondo ne pagherai le conseguenze, la vita non ha alcun senso. Nel suo documento Guy aggiungeva di aver deciso di colpire dopo la morte di una sua «amica», Sophie, che si era fatta «suicidare» dal suo compagno.

Il profilo dell’attentatore è completato, parzialmente, dal padre. Avevano perso i contatti da dieci anni - ha dichiarato ai media -, era facilmente suggestionabile e finiva sempre nei guai. Lo ha definito un follower, pronto a seguire i suggerimenti di qualcuno, spesso persone poco raccomandabili. Da ragazzino aveva la passione dei razzi e dei fuochi d’artificio, li costruiva in garage e nel 2009 ha dato fuoco alla casa dove abitava con i suoi. La famiglia ha perso tutto e lui è stato seguito per un certo periodo dai medici.

Una traiettoria con evidenti segnali di allarme, un cammino distruttivo chiusosi per Guy a Palm Springs ma rimasto aperto per un “mondo” inquietante. Quello dei nihilisti, individui che desiderano la morte, amano la violenza e puntano al caos per annientare il prossimo e la società.

L’FBI, nel marzo scorso, ha diffuso una nota di allarme sulla crescita esponenziale della minaccia. Solo negli ultimi mesi ha aperto 250 indagini riguardanti elementi simili a Bartkus, oltre 250 i funzionari impegnati su vicende analoghe anche se, per fortuna, non tutte hanno portato a conseguenze gravi. Il Bureau, nel suo rapporto, ha indicato la pericolosità di un network online che raccoglie adulti e adolescenti attorno alla cifra «764», dal codice postale del fondatore, un ragazzino del Texas, Bradley Cadenhead, oggi appena maggiorenne. Usando diverse piattaforme digitali gli «adepti» - termine improprio perché non esiste una vera organizzazione - si scambiano informazioni, diffondono materiale pornografico e sadico, spingono con ricatti, persuasione e pressioni i più giovani a compiere violenze o magari inducono al suicidio. Sono dei predatori perennemente in caccia dei più deboli, di chi ha problemi d’ogni tipo, di chiunque possa essere manipolato. Creano gruppi piuttosto numerosi dove non mancano mai dei minorenni e spaziano poi dagli USA al Canada, dall’Europa occidentale alla Romania. Bradley è in prigione ma il messaggio prosegue.

Siamo nelle tenebre, in una realtà angosciante, difficile da contrastare in quanto estesa e non di rado sommersa. Ogni tanto appare perché qualcuno sbuca dal «tunnel». Come Nikita Kasap, 17 anni, responsabile dell’omicidio dei genitori. Primo passo per un piano ambizioso: far fuori Donald Trump in modo da scatenare la guerra civile negli USA, un incendio destinato a sconvolgere l’intera società.

La pagina tragica descritta da quanto avvenuto a Palm Springs si somma ad una seconda minaccia, di nuovo molto intensa negli Stati Uniti. Un cittadino si arma, prepara minuziosamente un’operazione e poi va all’attacco per arrivare alla strage, agli spari indiscriminati sulla folla, all’interno del posto di lavoro, in un istituto scolastico. Alla base non c’è una motivazione specifica, dichiarata ma solo il desiderio macabro di causare un alto numero di vittime. Un conflitto «personale», un percorso per diventare famigerati e soprattutto spargere sangue. Una forma di terrorismo privo di colorazione politica tuttavia letale.

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