Salute

Quell'operazione speciale trasmessa sulle onde radio

Progetto cecità Messico: una spedizione di medici svizzeri si è messa in viaggio per effettuare 600 interventi
Uno degli interventi eseguiti dal team svizzero.
Mauro Spignesi
12.03.2023 17:30

Sino a prima dello stop dettato dalla pandemia (per due anni) riuscivano a effettuare anche 500 interventi. L’anno scorso hanno ripreso realizzando 300 operazioni; quest’anno si va al raddoppio: ne sono previste 600. Il progetto portato avanti dall’Associazione contro la cecità in Messico coinvolge un team di oftalmologi che ogni anno, da 23 anni a questa parte, apre una parentesi della propria vita professionale per recarsi in una città messicana dove effettua interventi agli occhi e trattamenti conservativi.

Anche una sala operatoria

«È una iniziativa che portiamo avanti con molto piacere, con passione», spiega il dottor Theo Signer di Morcote che lavora in diverse città a livello nazionale. «Tutto - riprende - avviene su base assolutamente volontaria. Noi arriviamo, montiamo la sala operatoria, la strumentazione e da quattro a cinque letti per i pazienti che hanno necessità di un periodo di controllo».

Rispettati gli standard

L’associazione ha un accordo con le autorità messicane che ogni anno individuano una città o un’area dove la popolazione ha necessità di cure agli occhi e mettono a disposizione dei medici svizzeri dei locali, un capannone oppure delle stanze in un ospedale pubblico. «Tutto - aggiunge Signer - avviene secondo gli standard medico-scientifici: c’è la visita iniziale, l’apertura della cartella clinica che resta poi in Messico, il rapporto operatorio, le cure da effettuare. Noi oltre la strumentazione, portiamo l’occorrente: dalle garze, ai farmaci, agli anestetici. Facciamo interventi di cataratta, ma spesso anche operazioni più complesse che durano parecchio tempo. Si lavora dalle 9 del mattino sino alle 11 di sera, spesso senza sosta. Poi stacchiamo e andiamo a cena spesso con la gente del posto, con la quale riusciamo a instaurare anche rapporti di amicizia. Questo aspetto è molto importante, perché il Messico, in alcune zone, specialmente dove c’è instabilità politica, non è sicuro».

Del team medico svizzero fanno parte Alex Heuberger di Olten, Johannes Schwarz di Zurigo, Karia Chaloupka sempre di Zurigo, Gian Marco Sarra di Burgdorf, Ioannis Lamprakis di Solothurn e appunto Signer. «Ma ogni anno - spiega sempre il medico - ci portiamo dietro un giovane collega che così può portare una esperienza in più all’interno del suo percorso di formazione e inoltre insieme a noi lavorano medici messicani».

L’idea è nata quando Heuberger nella clinica a Olten ha iniziato a collaborare con un anestesista messicano che rientrava spesso nella sua città di origine, Acapulco. Qui raccontava della sua esperienza in Svizzera e alla fine è nata questa iniziativa che si regge anche grazie a donazioni.

«Gli aiuti sono indispensabili per finanziare gli interventi. Le entrate e le uscite vengono registrate, ogni spesa viene documentata. Il resto, compreso il viaggio, lo paghiamo noi», racconta Signer.

Si aggrega il DJ

Quest’anno l’operazione contro la cecità in Messico avrà una variante. Perché insieme al team di medici c’è anche un disc jockey, l’inglese da tempo residente a Morcote Grant Benson. «Quando mi hanno raccontato la storia dei medici svizzeri che ogni anno vanno in Messico - spiega Benson - ho cercato di capire come poter essere utile. Così ci siamo messi d’accordo: io andrò con loro dal 18 marzo sino al 2 aprile e trasmetterò i miei programmi su Radio 3i e su Rtl 102.5 da lì, raccontando in diretta la mia esperienza. Porterò tutta la strumentazione. Sarà una bella sfida».

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