Ticino

Rubano l'auto a Michele Guerra e la distruggono in una rapina

Partito per Roma, il deputato ticinese aveva lasciato la propria vettura in un parcheggio nei pressi dell'aeroporto di Linate: «Degli individui incappucciati se ne sono impossessati»
L'auto del deputato leghista dopo il ritrovamento.
Andrea Stern
Andrea Stern
12.03.2023 09:35

Ha affidato la propria Audi RS5 a un parcheggio custodito nei pressi dell’aeroporto milanese di Linate e si è involato. Nemmeno il tempo di passare la notte, ha ricevuto una telefonata dal gestore del parcheggio. «Quasi in lacrime, mi ha annunciato che degli individui incappucciati erano riusciti a rubare la mia vettura e scappare - racconta Michele Guerra, secondo vicepresidente del Gran Consiglio -. Sembrava di essere in un film di Fantozzi, pensavo fosse uno scherzo». Poco dopo, il gestore gli ha inviato un video a riprova delle sue affermazioni. «Si vedono questi individui che arrivano a bordo di una Mercedes nera, accostano, mettono le quattro frecce e poi, con calma, segano il recinto di protezione, entrano e in pochi secondi riescono a far partire la mia auto».

Un bel video. Ma una magra consolazione per chi ha in seguito dovuto rincasare in taxi. «Quell’autome l’ero concessa, d’occasione, quando avevo appena iniziato a lavorare in banca, come regalo dopo la fine di una storia d’amore - spiega Guerra -. Ma più che per l’auto mi dispiaceva per il contenuto, visto che c’erano dentro diversi documenti nonché dei ricordi del mio compianto padre».

«Persa per sempre»

Guerra si è rivolto ai carabinieri, i quali l’hanno invitato a metterci una pietra sopra. Molto probabilmente, dicevano, la sua amata Audi si trovava già in qualche paese dell’est europeo. Come da indicazioni, Guerra si è accomiatato dalla propria auto, sostituendola con una vettura di piccola cilindrata messagli a disposizione dal garage Wolfisberg di Airolo.

Stava già dimenticando la sua cara Audi quando, un mese e mezzo dopo, ha ricevuto una telefonata dai carabinieri di Paderno Dugnano. Gli annunciavano che la sua auto era stata ritrovata e lo invitavano a guardare i siti d’informazione lombardi: su tutti capeggiava in bella mostra la foto dell’Audi semidistrutta.

«Oltre al danno la beffa - osserva Guerra -. È emerso che la mia auto era stata utilizzata da quattro albanesi per compiere una serie di furti e rapine. Avevano sostituito le targhe ticinesi con delle targhe italiane, rubate, ed erano andati in giro a scorrazzare per la Lombardia. Mi sembrava di essere in un film di Fantozzi. Ma a farmi morire dal ridere è stata la storia di come è finita la corsa di questi delinquenti».

L’inseguimento mozzafiato

Infatti tutto è andato liscio, per i quattro malviventi, fino alla sera di sabato 21 gennaio, quando hanno commesso l’errore di introdursi nell’abitazione di Limbiate di un impavido 33.enne. Grazie al sistema di allarme collegato al suo telefonino, l’uomo si è accorto che degli individui gli stavano svaligiando la casa. Ha quindi avvisato la polizia, ha preso con sé i due amici con i quali stava trascorrendo la serata e si è precipitato sul luogo del misfatto.

Trovatisi faccia a faccia con il proprietario di casa, i quattro hanno tentato di fuggire. Il 33.enne ha ostruito il passaggio con la sua Ford Fiesta, ma loro sono partiti in retromarcia, investendo il piede di uno dei due amici del padrone di casa e dileguandosi a tutta velocità. Mai domo, il padrone di casa è partito con la sua piccola Ford all’inseguimento della potente Audi e all’altezza di Paderno Dugnano è riuscito a superarla e tagliarle la strada. Dopo lo scontro, i quattro albanesi sono fuggiti a piedi. Uno è stato fermato dai carabinieri e condotto in carcere. Gli altri tre sono uccel di bosco.

Ringraziamenti e conclusioni

«Mi complimento con il coraggioso padrone di casa, con i carabinieri, ma - ride Guerra - anche con i produttori della piccola Fiesta che di fatto ha battuto un’Audi da 450 cavalli». Lui, dopo questa disavventura ha deciso di chiudere l’epoca del macchinone, per altro pagato, a suo dire, solo 24.000 franchi, passando a una più modesta Suzuki Swift Sport.

«Oggi, a 37 anni e più maturità - conclude -, il numero di cavalli non mi interessa più molto. Ritengo che un’auto debba semplicemente funzionare e portarmi a destinazione. D’altronde abbiamo visto che anche una Fiesta può battere una RS5...»

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