La proposta

Se i turisti da Como strabordano a Lugano

L'appello del sindaco lariano Rapinese non cade nel vuoto, Badaracco: «Dobbiamo cogliere al volo l’occasione»
© CdT/Gabriele Putzu
Prisca Dindo
27.08.2023 06:00

Como chiama e Lugano risponde. La staffetta dei turisti, da un lago all’altro, potrebbe diventare realtà. Roberto Badaracco appare entusiasta: «Se Como chiede aiuto alla nostra città perché improvvisamente s’è scoperta fragile, ha capito che non riesce più a gestire l’impatto dell’industria delle vacanze, noi dobbiamo cogliere al volo l’occasione», dichiara il municipale di Lugano.

Per capire, val la pena fare il riassunto della puntata precedente: dai microfoni RSI, giorni fa, il sindaco di Como Alessandro Rapinese aveva detto: «In città arriviamo a dei momenti ormai ingestibili, abbiamo bisogno di esportare parte della nostra «utenza» anche solo per rapide visite fuori dal territorio. E a Lugano non manca nulla per poterci aiutare». Nei giorni scorsi anche il direttore di Lugano Region, Massimo Boni, aveva reagito positivamente all’appello lanciato da Rapinese.

Vittima del suo successo

Ormai il lago di Como è vittima del suo successo. Gli ultimi dati ufficiali disponibili forniti lo scorso maggio dalla Regione Lombardia parlavano di strutture turistiche occupate complessivamente all’83% sull’arco dell’anno. Siamo dunque quasi alla saturazione. La richiesta in costante crescita ha prodotto un primo effetto, e cioè ha fatto volare i prezzi, con un +20-50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma questo non ha rallentato le rotte dei vacanzieri.

A Como città una stanza al di fuori dalle mura storiche costava tra i 150 e i 200 euro mentre il prezzo per una settimana nelle strutture più prestigiose oscillava tra i 3 e i 7mila euro, per due persone. Da tempo le strutture lariane non hanno più camere a disposizione e il flusso di visitatori non sembra diminuire affatto.

Un «magic moment» in cui i social hanno giocato un ruolo importante. Negli scorsi anni diversi alberghi di lusso affacciati sulle rive del lago lariano hanno puntato sulle super star di Instagram e di Tik Tok per promuovere le loro strutture da mille e una notte e il ritorno è stato immediato.

Le foto pubblicate sui profili social dei VIP sono state viste (e continuano ad essere viste) da milioni di followers e oggi tutti vogliono scoprire il #ComoLake: un luogo di bellezza e di ricchezza per antonomasia. Almeno in fotografia, perché ultimamente la realtà è un’altra. Il turismo del «popolo dei selfie» si è sommato a quello tradizionale e il Lario è vicino al collasso. Ovunque code di persone sotto il sole cocente per acquistare un biglietto, o anche comprare semplicemente un gelato o per imbarcarsi su uno dei battelli della navigazione che attraversa il lago. Un po’ ovunque è ressa. Dalla città sino ai paesi che si affacciano sulle acque del lago.

Posteggi selvaggi e code per un gelato

Di recente il quotidiano italiano La Stampa ha fornito una radiografia impietosa della situazione viaria venutasi a creare lungo le rive del Lario. Posteggi selvaggi e appunto code chilometriche ovunque. Chi vive di turismo è chiaramente soddisfatto, mentre i residenti confrontati con i disagi quotidiani, in particolare quelli del traffico, sono sull’orlo di una crisi nervosa.

«Per noi, garantire i servizi in città è diventato un’impresa», aveva spiegato il sindaco Rapinese. «Se Como batte un colpo, Lugano risponde presente», ha commentato Massimo Boni al portale del Corriere del Ticino. Il direttore di Lugano Region vede di buon occhio questo successo lariano perché - racconta - prima o poi genera un effetto «spill over» con ricadute positive su tutta la regione. Al di qua e al di là del confine.

Pernottamenti in rialzo

«Anzi: alcuni alberghi di Lugano stanno già accogliendo clienti americani in fuga dal caos comasco», confida Boni, anticipando il trend dei pernottamenti registrati nelle strutture alberghiere della città in questa stagione. «Non ci sono ancora cifre definitive - ha spiegato - ma la tendenza quest’anno è buona. Il numero dei pernottamenti è più alto rispetto al 2018-2019».

Sì dunque ad una gestione comune dei turisti «a patto che la collaborazione - puntualizza il direttore - tenga conto anche dei pernottamenti, non solo delle visite mordi e fuggi nella nostra regione».

Insomma, patti in chiaro, amicizia lunga. Un approccio prudente che piace anche a Sonja Freila presidente di HotellerieSuisse Ticino. «Una collaborazione con Como? Certo che ci interesserebbe, ma la domanda da porsi è la seguente: i turisti che giungono a Como, spesso inseguendo i loro beniamini social verranno anche a Lugano? Perché noi almeno per ora non abbiamo influencers o attori che ci promuovono la regione», dichiara l’imprenditrice, secondo la quale ci vorrà tempo prima che la collaborazione diventi effettiva, perché gli attori del settore da coinvolgere al di qua e al di là del confine sono molti. Sempre che giunga in porto.

«Più in generale, credo che in campo turistico sia giunto il momento di iniziare a pensare per comprensorio territoriale», dichiara Roberto Badaracco. «Siamo vicini di casa - aggiunge - e se ci promuoviamo bene e vicendevolmente abbiamo tutto da guadagnare».

Passi avanti nella collaborazione

Qualche piccolo passo verso una collaborazione transfrontaliera è stato già compiuto: lo scorso anno quattro città, tra Lombardia e Ticino, avevano presentato un’iniziativa natalizia comune. «È vero: Lecco, Lugano, Cernobbio e Varese avevano messo in rete tutti gli eventi e le esperienze natalizie organizzate nelle quattro città lacustri e il bilancio è stato molto positivo perché lo scambio di turisti c’è stato», commenta Badaracco.

Fra tre anni si alzerà il sipario su Milano Cortina 2026, la venticinquesima edizione dei giochi olimpici invernali che si terranno tra Milano e Cortina d’Ampezzo e Lugano si sta già muovendo.

«Noi vorremmo trasformare la città in una sorta di campo base per gli allenamenti delle squadre olimpioniche - svela concludendo Badaracco - Per esempio la squadra femminile di hockey del Canada ha già chiesto alla città di poter venire alla Corner Arena per allenarsi durante i giochi. Ma se riuscissimo a trovare un accordo «win win» con Como, allora potremmo compiere davvero un balzo in avanti».

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