Se lo stage apre le porte al lavoro

Vedrai, finirai a fare le fotocopie». Oppure: «Ma tanto non ti pagheranno, tempo regalato!». O ancora: «Ci serve uno stagista con esperienza». Sugli stage, i periodi di formazione o apprendistato, se ne sono sentite di tutti i colori negli anni. Eppure i dati parlano chiaro. «Da sempre l’Università della Svizzera Italiana prevede dei percorsi di formazione per gli studenti che frequentano il Master – spiega Silvia Invrea, responsabile del servizio carriere all’USI –. Su circa 300 stage curriculari all’anno, di cui 80 all’estero che finanziamo con borse di studio, nelle nostre indagini risulta che 1 studente su 4 riceve un’offerta di lavoro dalla realtà che l’ha formato, e i tre quarti dichiarano che lo stage è stato fondamentale per il successivo inserimento professionale».
D’altra parte si sa, la ricerca dello stage è la prima fase dell’ingresso nel mondo del lavoro. La SUPSI, come scuola universitaria professionale «ha una attenzione particolare per la pratica – spiega Tatiana Cataldo, responsabile servizio carriere SUPSI –. Infatti – continua –, molti corsi di laurea sono offerti in modalità «parallela all’attività professionale (PAP)», per permettere di conciliare lo studio con impegni lavorativi, e/o «part-time (PT)», per permettere di maturare un’esperienza professionale o di finanziare la propria formazione anche svolgendo attività professionali in ambiti diversi».


Non bisogna arrendersi alle difficoltà
«Esistono indubbiamente facoltà per cui c’è maggiore offerta, oggi è molto in voga il settore digital e IT – spiega Invrea –, ma dico sempre agli studenti di non arrendersi: è importante sviluppare capacità che vanno oltre le nozioni apprese a scuola per rendersi più interessanti agli occhi dei recruiter».
Il servizio carriere delle università ticinesi USI e SUPSI, è ben radicato sul territorio, infatti ogni anno si celebra la Notte Bianca delle carriere, un evento durante il quale gli alunni e neolaureati possono interagire con le aziende: «Quest’anno hanno partecipato ben 55 aziende, tutte con offerte di lavoro: in Svizzera gli stage sono nella maggior parte dei casi pagati, e vediamo una ampia gamma di retribuzioni, questo incentiva i ragazzi a dare il loro meglio per rendersi indipendenti», osserva la responsabile del servizio carriere dell’USI. «Per noi è fondamentale promuove la possibilità di svolgere attività pratiche durante la formazione e al termine della stessa – spiega Cataldo della SUPSI –. In particolare, molti dei nostri corsi di laurea prevedono lo svolgimento di stage e pratiche professionali, così come la realizzazione di progetti o tesi in collaborazione con aziende del territorio».
Di primaria importanza per le università ticinesi è il radicamento con il territorio, ma con una visione internazionale. Il servizio carriere universitario – per definizione – mette a disposizione degli studenti e degli ex studenti, una banca dati che contiene offerte di stage e di lavoro. «Grazie alle ottime relazioni instaurate con le aziende del territorio nell’ambito della formazione, della ricerca e degli eventi di orientamento professionale – spiega Cataldo – nel 2021 abbiamo pubblicato internamente oltre 380 annunci provenienti da oltre 120 aziende attive in molteplici settori. Infine, mettiamo a disposizione opportunità di collaborazione nell’ambito di attività extracurricolari (eventi, progetti di sviluppo, partecipazione a fiere di orientamento) svolti durante il semestre o nei periodi di pausa tra i semestri».


C’è una nuova mentalità
Negli ultimi anni c’è anche da dire che è cambiata la cultura dello stage. Se in passato era forte l’idea che le aziende assumevano giovani studenti «in stage» per risparmiare sugli stipendi, «Oggi invece, quando le aziende investono per 3-6 mesi sulla formazione di un giovane, è perché poi hanno interesse a confermare quella risorsa – rassicura Invrea –. Infatti in 19 anni di indagini presso i nostri studenti laureati, risulta che, tra coloro che hanno fatto uno stage durante il master, tra il 94-96% degli alunni ha un impiego a 1 anno dalla laurea».
L’esperienza che fa la differenza
Nel curriculum vitae lo stage ha un peso di gran lunga superiore al voto di laurea. Si può tranquillamente affermare che ha il duplice valore, di esperienza formativa e lavorativa insieme, ancora di più se svolto all’estero. «Spesso i giovani si lamentano perché non trovano una azienda che li assuma per uno stage. Oppure che il compenso è basso. Ma ogni cosa ha il suo tempo. Meglio uno stage «gratis» o con un rimborso minimo, ma utile e nell’azienda giusta – spiega Silvia Invrea –, all’USI interveniamo anche con borse di studio per gli stage all’estero». E proprio per consolidare la cultura dell’esperienza formativa: «L’USI , tramite il proprio Servizio Carriere, da gennaio 2022 é partner , con altre 4 università in Svizzera (EPFL, ETH, UZH, FHNW) del Consorzio SXS - Space Exchange Switzerland, la nuova piattaforma a livello nazionale per la promozione dello spazio in Svizzera promossa dallo Swiss Space Office (SSO) dal Segretariato di Stato per l’Educazione, la ricerca e l’Innovazione (SERI). Tra le altre iniziative, promuoviamo il programma annuale di internship all’ESA (European Space Agency) e, grazie ad una nuova collaborazione ad hoc con Movetia, offriremo borse SXS per gli stage all’ESA per gli studenti svizzeri».