Ticino

Spunta un rapporto incompleto sull'incidente di Gobbi

L'abuso di potere non è dimostrabile, sarebbero stati tralasciati dettagli sull'accaduto
Il consigliere di Stato Norman Gobbi è rimasto coinvolto in un incidente nella notte tra il 13 e il 14 novembre. Un’auto gli ha tagliato la strada. © Ti-Press / Francesca Agosta
Andrea Stern
Andrea Stern
17.03.2024 06:00

L’abuso di potere ipotizzato da Fiorenzo Dadò poggia su basi non del tutto solide. Allo stato attuale è infatti difficilmente immaginabile che il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi abbia approfittato della propria posizione per ottenere un trattamento di favore dopo l’incidente in cui è incappato nella notte tra il 13 e il 14 novembre sull’autostrada A2. Almeno in base agli elementi da noi raccolti sin qui, questa (eventuale) condotta da parte del consigliere di Stato appare difficilmente dimostrabile.

Solo un’auto, una Golf

Tuttavia quella notte qualcosa di anomalo parrebbe essere successo. Almeno a livello di compilazione del rapporto di polizia. Un’operazione che sarebbe stata compiuta in maniera imprecisa, o per lo meno incompleta. Tanto che sul documento sarebbe stato indicato il coinvolgimento di una sola vettura, non quella del consigliere di Stato bensì la VW Golf di un cittadino tedesco di origini tunisine, residente a Lipsia.

È lui l’uomo che, spostandosi all’improvviso dalla corsia di emergenza alla corsia di marcia, poco prima dell’area di servizio di Stalvedro, avrebbe causato l’inevitabile scontro con la vettura di Gobbi: una dinamica confermata dallo stesso consigliere di Stato nelle sue prime (e uniche) dichiarazioni sull’accaduto.

Il conducente tedesco ha riconosciuto le proprie responsabilità, ma perché gli agenti hanno inserito solo lui nel rapporto quando lo stesso Gobbi ha detto di essere rimasto coinvolto nell’incidente? Che sia una dimenticanza, una leggerezza, un gesto maldestro o il frutto di un certo timore reverenziale verso il direttore del dipartimento? Allo stato attuale non è dato saperlo. È un aspetto che sarà da chiarire, insieme ai tanti altri interrogativi messi nero su bianco dal presidente del Centro Fiorenzo Dadò nella sua dettagliata interpellanza.

La chiamata registrata

In ogni caso stupisce che, almeno stando a chi ha visionato il rapporto, il coinvolgimento di Norman Gobbi sia stato completamente ignorato, sebbene sia stato lui stesso ad aver telefonato alla polizia dopo lo scontro, con una chiamata che per altro dovrebbe essere stata registrata, come tutte quelle che giungono alla Centrale comune d’allarme (CECAL).

Il rapporto si limiterebbe a descrivere il contesto, ovvero che quella tra il 13 e il 14 novembre era una notte di pioggia, il fondo stradale era quindi viscido e il livello di traffico scarso. Nel punto dell’incidente, su un rettilineo privo di illuminazione artificiale, era presente della segnaletica temporanea e la velocità massima era limitata a 80 km/h.

A livello di veicoli coinvolti, gli agenti avrebbero inserito nel rapporto soltanto una VW Golf nera immatricolata in Germania. Allo stesso modo, nel rapporto sarebbe indicata la presenza sul luogo di una sola persona, il già citato cittadino tedesco. Si leggerebbe che l’uomo sarebbe rimasto illeso, che sarebbe risultato negativo al test dell’alcolemia e che l’incidente sarebbe dovuto a «disattenzione o distrazione».

La dinamica ignota

Infine, per quanto riguarda la dinamica dell’incidente, non sarebbe indicato assolutamente nulla. Il rapporto rimanderebbe allo «staff della gendarmeria» per eventuali informazioni sul caso. Tutto qui. Resta quindi da capire come mai gli agenti abbiano compilato il rapporto in modo parziale. Apparentemente non vi era motivo di omettere delle informazioni, visto che le responsabilità erano chiare e che né il conducente tedesco né Gobbi, al test probatorio almeno, sono risultati sopra il limite dell’alcolemia.

È un aspetto centrale e da chiarire, onde sgombrare definitivamente il campo dai sospetti di un abuso di potere che, al momento attuale, non sembrerebbe configurarsi.

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