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Tiro al bagnino

In piscina crescono maleducazione e aggressività: «Siamo esasperati»
Andrea Stern
Andrea Stern
03.07.2022 10:30

In un caldo e apparentemente tranquillo pomeriggio d’inizio estate alla piscina di Sessa è arrivata la polizia. Due agenti in divisa si sono fatti spazio tra i bagnanti, hanno prelevato un ragazzino mingherlino e l’hanno portato via, ancora fradicio, in costume, tra le grida degli amici esterrefatti. «No, Samir, Samiiiir…».

Una scena struggente, per chi non avesse assistito agli antefatti. In realtà era l’unico epilogo possibile di un’ondata di insolenza divenuta incontenibile. Samir continuava a spingere in acqua altre persone e i ripetuti avvertimenti del personale della piscina non facevano altro che rinvigorire la sua foga. «Chiama pure gli sbirri», rispondeva al bagnino quando questi, esasperato, lo minacciava di rivolgersi alle forze dell’ordine.

Detto fatto, dopo qualche minuto in piscina ha fatto la sua comparsa la polizia. Un apparizione purtroppo non più così anomala in quelli che dovrebbero essere stabilimenti di svago e relax.

«Devono fischiare tutto il tempo»

«Dall’inizio di questa stagione riscontriamo un netto aumento dell’indisciplina - osserva Roberto Mazza, direttore della Divisione sport della Città di Lugano -. I nostri bagnini devono fischiare tutto il tempo per richiamare ragazzini che non rispettano né le regole né le persone. Spesso vengono aggrediti verbalmente. È una situazione difficile, diversi di loro sono esasperati».

Senza voler giustificare nessuno, è probabile che a peggiorare la situazione siano state le temperature elevate registrate in questo ultimo periodo. «Con questa calura in piscina c’è molta più gente e c’è anche più nervosismo - osserva Loris Codoni, responsabile dell’Ufficio sport di Chiasso -. Però non mi sembra che la situazione sia fuori controllo. C’è stato qualche furtarello. A inizio stagione c’è stato anche qualche episodio sporadico di maleducazione da parte di ragazzini. Ma abbiamo messo bene in chiaro fin dove si può arrivare.Ora la situazione ci pare tranquilla».

Capita che ci sia chi reagisce male a un’osservazione, ma i nostri bagnini sono istruiti a gestire queste situazioni in modo che non degenerino
Christophe Pellandini, direttore Lido Locarno

Allontanamento o diffida?

Idem al Lido di Locarno, dove il direttore Christophe Pellandini vede una situazione non troppo allarmante. «Capita che ci sia chi reagisce male a un’osservazione - afferma Pellandini -, ma i nostri bagnini sono istruiti a gestire queste situazioni in modo che non degenerino. Se proprio una persona non dovesse adeguarsi alle regole, la allontaniamo. È la misura più efficace, poiché in breve tempo si sparge la voce tra i ragazzini, che diventano tutti più giudiziosi».

Allontanamento non significa diffida. Una misura che negli stabilimenti balneari sarebbe di difficile attuazione. Non solo perché per ottenere una diffida bisogna seguire una lunga procedura che passa pure dal Municipio, ma anche perché richiederebbe la presentazione di un documento di identità alla cassa.

«Se dovesse essere necessario, ci affideremo anche alle diffide - riprende Mazza -. Vorremmo però provare innanzitutto con altre misure che siano in grado di richiamare gli utenti alle loro responsabilità».

Genitori indisciplinati

E qui non si parla solo di ragazzini ma anche dei loro genitori. «Ultimamente è capitato che il bagnino riprendesse un giovane che si tuffava in mezzo alle corsie della vasca olimpionica - racconta Mazza -. Poco dopo è arrivato il padre del giovane, che si è rivolto al bagnino in modo volgare: «chi ti credi di essere per dare ordini a mio figlio?», gli ha urlato».

Genitori ribelli. Presenti anche a Bellinzona. «Sono spesso gli adulti a non riuscire a contestualizzare le criticità - nota Andrea Laffranchini, direttore Bellinzona Sport -. Ci sono persone che hanno reazioni spropositate, che mostrano un’insofferenza esagerata verso le regole e poca comprensione delle spiegazioni che vengono date».

Tanto che a volte è lo stesso direttore a dover intervenire per sedare gli animi. «I miei bagnini non devono fungere da poliziotti, in caso di difficoltà nella gestione di una problematica mi devono chiamare - spiega Laffranchini -. L’unico obiettivo dei bagnini deve essere quello di fare in modo che tutti gli utenti possano fare il bagno in sicurezza e se del caso di intervenire per salvare una vita».