Un robot intelligente in sala operatoria

È un robot da sala operatoria, una raffinata evoluzione rispetto ai suoi «colleghi» in attività da anni. Sì, perché la macchina da «navigazione assistita» che viene usata da qualche settimana al Civico per gli interventi legati a patologie lombari e cervicali con il suo braccio meccanico può svolgere diverse funzioni con maggior accuratezza. Il suo nome inglese è ExcelsiusGPS (Robotic Navigation Platform) ed è il primo, per caratteristiche tecniche, a livello nazionale. «Quando è in funzione sembra mimare i gesti dell’uomo», spiega il dottor Andrea Cardia, primario di Neurochirurgia presso il Neurocentro dell’Ente ospedaliero cantonale.
«È - continua il neurochirurgo - una macchina di precisione molto evoluta. Acquisisce le immagini del paziente da una Tac intraoperatoria di ultima generazione, le rielabora in una dimensione tridimensionale, poi noi chirurghi eseguiamo il planning nello schermo indicando i punti dove inserire le viti peduncolari sulla colonna vertebrale, nel caso di una stabilizzazione, e il braccio inizia a muoversi cercando attraverso aggiustamenti continui la migliore posizione di angolazione. A quel punto Excelsius, sfruttando una serie di meccanismi di precisione e di stabilizzazione, esegue il comando alla perfezione».
L’indispensabile presenza del chirurgo
Detta così sembra anche una operazione semplice. Ma non lo è, perché come tutti i robot usati per la medicina è fondamentale la presenza dei chirurghi. «Siamo noi a dare le indicazioni e a seguire il percorso del braccio meccanico - aggiunge Cardia - anche se Excelsius è molto sensibile. Ad esempio se sposti accidentalmente il paziente s’accende una spia rossa e allora devi aspettare e riposizionare il braccio. Resta il fatto che grazie alla tecnologia siamo riusciti a scendere sotto l’1% di viti non correttamente posizionate, che non vuol dire viti messe male che comportano un danno per il paziente ma che non sono posizionate come tu avresti voluto in partenza».
Grazie a Excelsius oggi è possibile realizzare soprattutto interventi complessi, quelli più delicati. Non è poco, soprattutto tenendo conto che il Ticino è un cantone sempre più vecchio ed è importante avere a disposizione soluzioni per pazienti che sono avanti con l’età. «Siamo di fronte a una grande transizione nella chirurgia spinale. Quando abbiamo iniziato il nostro percorso professionale per stabilizzare ad esempio una colonna vertebrale, le viti si sistemavano a mano libera osservando l’anatomia e sfruttando le informazioni delle radiografie (rx)», spiega il dottor Ivan Cabrilo, originario di Ginevra, giunto a Lugano dopo una importante esperienza a Londra e attualmente caposervizio di Neurochirurgia. «Non era semplice, spesso - aggiunge - ti trovavi a lavorare su tessuti compromessi da cicatrici per precedenti interventi, altre volte, quando il paziente era obeso, non era facile arrivare al punto della struttura ossea dove dovevi lavorare. Oggi, con la navigazione Gps, invece siamo in grado di sistemare le viti con margini di errore quasi nulli».
Un lungo cammino della tecnologia
Dietro questo risultato c’è un lungo lavoro di ricerca e di conquiste tecnologiche. «Il primo passo avanti - aggiunge Cabrilo - è stato con la fluoroscopia con i raggi Rx che finivano su un pannello digitale, poi la radiografia intraoperatoria (Iort) ci ha consentito di restringere l’intervallo di accuratezza, che si è assottigliato ancora. Infine con la navigazione spinale, che ha iniziato il percorso di controllo informatizzato delle viti, e qui da noi con Excelsius è stato eliminato anche il possibile errore di appoggio dello strumento sull’osso quando andiamo a fissare le viti. In questo modo la tecnologia non solo ci sta aiutando ma ha mutato anche l’approccio chirurgico. Mentre prima avevi bisogno di una certa esperienza per compire interventi complessi, come quelli che svolgiamo noi che siamo Centro di riferimento in Ticino per queste operazioni, oggi i nostri assistenti maturano rapidamente un bagaglio di conoscenze tecniche e di crescita professionale che gli consentono di svolgere una operazione in tempi brevi».
Rischi ridotti per il paziente
Nel servizio di neurochirurgia dell’EOC si svolgono operazioni per traumi alla colonna, patologie degenerative, fratture osteoporotiche, malformazioni e tumori spinali. «Tutte infermità - spiega ancora Andrea Cardia - che grazie alla nuova piattaforma robotica si possono affrontare con maggiore tranquillità riducendo i rischi per il paziente, con vantaggi, giusto per riassumerli, che vanno da procedimenti poco invasivi, a un miglioramento della precisione, sino a maggior accuratezza soprattutto su casi complicati. In più si lavora su tempi che si sono accorciati, questo vuol dire che il paziente resta meno sotto anestesia e in sala operatoria». Excelsius non è il primo robot in Svizzera (ci sono altre macchine simili a Losanna e Aarau), ma è quello che offre prestazioni più performanti. Inoltre quella dell’EOC è una macchina che può essere utilizzata, perché è omologata, per patologie cervicali dove si devono fare i conti con strutture ossee di dimensioni più piccole.
Funziona come l’iPhone
«Non è che esista un palmarès per queste macchine. Ma il nostro è considerato il più avanzato, raffinato in fatto di software. Per capire: il robot - precisa Cabrilo - funziona un po’ come un iPhone, va aggiornato periodicamente per permettergli di aggiungere sempre più funzionalità e correggere eventuali errori di programmazione. Però, proprio come per i telefonini, si arriva al punto in cui la macchina è troppo vecchia e non può più essere aggiornata». Secondo gli esperti questo tipo di strumenti ha una vita che va da 10 a 7 anni. «Per questo - conclude Cardia - è importante essere sempre preparati, informarsi costantemente sulle nuove conquiste della tecnologia. Tra l’altro noi qui all’EOC abbiamo avuto Excelsius tenendo lo stesso ammortamento di una strumentazione appena dismessa e sostituita senza ulteriori investimenti a carico dell’ospedale. Poi, i tecnici della casa costruttrice sono sempre a nostra disposizione per l’assistenza su ogni intervento».