Un’immortalità regale

C’è chi sostiene che le monarchie meno potere hanno e più sono longeve perché non fanno gola a nessuno. Potrebbe pure starci nel caso della regina Elisabetta. Un regno, il suo, durato settant’anni in cui è stata lo specchio di un Paese. «Una specie di regina immortale. Probabimente perché ha incarnato una monarchia seria, mai sopra le righe. Senza sbavature, ligia al suo ruolo, con un altissimo senso della costituzione. Non ha mai sgarrato una regola, mai dato adito a pettegolezzi. Sulla sua testa la corona non ha mai vacillato». È l’opinione di Luigi Bonanate sulla regina Elisabetta morta in Scozia lo scorso giovedì. Opinione che il professore emerito all’Università di Torino - ha insegnato Relazioni internazionali per più di quarant’anni non riserva alla sua discendenza. «Che dire? Il figlio Carlo non è certo paragonabile - riprende Bonanate -. Che ha mai fatto nella sua vita? Niente, se non giocare a polo, e pure male, e fare un po’ di turismo esotico. Non è mai andato, tanto per fare un esempio, a fare una visita di Stato in un Paese africano, intendo come statista consapevole del suo ruolo. Consapevole del fatto che sarebbe diventato re di un Paese che è stato il più importante del mondo».
Il futuro
Nella sua longevità la regina ha dimostrato un’abilità a fare il suo non facile mestiere che probabilmente non avrà eguali. Il suo unico sbaglio in occasione della morte di Diana. Ma questa è un’altra storia... E allora, come se la caverà re Carlo III? Settantatré anni, una storia travagliata e una personalità molto meno irreprensibile di quella della madre. Ora che dovrà regnare, ci si chiede quanto della sua personalità saprà valorizzare e quanto ne dovrà invece mettere da parte. Bonanate non ha dubbi. «Ma di che personalità stiamo parlando!? Se la caverà male! Non sarà all’altezza. Immagino quindi che il tentativo dell’establishment sarà di emarginarlo il più possibile. In sostanza, l’unica speranza è che la classe dirigente inglese porti il re a una funzione formale, da cerimonia insomma. Detto altrimenti che lui non governi». Anche Penny Junor, la biografa che da decenni si occupa della famiglia reale, ipotizza che Carlo non si intrometterà nella politica in modo palese, ma «parlerà del tutto legittimamente con il suo primo ministro in un modo più ostinato di quanto abbia fatto sua madre».
Un futuro a tinte fosche aspetterebbe dunque la monarchia della Gran Bretagna. «Beh, con una battuta potremmo dire che l’aspetta un futuro color grigio fumo di Londra», dice ancora Bonanate. E osserva: «L’unica vincitrice sapete chi è? Camilla. La paziente e ostinata moglie di Carlo che ha saputo aspettare, prendendosi addosso di tutto e facendoselo scivolar via in silenzio. Alla fine ha vinto lei. Ora è regina».
Il lusso della monarchia
Un peso, un privilegio, un lusso la monarchia? Forse è un insieme di queste cose... Bonanate invece non ha dubbi: «È sicuramente un lusso. Anche se in questo caso potrebbe non significare più nulla. O ben poco. Ma è vero che non tutti possono diventare re o regine. Parliamo di una famiglia ricca che gode dell’ereditarietà del titolo. Un senso di continuità straordinario. E fino ad oggi la Gran Bretagna ha espresso dai suoi pori tutta la superiorità dovuta a una struttura gerarchica».
Un senso di superiorità che comunque sia la regina Elisabetta non hai mai ostentato. Ha saputo incarnare una delle più civili tra le monarchie, senza mai esibire quel senso di superiorità tipico di un nobile. «Non dimentichiamo che la Gran Bretagna è stata il più grande Stato del mondo, sotto numerosi punti di vista. Nella monarchia non vi è nulla di male purchè ci sia una classe dirigente politica capace e democratica. Elisabetta è stata indubbiamente una regina democratica. Quel che conta sono le persone. In questo senso lei ha incarnato una delle più civili monarchie. Ha saputo portare la corona anche con un foulard da contadina al collo».
Monarchie e repubbliche
La maggior parte delle monarchie è ininfluente per i suoi cittadini. Silenziose, si limitano a svolgere un certo numero di apparizioni pubbliche e a fare beneficienza. «Quante ce n’è che neanche conosciamo? Qualsiasi sia la forma di governo dominante, monarchia o repubblica, l’importante è che abbia dei principi democratici. In fondo ci sono più repubbliche autoritarie che monarchie. Pensiamo a quelle sudamericane in cui vi è un capo o dittatore. Un uomo forte che concentra su di sé tutti i poteri dello Stato».
Il Regno Unito ha una monarchia parlamentare. Il sovrano britannico regna, ma non governa. Il potere esecutivo è affidato al governo guidato dal primo ministro. «Le monarchie che ancora resistono sono sopravvissute. Nessuna è nata da una Repubblica. Viceversa sì». Vedremo se anche il regno di Carlo III sopravviverà.