Valanga di multe in arrivo in Ticino

Il 2022 non è ancora iniziato. Ma le autorità hanno già deciso che ogni giorno in Ticino dovranno essere spiccate multe stradali per almeno 65.000 franchi al giorno. Per un totale di incassi che sull’arco dell’anno supererà i 23 milioni di franchi.
«È immorale mettere nei preventivi le entrate nelle multe dei radar - tuona Andrea Censi, presidente del Fronte degli automobilisti Ticino -. Lo scopo dei controlli di velocità non deve essere quello di fare cassa, di raggiungere determinati obiettivi finanziari, ma al contrario di garantire la sicurezza stradale».
Il cantone vuole mezzo milione in più
Eppure, come ogni anno, anche per il 2022 il Cantone e i Comuni hanno già stimato in fase di preventivo quanto prevedono di incassare grazie alle multe stradali. La parte del leone intende farla, comprensibilmente, il Cantone. A pagina 71 dei dati finanziari del preventivo 2022 si legge che le multe della circolazione dovrebbero fruttare 1,25 milioni di franchi, le multe dai controlli dei radar mobili 2,25 milioni di franchi e le multe dai controlli radar fissi e semistazionari addirittura 12,25 milioni di franchi. In totale fanno 15,75 milioni, mezzo in più rispetto a quanto era stato iscritto nel preventivo 2021.
La città di Lugano ha invece iscritto nel preventivo 2022, sotto la voce «multe», un importo invariato rispetto al 2021: 4,35 milioni di franchi. Si tratta - va ribadito - di una previsione che potrebbe anche essere smentita dai fatti. Nel 2020 ad esempio la città ha incassato dalle multe oltre un milione in meno rispetto a quanto previsto, per l’esattezza 3.319.427 franchi. Evidentemente nei mesi caldi della pandemia la polizia ha avuto altro da fare che inseguire gli automobilisti in infrazione.
Anche Locarno pensa in grande
Ma l’anno prossimo tutto dovrebbe tornare alla normalità, come confermano i preventivi degli altri grandi centri del cantone. La città di Locarno prevede di incassare 1.482.000 franchi dalle contravvenzioni stradali, quasi il doppio rispetto al famigerato 2020, quando gli automobilisti indisciplinati fruttarono solamente 746.661 franchi. L’anno prossimo la polizia dovrebbe tornare a controllare a pieno regime, a regime ancora maggiore rispetto al periodo pre-pandemico. Basti pensare che nel 2019 Locarno aveva incassato «solo» 1.124.873 franchi di multe. L’anno prossimo potrebbe andare meglio, o peggio, a seconda dei punti di vista.
A Bellinzona si stima di appioppare multe per 1,125 milioni di franchi, esattamente lo stesso importo che era stato stimato per il 2021. Non è dato sapere se per l’anno in corso la previsione verrà confermata. Si sa però che negli anni passati gli introiti dalle multe erano sempre stati più modesti. Nel 2020 Bellinzona aveva riscosso poco più di 871 mila franchi di multe, l’anno precedente 1.037.322 franchi e nel 2018 «solamente» 854.174 franchi. Se tutto va bene, o male, l’anno prossimo potrebbe rivelarsi più ricco.
Mendrisiotto più moderato
A Mendrisio invece si cerca di porsi obiettivi più moderati. Dopo che nel 2020 le multe avevano fruttato 380.160 franchi a fronte dei 650.000 franchi iscritti a preventivo, già l’anno seguente il Municipio aveva abbassato l’asticella. Per il 2021 era previsto, ed è tuttora previsto, un incasso di mezzo milione. Lo stesso importo che è stato inserito sotto la voce «ricavi per multe polizia» anche nel preventivo 2022.
Ancor più prudente è il Municipio di Chiasso, che per l’anno prossimo prevede di incassare 480.000 franchi di multe, ovvero meno rispetto ai 530.000 franchi inseriti nel preventivo 2021. Anche qui a suggerire di moderare le ambizioni è stato l’anno 2020, quando in cassa entrarono solo 419.000 franchi invece dei 530.000 previsti.
Non siamo andati a spulciare i preventivi dei Comuni più piccoli. Ma basta già sommare gli importi previsti dal Cantone e dai cinque principali Comuni per superare la cifra di 23 milioni di franchi in multe. Vale a dire 65.000 franchi di multe al giorno. Oppure, se si vuole vederla da un’altra angolatura, 67 franchi di multe per ogni cittadino ticinese, poppanti compresi.
«Poca trasparenza»
«Quando si parla di multe e di radar non è sempre facile stabilire quando si fa repressione e quando prevenzione - osserva Gianmarco Balemi, direttore della sezione ticinese dell’ACS -. Mi spiego: su certe postazioni non si discute, sono posizionate veramente in modo intelligente, su altre invece emergono alcuni interrogativi. Di sicuro una parte degli introiti dei radar cantonali viene usata per campagne di prevenzione e opere di manutenzione stradale e in quest’ottica il sistema sta in piedi. Diverso è il discorso a livello comunale, dove non sappiamo con esattezza quale sia l’utilizzo dei proventi delle multe dei radar».
Una scarsa trasparenza nei confronti della quale Censi utilizza toni ancora più espliciti. «Spesso e volentieri assistiamo a giochi di bilancio - afferma il presidente del FAT -. Non sappiamo, detto altrimenti, dove finisce la parte dei proventi delle multe che non viene usata per la sicurezza stradale. Quali spese va a coprire? Per quale voce di bilancio va a fare il tappabuchi? Serve più trasparenza. La sicurezza stradale va garantita, su questo non ci sono dubbi. Ma punire gli automobilisti per raggiungere altri scopi è sbagliato».
«Più repressione sui telefonini»
Eppure, con tutti i distinguo del caso, gli stessi automobilisti riconoscono che i controlli di polizia sono necessari. «Fare prevenzione a volte non basta - prosegue Balemi -. Mi riferisco in particolare a quella che io definisco una vera e propria piaga: l’uso del telefonino alla guida. Qui la prevenzione non è sufficiente. Serve maggiore repressione. Andrebbe fatto un discorso generale, coinvolgendo anche le case automobilistiche che hanno i mezzi per inibire i messaggi alla guida. Anche la Federazione internazionale dell’automobile (FIA) dovrebbe fare di più».
Sempre nell’ottica di accrescere la sicurezza sulle strade, a vantaggio di tutti gli utenti. «A livello di incidenti mortali bisogna dire che negli ultimi anni sono in calo, nonostante il traffico sia aumentato - prosegue Balemi -. L’opera di prevenzione e di repressione in questo caso ha dunque funzionato e sta funzionando. A non calare è però il numero degli altri incidenti. Penso ad esempio a quelli che vedono coinvolte le biciclette elettriche: qui stiamo assistendo a una vera impennata. È un fenomeno che preoccupa e che andrebbe affrontato con misure adeguate».