Virtutis Papio

Con una chiesa cattolica in evidente difficoltà e la permanente crisi delle vocazioni, con la capillarità e la multidisciplinarietà della pubblica istruzione, che sta offrendo una buona educazione di base e specializzata, ha ancora senso spendere risorse private e generose donazioni per mantenere in vita una scuola diocesana pur prestigiosa e storica come il Collegio Papio di Ascona? Evidentemente sì, visto il consenso che venerdì scorso ha accompagnato l’inaugurazione ufficiale della nuova ala dell’istituto privato sul Verbano, costata circa 9 milioni di franchi e che ha colmato il vuoto di una mensa e un refettorio adeguato ai tempi e alle esigenze soprattutto dell’internato (ma ospiterà anche i bambini delle elementari).
Da oltre 500 anni si studia
Sul presente e soprattutto il futuro del Collegio, che ricordiamo ha oltre 500 anni di storia - fu fondato nel 1584 da San Carlo Borromeo grazie alla donazione di un signorile palazzo da parte dell’asconese Bartolomeo Papio che fece fortuna a Roma - c’è però l’incognita del futuro rettore. Don Patrizio Foletti, che ha già superato l’età pensionabile (quest’anno compie 68 anni), non ha nascosto la sua volontà di lasciare a breve la guida e la responsabilità dell’istituto, ereditate nel 2013 da don Mino Grampa quando fu nominato vescovo. Foletti ne ha già parlato con l’attuale capo della chiesa ticinese, Monsignor Valerio Lazzeri, che in qualità di «azionista di riferimento» del Collegio, passato sotto il diretto controllo della Diocesi di Lugano dal 1964 quando i benedettini di Einsiedeln si ritirarono da Ascona, ha evidentemente l’ultima parola sulla nomina del futuro rettore. Ma qualche influenza ce l’ha anche la Fondazione Collegio Papio, entità giuridica costituita nel 2008 per dare un assetto più moderno alla scuola privata diocesana. Venerdì, durante la cerimonia d’inaugurazione della nuova ala, abbiamo chiesto al presidente della Fondazione Papio, Filippo Lombardi, se la scelta del successore di don Patrizio sia già stata messa all’ordine del giorno della prossima assemblea. «No comment» è stata la ferma risposta dell’ex senatore e municipale di Lugano.
Il momento del «totorettore»
Certo è che sulla rampa di lancio del rettorato dovrebbe esserci l’attuale vice, Paolo Scascighini, insegnante di geografia e che da circa un ventennio fa parte del corpo docenti del Papio. Ma nella diocesi c’è chi storce il naso. Secondo nostre autorevoli fonti, Scascighini non avrebbe molte chances: un laico alla guida del Collegio Papio sarebbe difficile da digerire, anche se c’è l’esempio del Liceo diocesano Pio XII di Breganzona affidato ad Alberto Moccetti che ricevette il «testimone» del rettorato proprio da don Patrizio Foletti quando si trasferì sulle rive del Verbano. Un nome di un sacerdote che circola per il rettorato del Papio sarebbe quello di don Rolando Leo, anch’esso docente del Collegio nonché direttore dell’Ufficio istruzione religiosa scolastica, diretta emanazione della Diocesi di Lugano e assistente della pastorale giovanile diocesana. Ma anche su don Leo i «rumors» di sagrestia dicono che sia troppo impegnato su vari fronti per assumere la guida del chiostro asconese. Dunque, potrebbe arrivare un prelato esterno a reggere le sorti e soprattutto a proiettare il Papio verso sfide future non facili da affrontare per un istituto scolastico privato che fa del cattolicesimo la sua cifra e il suo indirizzo.
L’impronta ecclesiastica
D’altra parte, dal 1971 ad oggi, come spiega l’ex studente e storico Lorenzo Planzi, è sempre stato un prete a governare il Collegio. «Al suo timone si sono succeduti monsignor Martino Signorelli, don Aldo Lanini, don Franco Riva, monsignor Mino Grampa e don Patrizio Foletti - spiega Planzi -. Uomini e preti dai temperamenti certo diversi, ma che hanno donato un periodo della loro vita alla passione per l’educazione. Lanini, Grampa e Foletti, sono stati inoltre gli «architetti»di quel cantiere ininterrotto che rappresenta il Papio in questo mezzo secolo. Don Lanini ha realizzato il centro sportivo, con palestra e piscina (1976). Don Grampa ha fatto costruire la nuova ala, con aule e spazi didattici (1995), mentre don Foletti ha realizzato la nuova mensa. Queste costruzioni sono in realtà il «guscio esterno» di una realtà viva ed insostituibile nel contesto cantonale e nazionale, quella del Collegio Papio, capace di un singolare effetto generativo, a prezioso servizio della cultura e dell’educazione nella società contemporanea», conclude Planzi.