Zugo, un piccolo mondo con un grande giro di affari

Vantaggi fiscali per privati e aziende. Investimenti nella sanità, nell’istruzione ma anche e soprattutto nell’innovazione. Nel canton Zugo sembra che tutto riesca bene e si punti sempre all’eccellenza. Silvia Thalmann Gut, consigliera di Stato responsabile del Dipartimento degli affari economici, ha di che essere felice.
Dunque, qual è la ricetta segreta del successo economico di questo piccolo Cantone?
«Proprio nella parola piccolo c’è la risposta. Un piccolo mondo con un grande giro di affari».
In che senso?
«In un cantone piccolo tutti si conoscono. Ci sono solo 11 comuni, le persone dunque si incontrano spesso e c’è un’ottima interazione perché tutti - inevitabilmente - hanno bisogno di qualcosa dall'altro. E poi c’è la questione culturale».
Intende una predisposizione all’apertura?
«Proprio così. Con l’apertura al grande business, dove si parla inglese, è stata introdotta naturalmente una cultura diversa. Anche le persone del posto sono accoglienti, parlano inglese, la lingua che unisce tutti».


E poi c’è la posizione geografica che ha aiutato…
«Trovarsi nel cuore della Svizzera ha molti vantaggi geografici. È facile muoversi con i mezzi pubblici, abbiamo anche un treno diretto che porta all’aeroporto di Zurigo, la nostra posizione strategica ci fa sentire parte di una grande area».
Quindi il cliché del cantone delle caselle postali è subito sfatato?
«Noi non vogliamo creare caselle postali, ma molti e buoni posti di lavoro. Abbiamo 128 mila abitanti con buone relazioni sociali, nessun ghetto e buona integrazione delle nazioni che sono 142 in totale. Le aziende offrono quasi 115 mila posti di lavoro».
Sorprende il contrasto con la campagna e i palazzi aziendali. Come fate a conciliare queste due realtà?
«L’obiettivo a lungo termine non è di intensificare la costruzione di edifici aziendali, piuttosto di far crescere quelli che già ci sono. Ad esempio l’azienda VZUG ha ampliato il suo quartier generale sviluppandosi verso l’alto. Le colline attorno a Zugo non devono essere densificate».


Che futuro vede per Zugo?
«Credo che il grande vantaggio fiscale possa ridursi sempre più, tuttavia ci distinguiamo anche per altri punti di forza. Stabilità e collaborazione politica visto che comuni e cantone sono molto orientati verso lo sviluppo economico. E poi accessibilità, internazionalità, professionisti di alto livello e ottima qualità della vita».
Ma come si fronteggia un vantaggio fiscale in diminuzione?
«Abbiamo tasse convenienti per le persone giuridiche e per le persone fisiche. Per le persone giuridiche, il margine di manovra è sempre più ridotto. Per questo stiamo studiando come attrarre maggiormente le persone fisiche. Vogliamo avere molti posti di lavoro, non solo «i ricchi». Il cantone ha un capitale proprio molto elevato, pari a 1,5 miliardi».
Quindi?
«Dunque non possiamo più abbassare le tasse, ma stiamo cercando di elaborare nuovi progetti per rimanere attrattivi anche tra 20 anni, ad esempio la mobilità e la cura dei bambini. E poi la sanità: 12 anni fa abbiamo costruito un nuovo ospedale cantonale, e dai 4 che c’erano siamo passati a due raggruppando le strutture: molti altri cantoni hanno ancora troppi ospedali ma di qualità inferiore».