La domenica

La politica vegana che si batte per i primati

Intervista a Meret Schneider, consigliera nazionale dei Verdi che lavora in un’azienda agricola biologica, non ha l’auto e non prende mai l’aereo
© KEYSTONE/Anthony Anex
Andrea Stern
Andrea Stern
20.02.2022 06:00

Meret Schneider è coerente. Lavora in un’azienda agricola biologica, è vegana, non ha l’auto, non prende mai l’aereo. Ama talmente tanto gli animali da essere stata tra i promotori dell’iniziativa, bocciata domenica scorsa a Basilea, per l’estensione dei diritti fondamentali alle scimmie. «I primati sono i nostri parenti più stretti - osserva la consigliera nazionale dei Verdi -. Mi sembra doveroso prendersene cura».

Signora Schneider, perché vorrebbe inserire nella costituzione i diritti dei primati?
«I primati sono gli animali più simili a noi. Sono molto intelligenti, sono consapevoli, si prendono cura l’uno dell’altro e persino dell’essere umano».

Ma non ci sono scimmie in natura, in Svizzera.
«È vero, ma ce ne sono negli zoo e nei laboratori. I primati, quando vengono rinchiusi, diventano depressi».

Non sarebbe allora il caso di estendere i diritti fondamentali a tutti gli animali?
«No, al momento non mi sembra realistico, sarebbe andare troppo lontano».

Philippe Nantermod, vice presidente PLR, sostiene che voi Verdi lanciate tante iniziative ma non ottenete risultati concreti. È così?
«Non è così, naturalmente. Forse il signor Nantermod potrebbe guardare meglio ciò che facciamo. Si renderebbe conto di quanti risultati abbiamo ottenuto».

Per esempio?
«Per quanto mi riguarda, ho presentato un’iniziativa, accolta dal Consiglio federale, per incentivare la coltivazione di varietà robuste di frutta e verdura, ho chiesto di versare contributi ai contadini che coltivano proteine vegetali per l’alimentazione umana e non solo come foraggio. E tanto altro. Come partito, abbiamo lavorato molto alla Legge sul CO2».

Ecco, la Legge sul C02 è stata bocciata.
«Sì, ma era stata talmente annacquata dal PLR e dagli altri partiti borghesi che alla fine era diventata un compromesso che non accontentava più nessuno».

Abbiamo proposte concrete per una politica agraria costruttiva, per uno sviluppo delle energie rinnovabili, per una politica dei trasporti sostenibile

Lei crede che voi Verdi possiate ottenere dei risultati concreti per il clima?
«Abbiamo proposte concrete per una politica agraria costruttiva, per uno sviluppo delle energie rinnovabili, per una politica dei trasporti sostenibile... Chiaramente è difficile portarle avanti, se la destra fa ostruzione. Ma passo dopo passo, arriveremo all’obiettivo».

Lei lavora in un’azienda agricola. Perché così tanti contadini votano UDC?
«Sinceramente io incontro sempre più agricoltori che votano Verdi, o al massimo Centro. I contadini si rendono conto che solo un’agricoltura sostenibile può garantire loro un futuro».

Però l’UDC ha una forte base agraria, o sbaglio?
«È vero. Ma è una tradizione che non ha più motivo d’essere. Il fatto è che i contadini si svegliano presto e vanno a letto tardi, non hanno tempo di seguire con attenzione la politica. Se lo facessero, si accorgerebbero che su tanti temi l’UDC non difende più loro, bensì la grande industria».

Su quali temi?
«Penso per esempio all’accordo di libero scambio con il Mercosur. L’UDC è favorevole, nonostante questo accordo sia fatale per i contadini. Perché significa inondare il mercato di polli brasiliani o manzi argentini, contro i quali i prodotti locali non hanno nessuna chance, a livello di costi».

Già oggi la carne svizzera è più cara. Se venisse accolta l’iniziativa contro l’allevamento intensivo, da lei promossa, lo diverrebbe ancora di più.
«È vero, i prezzi salirebbero, un po’. Ma questo andrebbe a vantaggio dei contadini, che vedrebbero meglio remunerato il loro lavoro».

Non teme che gli svizzeri si mettano a consumare solo carne estera?
«L’iniziativa chiede di regolamentare anche le importazioni. La carne a prezzi da dumping proveniente da Brasile o Ungheria non potrebbe più essere importata».

La carne diverrebbe un bene di lusso.
«Diversi sondaggi dimostrano che gli svizzeri sono disposti a spendere qualcosina in più in cambio del benessere degli animali. Per esempio, oggi alla Migros si trovano solo uova che provengono da allevamenti all’aperto. All’inizio qualcuno poteva pensare che i clienti sarebbero andati a fare la spesa altrove, per pagare meno le uova. Ma questo non è successo».

Non abbiamo mai speso così pochi soldi per l’alimentazione come oggi, solo l’8% del nostro reddito. I nostri nonni spendevano molto di più

Frutta e verdura sono troppo care in Svizzera?
«No, nient’affatto. Non abbiamo mai speso così pochi soldi per l’alimentazione come oggi, solo l’8% del nostro reddito. I nostri nonni spendevano molto di più. Poi va evidenziato che oggi un terzo di quanto viene acquistato viene gettato nell’immondizia senza essere consumato. Se c’è così tanto spreco significa che il cibo non è troppo caro. Altrimenti la gente non lo butterebbe via».

Lei è vegana. Pensa che tutti dovrebbero esserlo?
«No, dobbiamo ridurre il consumo di prodotti animali ma non vedo problemi nel mangiare la carne di un animale che è stato allevato con rispetto, all’aria aperta, brucando erba. Non dobbiamo diventare tutti vegani, ma almeno più consapevoli».

In Svizzera esplode il consumo di carne in scatola per gli animali domestici. Anche cani e gatti potrebbero diventare vegani?
«Di base ci si può chiedere se abbia senso avere tutti questi animali domestici. Io non sono così entusiasta del fatto che ci siano così tanti gatti domestici in Svizzera. Però se una persona ha un gatto deve dargli della carne. Il gatto ha bisogno di carne».

Non è un problema per l’ambiente?
«Questo mi sembra un consumo meno problematico, perché in genere a gatti e cani vengono dati scarti che gli esseri umani non mangerebbero. Piuttosto vedo una certa discrepanza».

Quale discrepanza?
«Sia i cani sia i maiali sono intelligenti, ma i primi sono nostri amici mentre i secondi li mangiamo. Io ogni tanto, quando sono in fattoria, vado a passeggiare con i maiali. Obbediscono ai comandi, giocano, con loro si possono fare le stesse cose che coni cani».

Perché non andiamo a passeggio coi maiali?
«Abbiamo la tradizione di andare a passeggio coi cani e mangiare i maiali, ma in linea di principio si potrebbe fare anche il contrario».

Magari in Cina qualcuno lo fa.
«Non lo so».

Cosa pensa dei recenti Giochi Olimpici?
«Penso che sarebbe stato meglio se la Svizzera si fosse posizionata in modo chiaro, se avesse condannato apertamente le violazioni dei diritti umani».

È giusto che gli atleti siano andati in Cina?
«Personalmente trovo che un boicottaggio avrebbe avuto senso. Ma capisco che gli atleti si sono allenati per anni per questo evento e ci tenevano a partecipare».

Lei è già stata in Cina?
«No, io non volo mai».

Qual è il paese più lontano che ha visitato?
«Sono stata una volta nel Sud della Francia. Altrimenti per le vacanze mi basta la Svizzera. Io adoro le montagne. Tra le Alpi mi sento nel mio mondo».

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