Among Us: chi è l’impostore?

Cos’è Among Us? Perché tutti ci stanno giocando? Queste sono le domande che ci si pone vedendo numerosi post e memes su Instagram dedicati a questo videogioco.
Ma è proprio immergendosi nel gioco che si comprende il motivo per cui Among Us appassioni così tanto: una partita tira l’altra ed è così che si arriva alla creazione di piccole comunità online.
Le regole sono semplici: ogni giocatore è un astronauta che deve svolgere le proprie mansioni in una delle tre mappe del gioco (THE SKELD, MIRA HQ, POLUS), ma tra di loro si nasconde un impostore pronto a sabotare e ad uccidere i membri dell’equipaggio. Il ruolo dell’impostore viene dato casualmente a uno dei giocatori a inizio partita, e il giocatore a cui capita questo ruolo deve avere una buona dose di sangue freddo, strategia e un alibi perfetto per non farsi scoprire. I membri dell’equipaggio invece devono svolgere tutti i loro compiti per vincere la partita, tenendo sempre gli occhi aperti su chi potrebbe essere l’impostore, pronto a sabotare il resto del team.
Nei server europei ci si ritrova a giocare con persone di diversi paesi, dove l’unica lingua che permette di comunicare è spesso l’inglese. Quando si entra in una lobby non si sa nulla degli altri giocatori, solo il loro nickname ed è questo a dare un alone di mistero in più. Si può iniziare a giocare con un minimo di 4 e nell’attesa dell’arrivo di giocatori la chat inizia a scaldarsi.
È prorpio nelle lobby online che si creano delle “piccole comunità momentanee”, dove i giocatori iniziano anche a chiacchierare. Talvolta i giocatori restano insieme per più partite e nasce dunque una complicità: ci si capisce al volo e a volte al primo “emergency meeting” l’impostore viene subito scoperto. Dopo lunghi gameplay però arriva anche il momento più doloroso, quello di salutarsi: questo momento si può posticipare con alcune partite in più, ma non è evitabile. Dopo il rientro in lobby ci si saluta a malincuore e quando l’app si chiude rimane l’amaro in bocca. C’è tanta tristezza perché molto spesso non è un “arrivederci”, ma un “addio”: ci sono tantissime lobby nei server pubblici, il che rende quasi impossibile ritrovarsi, ed è probabile che gli stessi compagni di gioco cambino nickname da una partita all’altra.
È strano come un gameplay abbastanza lungo possa creare dei legami tra persone che non si conoscono. Alla fine in Among Us non importa chi tu sia e da dove venga: importa giocare e staccare un po’ dallo stress delle nostre vite.