Criminalità organizzata sotto osservazione

Lo scorso mercoledì si è tenuta presso l’USI la conferenza stampa per la presentazione di un nuovo centro di competenze dell’Istituto di diritto dell’USI (IDUSI), l’Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata. Abbiamo intervistato la Responsabile accademica del progetto, la Dr.ssa Annamaria Astrologo.
Come è nato l’Osservatorio?
«È nato a gennaio 2021. A fine dello scorso anno, come IDUSI, siamo stati contattati da un giornalista, il signor Francesco Lepori, che ci ha proposto una collaborazione. Francesco e altri due giornalisti, Elena Boromeo e Mattia Pacella, hanno negli anni catalogato una serie di materiali che attestano il passaggio delle mafie nel territorio del nostro Cantone. Come Istituto abbiamo subito ritenuto che questa raccolta potesse costituire un lavoro prezioso di documentazione da valorizzare anche sul piano della ricerca e della formazione, e devo ringraziare il Rettore che ha sostenuto il nostro entusiasmo. Sulla base di questo archivio, che adesso si trova all’USI, abbiamo deciso di costituire un vero e proprio centro di competenze in materia di criminalità organizzata».
L’Osservatorio fa parte dell’Istituto di diritto dell’USI (IDUSI). Di cosa si occupa quest’ultimo?
«L’Istituto di diritto ha un carattere di interfacoltà; esso è supportato da tutte le Facoltà dell’USI e tra i suoi compiti principali ha quello di coordinare gli insegnamenti di diritto presenti nei vari Bachelor e nei Master, nonché di assicurare un’adeguata offerta di formazione continua sul territorio. Fanno parte dell’Istituto la Prof.ssa Federica De Rossa, che ne è la direttrice, la Prof.ssa Ilaria Espa, il Prof. Massimiliano Vatiero, la sottoscritta, tre assistenti-dottorandi (Clarissa David, Micol Ferrario e Andrea Mensi) e diversi docenti a contratto provenienti da altre Università e dal mondo professionale. Ognuno possiede competenze diverse nell’ambito del diritto nazionale, in particolare in diritto pubblico e penale, e del diritto internazionale dell’economia».

Come responsabile accademica, qual è il suo ruolo all’interno di questo nuovo centro di competenze?
«Per me è un grande onore essere la responsabile accademica di questo Osservatorio, perché è una funzione che valorizza il mio profilo accademico. I miei temi di ricerca ruotano infatti soprattutto attorno al diritto penale economico; in particolare mi sono sempre occupata di ciò che riguarda proprio il riciclaggio e la criminalità organizzata. E, tra l’altro, avendo studiato e conseguito il mio dottorato in Italia, dove ho fatto ricerca per molti anni, ho anche una conoscenza di quello che è il diritto penale italiano e la normativa italiana in materia di criminalità organizzata. Ciò mi permette di inserire le attività dell’Osservatorio in una rete accademica anche internazionale. Dall’altra parte c’è poi il Responsabile operativo, ovvero il signor Lepori. Francesco ha un’altra formazione, è un giornalista che si è occupato per anni di questo argomento e conosce molte indagini in maniera approfondita. Il suo lavoro gli permette naturalmente di avere costante accesso a una gran quantità di materiale d'archivio della RSI. Credo che questo progetto costituisca un ottimo esempio di come l’unione di competenze complementari e interdisciplinari possa dar vita a nuove realtà importanti per il territorio».
Che valore assume la conferenza stampa inserita nel ciclo di eventi dedicati al 25esimo anniversario dell’USI?
«Quella di mercoledì non è stata solo una conferenza di presentazione dell'Osservatorio alla stampa e ai media, ma anche naturalmente alla comunità accademica dell’USI, perché ritengo fondamentale che tutta la comunità accademica conosca questa nuova realtà. Poi ci sarà in seguito tutta una serie di eventi collegati all’Osservatorio, tra cui uno in programma per il 16 settembre. Si tratta di un convegno che rientra tra gli eventi per i festeggiamenti del venticinquesimo anniversario dell’USI, in cui avremo come ospiti relatori di eccezione come il Dottor Roy Garré, Presidente della Corte dei reclami penali presso il Tribunale penale federale, e la Dr.ssa Alessandra Cerreti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano. Con i loro interventi vogliamo far dialogare la magistratura italiana con quella svizzera».
Avete già altri progetti in cantiere?
«Le attività dell’archivio sono già partite e vogliono perseguire tre direttrici diverse. La prima è quella della ricerca, che punta a entrare in contatto con altre realtà affini alla nostra. A questo proposito stiamo già sviluppando dei collegamenti con altri centri di competenza per realizzare dei progetti di ricerca internazionali. Un'altra direttrice è quella della didattica. In particolare, stiamo organizzando dei corsi USI per il prossimo semestre, in modo da integrare il materiale dell’Osservatorio sul tema della lotta alla criminalità organizzata nei corsi sia di Bachelor sia di Master. Abbiamo poi ricevuto degli inviti per partecipare anche a lezioni presso altri Atenei. Inoltre, sempre sotto il profilo della relazione con gli studenti, stiamo già seguendo tre tesi di maturità sulla materia, non solo all’USI ma anche presso l'Università dell’Insubria. Infine, la terza direttrice riguarda la disseminazione della conoscenza, cioè l'organizzazione di eventi e conferenze aperte al pubblico, in modo tale da sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema. Vorremmo anche riuscire a entrare nelle scuole, per portare avanti quell’importante lavoro di educazione alla legalità che costituisce una delle missioni dell’IDUSI, e, nonostante la difficile situazione dovuta alla pandemia, stiamo prendendo contatto con delle scuole per portare questi temi all’attenzione di studenti più giovani».